Come può una persona con una formazione di sinistra sostenere un
governo di cui fa parte una forza politica di estrema destra? Il quesito è stato posto ieri dalla sociologa, e collaboratrice di
Sardinia Post, Lilli Pruna. E’ arrivata la risposta del deputato del Movimento 5 stelle Pino Cabras.Che pubblichiamo volentieri, con l’auspicio
che su questo problema cruciale, si apra un confronto franco e rispettoso
dei diversi punti di vista .
Ho ricevuto molti messaggi in privato o
pubblicamente, in questi giorni. Sono tanti gli elettori di partiti di sinistra
che conoscono il quadro dei valori con cui mi sono formato e a cui mi dichiaro
fedele e pertanto mi chiedono: «Come fai a stare in una maggioranza
parlamentare e di governo con una forza politica fascista e razzista?». Così
indicano la Lega.
Qualche settimana fa, mentre
era in corso il tentativo di formare una maggioranza parlamentare e di governo
con il Pd, erano tanti gli elettori che non votavano a sinistra che conoscevano
le mie posizioni contro l’austerity e pertanto mi chiedevano: «Come farai a
stare con una forza politica complice della macelleria sociale e delle guerre
occidentali degli ultimi vent’anni e dei loro stermini?». Così indicavano il
Pd.
Rispondo a tutti mentre trovo
ancora la mia navigazione sollevata da una marea di voti che fanno del M5S una
forza abbastanza vasta da essere imprescindibile per un governo, ma non
bastevolmente autosufficiente. Gli unici governi possibili richiedono una
negoziazione in cui si trovino punti comuni tra soggetti molto diversi e si
accettino mediazioni lontane dalla propria storia. Inevitabile per chi
sottoscriva un accordo di governo non essere contento di alcuni punti della
negoziazione. Anche perché l’unica alternativa a un accordo come questo sarebbe
stata l’ennesimo governo tecnico, cioè un governo pericolosissimo che avrebbe
aggiunto sofferenze enormi alle sofferenze già inflitte al popolo dai
precedenti governi tecnici.
Ho votato quindi in favore del
“Contratto di governo” senza farmi impressionare dalle poche bandiere subite o
imposte, dalle poche cose che avrei cambiato se avessi da solo il 51%. Ho
guardato alla sostanza vera, grande e importante di questo storico documento.
In cosa consiste dunque il
«radicale cambiamento politico»? Credo che il tutto si possa interpretare con
il vero centro del programma: restituire alla Repubblica italiana i mezzi, i
metodi, gli istituti occorrenti a fare autonomamente Politica Economica, ossia
tutti gli strumenti per i quali la Repubblica è stata invece da molti anni
esautorata dall’attuale struttura istituzionale europea, che ha favorito un
impoverimento sempre più grave dei cittadini e della cosa pubblica, con un
progressivo svuotamento della sovranità popolare.
A tutti coloro che poi
insistono per farmi notare le contraddizioni e i difetti della maggioranza di
governo cui ora diamo inizio, dico una cosa molto semplice: non affannatevi, le
vedo già da me, e so che occorre una capacità di mediazione (e se del caso di
durezza negoziale) che non sarà affatto scontata per correggere o interpretare
importanti dettagli del contratto, sotto l’ombrello della Costituzione.
Il governo nuovo, finalmente
un governo politico che rappresenta la maggioranza degli elettori, ha giurato
sulla Costituzione. Chi parla di un nuovo fascismo alle porte esagera e si fa
impressionare da un pericolo inesistente che lo mette fuori gioco e fuori
fuoco. Ogni atto concreto del governo, ogni suo provvedimento farà i conti con
la Costituzione, che ha un passo più lungo delle bandiere di partito.
Pino Cabras
Deputato del Movimento Cinquestelle
Deputato del Movimento Cinquestelle
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