La scuola ha
perso la bellezza e la potenza che erano state delle caratteristiche proprie
sin dalla sua nascita. I filosofi e i dotti, consci dei pericoli che
l’ignoranza e, ancor di più, la presunzione di sapere costituiscono, dedicavano
gran parte delle giornate all’insegnare ai giovani ciò che avevano imparato e,
nel farlo, ampliavano la propria conoscenza a loro volta. Questo, che sembra
essere uno dei cardini su cui si dovrebbe basare ogni sistema educativo, si è
andato a perdere col passare dei secoli.
L’istituzione,
che dovrebbe essere il fiore all’occhiello di qualsiasi civiltà, è diventata la
zavorra che ne frena invece il progresso: ogni bambino convinto di poter
trovare nella scuola un luogo di confronto di insegnamento e apprendimento
reciproco tra insegnanti e compagni è posto invece dinnanzi alla triste verità
che dialogo e confronto, invece di aumentare di anno in anno, diminuiscono
in modo esponenziale. E il danno maggiore ricade proprio su colui che è
conscio dell’importanza che una cultura ampia e varia costituisce; questi, a
seguito di anni di violenza perpetrata da un sistema educativo malato, risulta
ormai privo della scintilla che animava in lui la voglia di imparare, e si
ridurrà ad essere più simile ad un animale ben ammaestrato piuttosto che ad una
persona in grado di agire e di pensare autonomamente.
Chi subisce
questa sorta di violenza, così incarnata nella sua forma peggiore, tende a
reagire in tre differenti modi: quello sopra descritto, in cui alcuni alunni
promettenti per mancanza di sicurezza si rassegnano a far parte del sistema,
che diventa così socialmente accettato; quello per cui molti non riescono a
sviluppare autonomamente il piacere per la conoscenza, e quindi accettano il
sistema educativo per quello che è, ciechi della bellezza che potrebbe
costituire se fosse sviluppato nel modo corretto; infine, l’ultima reazione,
che sembra essere quella più rara, consiste nello sviluppare una generale
diffidenza e intolleranza nei confronti della scuola nella sua totalità. Questi
ultimi alunni, scontrandosi con la triste realtà, non sono in grado di
tollerare tanta corruzione condensata in una stessa istituzione e finiscono per
divenire indifferenti ad essa; ma fortunatamente non lo diventano mai
verso la conoscenza, tanto che, per migliorare la situazione, inevitabilmente
si scontrano con la scuola e ancor di più con l'intera società di cui è parte.
Ciò che è più
frustrante è che proprio la scuola — che dovrebbe dare le armi per cambiare ciò
che nella vita di tutti i giorni non funziona — costituisce il problema.
L’insegnante
troppo spesso non è in grado di avvalorare le proprie parole poiché anch’egli
in realtà non ne conosce il significato. I concetti
vengono mostrati come estranei a qualsiasi tipo di contesto pratico, e, per
questo, la maggior parte delle volte essi non vengono compresi appieno dagli
studenti (sono infatti costretti ad imparare a memoria formule di cui non
colgono il senso). Inoltre, molti di coloro che hanno scelto di insegnare hanno
avuto come unica motivazione quella di trovare un lavoro stabile, che potesse
banalmente garantire loro una vita dignitosa, economicamente parlando, senza
possedere una sincera vocazione per l’insegnamento o una passione vera per la
propria materia di competenza.
Prova eclatante
della decadenza del sistema scolastico è la riluttanza del professore ad
ammettere un errore e a rendersi disponibile ad ascoltare lo studente. Questo
fenomeno si manifesta come diretta conseguenza della fede che il professore
nutre nei confronti del proprio ruolo: assumendo per vero tutto ciò
che gli è stato insegnato, egli non accetta che lo si metta in dubbio, perché
costituisce l’unico elemento che lo legittima ad insegnare. Così, si
manifesta la volontà di ignorare la verità e di soffermarsi su ciò che più
convince i presenti.
È paradossale il
fatto che non solo chi ha realmente cambiato il mondo si sia sempre dovuto
scontrare con la grande massa di chi condivideva idee a lui avverse, ma che,
pur elogiando chi possiede una certa autonomia di pensiero, tutti cerchino di
stroncare ogni accenno di idea che si discosti dalla quelle possedute malamente
dalla massa. I ribelli come Galileo, Dante, Mandela, ecc. ottengono
seguito e fama solo dopo avere attuato la propria rivoluzione, prendendo le
distanze proprio da coloro che li hanno 'intralciati'.
La peggiore
conseguenza del sistema educativo dei nostri giorni è probabilmente la perdita
del coraggio di vivere la propria vita.
« Non fate mai nulla contro la vostra coscienza, anche se è lo Stato a
chiederlo. » (A. Einstein)
Riflessioni degne di attenzione. Grazie.
RispondiEliminabisogna apprezzare chi la pensa diversamente da te, e lo argomenta...
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