Voglio insegnare ai docenti un
gioco molto bello. Entrate in classe come sempre, con la faccia preoccupata,
però.
Vi guarderanno strano e forse ci
sarà un po’ di silenzio, senza chiederlo.
Qualcuno chiederà cosa è successo,
e voi gli racconterete che avete letto delle indiscrezioni su come mandare via
tutti questi stranieri ingrati e anche un po’ delinquenti che vivono da noi.
Voi sapete che qualcuno degli
studenti davanti a voi lo dice spesso, che gli stranieri rubano il lavoro, e
cose così.
Direte loro che verranno create le
brigate del lavoro italiano, appena finite le scuole ci saranno tre aree di
intervento, agricoltura, ristorazione e cura delle persone, a casa o in
residenze assistite.
Verranno fatti i calcoli
scientificamente e ipotizziamo per semplicità che un terzo di voi sarà
assegnato a una brigata diversa.
Sarà un passo necessario per
riprenderci i lavori che ci hanno rubato, dicono nelle alte sfere.
– Sta scherzando, vero professore?
– Lasciatemi andare avanti e ne
sentirete delle belle.
Dicevo, un terzo di voi andrà a
lavorare in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, nella raccolta pomodori,
agrumi, e tutto il resto, e quegli africani e quelli dell’Europa dell’Est li
manderanno a casa.
Hanno preparato lo slogan,
“Prodotti italiani raccolti da mani italiani”, già vi piace, vero?
Certo, gli stipendi non sono
granché, 30 euro al giorno per 10-12 ore di lavoro, e ci saranno grandi
tendopoli comunitarie, anche baracche in lamiera, tutto made in Italy.
Qualche vocina proverà ad intervenire,
ma voi gli direte
– Dopo, dopo, lasciami continuare.
Un altro terzo lavorerà nei
ristoranti, lavare piatti, cucinare (ma i posti da chef sono tutti occupati),
servire ai tavoli, insomma, tutto quello che è necessario. Qui si arriva a
mille euro, sempre 10-12 ore, però il ristorante darà un posto letto.
La terza parte, donne soprattutto,
opererà nelle residenze sanitarie, cura delle persone, al posto di romene e
ucraine, vecchi e vecchie e malati italiani curati da mani italiani. Certo, a
volte bisognerà pulire la merda, ma nessuno dovrà essere schizzinoso. Anche qui
un migliaio di euro, per dodici ore di lavoro.
Avrete un futuro assicurato,
ragazze e ragazzi.
Si farà un gran silenzio, udrete
solo il rumore dei vostri passi, mentre uscite per prendere una bottiglietta
d’acqua.
Quando tornerete vi chiederanno:
– Vero che scherzava, professore,
lei scherza sempre…
– Questa, purtroppo, o per fortuna,
è una cosa seria, e dopo tanto parlare le cose succedono.
Vi piace? Un mio collega a metà
giuoco si mise a piangere, pensando alle brigate del lavoro e a quegli studenti
che aveva davanti.
Ps:
grazie a Cesare
Zavattini, lui sa perché
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