vorrei
scrivere queste righe obbedendo solo a una simultaneità di fatti, e cercando di
coglierne un legame senza lasciarmi prendere dalla rabbia e dalla pena; c’è
tanta rabbia in giro, come poca pena, ed quindi è inutile esporre in balcone le
mie;
il fatto
principale è che in queste ore si vota la fiducia al nuovo governo, una
creatura che ora dopo ora appare più problematica di quanto potesse apparire
nei giorni del suo parto; tuttavia è l’unico governo oggi possibile, in quanto
i due contraenti che lo compongono hanno vinto le quote elettorali decisive per
poterlo fare;
il fatto
secondario è che in queste stesse ore si prende la misura dell’omicidio di un
giovane immigrato, ucciso tre giorni fa con un colpo di fucile mentre
aiutava uno dei suoi compagni a prendere lamiere abbandonate per coprire una
delle baracche; gli omicidi, come tante altre cose, non sono mai tutti uguali,
e troppe volte il dovere di prenderne la misura coglie impreparati: in questo
paese ci sono voluti tre giorni per cominciare a farlo;
la misura
dell’omicidio di sacko soumaila si deve prendere considerando che era nero; era
di quella regione subsahariana, il mali, tra le più povere di risorse e tra le
più ricche di spiritualità del mondo; aveva ventinove anni, una moglie e una
bambina di cinque anni; era in italia dal 2010 e non era un clandestino, quindi
svolgeva da molti anni un lavoro regolare in cambio di un salario schiavile;
non lo subiva passivamente, infatti spendeva la sua passione per la fraternità
e la sua intelligenza per il sindacato: non sappiamo se il proiettile che lo ha
ucciso abbia voluto colpire il diritto al sindacato, o il diritto alla
fraternità, o ambedue le cose che a volte, come nel suo ultimo giorno, sono la
stessa cosa;
la misura di
un “fatto” come questo non è solo cronachistica o solo emotiva o solo morale, è
politica: se la politica tace, o riduce, o passa ad altro il dovere della
misura si sposta inevitabilmente su di lei: quanto vale una politica che non sa
guardare in faccia un giovane padre ucciso in quello scenario di apocalisse?
quanto vale il governo che la guida?
queste
domande, come infinite volte è successo, sarebbero destinate a perdersi nel
vento: ma oggi no; oggi esse sono il vero discorso di insediamento del nuovo
governo; l’atto di accusa sospeso su di esso, da oggi, giorno dopo giorno; il
nostro lutto come voto di fiducia: per quello che in questi tre giorni questa
compagine ha fatto e per quello che “non” ha fatto;
in questi
tre giorni il ministro investito per competenza su casi come questo, cioè il
ministro dell’interno, non solo ha taciuto sulle ipotesi di indagine, non solo
ha voltato il capo sul contesto criminale di quella condizione di sfruttamento
schiavistico nota da anni, ma ha speso la sua prima azione da ministro, prima
ancora del voto di fiducia parlamentare, per annunciare la fondazione in italia
del capo sud della linea di filo spinato che parte dall’ungheria: ha cercato il
razzista dichiarato orban come testimone di cerimonia del nuovo governo
italiano;
cari figli
di matteo salvini, è inelegante citarvi in una riflessione che riguarda
l’azione politica di vostro padre, ma purtroppo è lui che in veste di sedicente
papà vi chiama continuamente in causa asserendo che la sua missione è dettata
dal bene paterno che profonde per voi, e ne è talmente convinto che si ritiene
nel giusto quando non si riguarda mai nell’assimilare a voi i figli di tutti i
papà italiani; bene cari, in questi tre giorni vostro padre aveva l’icona di
orban alla sua sinistra, e il cadavere di sacko alla sua destra; ha reso
omaggio al primo, rispetto al quale avrebbe almeno dovuto aspettare
l’approvazione del capo del governo, e ignorato il secondo, rispetto al quale
aveva invece un dovere formale di sollecitudine immediata; e poiché le
sedimentazioni della propaganda restano inevitabilmente sul fondo e purtroppo
hanno riguardato nelle sue esternazioni pubbliche anche voi, mi lascia
sgomento, me che pure sono un padre, che possa vantare questa sua condotta come
compiuta in vostro nome;
queste ore
di ebbrezza, che legittimamente sono vissute con grande espansione d’animo da
lui e da voi, sono ore di pianto per la piccola figlia di sacko soumaila e di
migliaia come lei; se c’è un dio in cielo, come ha potuto esservi un sacko su
questa terra, vi aiuterà a vedere il mondo dal punto di vista dell’orfano e
dello schiavo, dall’altra parte del filo spinato e della ruggine delle lamiere;
e questo è tutto.
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