E’ tornata libera Dana Lauriola, l’attivista del Movimento NoTav condannata nel settembre del 2020 a due anni di detenzione per il reato di ‘speakeraggio’ (sic, nella nostra conclamata democrazia!) durante una manifestazione di protesta al casello autostradale di Avigliana il 3 marzo 2012. Necessario flashback sulle circostanze di quella manifestazione: per il movimento NoTav erano giorni di estrema tensione, dopo gli espropri di quei terreni, in Val Clarea, che erano stati a lungo presidiati – e che nel giro di pochi mesi avrebbero visto l’avvio dell’attuale devastazione, con il cantiere per il tunnel di Chiomonte.
Solo pochi giorni prima, il 27 febbraio, l’attivista Luca Abbà era
precipitato da un traliccio durante un’iniziativa di protesta ed era stato
tradotto in ospedale più morto che vivo. Erano seguite cariche e scontri anche
nei giorni successivi, culminanti appunto con quell’iniziativa del blocco dei
tornelli di Avigliana, intitolata «Oggi paga Monti» e durata neanche mezz’ora.
L’ammanco complessivo era stato di circa € 700, prontamente rimborsati al
gestore. Ma anche per Dana Lauriola, come già per Nicoletta Dosio per la stessa
accusa (“violenza privata” e “interruzione di servizio di pubblica necessità”),
la Procura di Torino era stata severissima: due anni di reclusione, a partire
dal 17 settembre 2020.
Dopo sette mesi, 15 aprile 2021, anche in seguito alla sentita campagna di
sensibilizzazione che era nel frattempo cresciuta sul suo caso nonostante le
restrizioni imposte dal lockdown, a Dana erano stati concessi i domiciliari.
Particolarmente attive durante tutti i mesi precedenti erano state le Mamme
in piazza per la liberta di Dissenso di Torino insieme alle Fomne valsusine, con
i loro presidi sotto le mura del carcere anche nei giorni più cupi e con il
costante sostegno delle donne delle Madri Contro la Repressione di
Cagliari e della Biblioteca UDI di Palermo. Si erano distinte
in particolare l’ex parlamentare Daniela
Dioguardi e Ketty
Giannilivigni, tra le principali promotrici di una raccolta firme
diventata subito virale e ripresa anche da Pressenza).
Una campagna alla quale avevano aderito anche Sabina Guzzanti,
Zerocalcare, Elio Germano con
un personale appello su You Tube e anche Amnesty International, che aveva
dichiarato in una nota :
“Esprimere il proprio dissenso pacificamente non può essere punito con il
carcere. L’arresto di Dana è emblematico del clima di criminalizzazione del
diritto alla libertà di espressione e di manifestazione nonviolenta, garantiti
dalla Costituzione e da diversi meccanismi internazionali”.
E ieri, per appunto, ecco la bellissima notizia dell’anticipato ‘fine
pena’: uno ‘sconto’ di quasi cinque mesi, motivato (a quanto pare) dall’ottima
condotta della ‘reclusa’. In effetti sulla sua pagina Facebook Dana non ha mai
mancato di aggiornare i suoi compagni e compagni circa la ripresa degli studi,
la preparazione degli esami, la partecipazione a manifestazioni culturali, per
esempio nel caso della scorsa edizione del Festival del
Cinema dei Diritti Umani di Napoli, che l’ha vista far parte
della giuria.
Molto bello, intriso di ironia e di giustificata “rabbia per il tempo
negato”, il messaggio con cui la stessa Dana ha diramato ieri la notizia della
riconquistata libertà sulla sua pagina Facebook e che
riportiamo qui integralmente:
“Rieducata. L’ultimo atto di questa grande beffa, giudizio improprio come
quelli precedenti. Serve questa valutazione per chiudere la partita, a quanto
pare. Giustificare la punizione, le stagioni rubate, gli abbracci negati, la
solitudine forzata lunga giorni mesi anni. Rieducata, da chi, perché.
Ero pericolosa e irrecuperabile, hanno scritto che per questo sarei dovuta
andare in carcere e ora sono rieducata. Sulla base di cosa? Com’è una donna
rieducata. Spiegatemelo. Ne voglio conoscere altre come me, rieducate e capire
cosa ci accumuna. Avrebbero dovuto scrivere che la vendetta è conclusa. Vediamo
cosa resta di te, nemica del Sistema. Avrei apprezzato di più, sarebbe stato
più onesto, non pensate?
E ora libera. Torno libera. Di uscire, di respirare, di guardare i lunghi
orizzonti, di sentire l’odore dell’erba. Di alzarmi e decidere cosa fare, di
prepararmi per andare a letto e poi cambiare idea e uscire. Andare al pub.
Citofonare a un amico. Rivedere le persone che amo, che nel frattempo hanno
avuto figli, vissuto lutti, qualche ruga in più. Complici, nel dolore provocato
da questa separazione, ma col cuore pieno di felicità perché la vita ci
permette ancora una volta di stringerci forte. Che grande fortuna.
E fa girare la testa questa libertà, così desiderata in questo lungo tempo
e ora così maestosa e potente. La rabbia per il tempo negato fa scendere
qualche lacrima, grida vendetta.
Sarà una rinascita lenta, lo so. Io sono così. Ho bisogno del tempo e di
riscoprire e riscoprirmi passo dopo passo. Rinasco forte dell’amore e del
sostegno che mi avete dato. Grazie di tutto.”
Ma già ieri sera, eccola a festeggiare la riconquistata libertà lassù in
Val di Susa. Nella foto la si vede abbracciata a Emilio Scalzo, anche lui
liberato di recente, nella calda atmosfera de La Credenza a
Bussoleno. Entrambi ahimè per niente liberi dai vari ‘carichi pendenti’, che
prima o poi torneranno a turbare i loro giorni…
Ma almeno adesso è tempo di celebrare.
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