L’esperienza di Recoleta, comune del Gran
Santiago amministrato dal sindaco Daniel Jaude, del Partito comunista cileno.
Recoleta è uno dei trentasette comuni che
formano il Gran Santiago, l’area metropolitana della capitale cilena. Il comune
sorge a nord del rio Mapocho, il fiume terroso che attraversa la città, ha
gli stessi abitanti di Reggio Emilia, 170 mila, concentrati in appena 16km2,
meno del centro storico di Roma. Ha la forma di un trapezio che si sviluppa da
nord a sud in un susseguirsi fitto di costruzioni, vecchie case basse e
palazzoni di venti piani, dove vive un ceto popolare e di classe media bassa,
prevalentemente impiegata nelle piccole imprese dei servizi, nella manifattura
e nel commercio al dettaglio, che ruotano attorno al grande mercato comunale de la Vega. Non c’è
miseria e non ci sono lussi.
Dal 2012 il sindaco è Daniel Jaude, del
Partito Comunista Cileno. Jaude è figlio di piccoli commercianti della comunità
palestinese emigrata in Cile, è architetto, sociologo ed esperto in edilizia
popolare. La sua vita è un cammino parallelo tra il lavoro di architetto,
studioso specializzato in sviluppo locale e l’impegno politico, da militante,
candidato alcune volte sconfitto ma mai vinto, amministratore molto apprezzato.
Da sindaco, grazie a un’interpretazione astuta
della legge, ha aumentato i campi di intervento in capo al municipio,
trasformandolo progressivamente in “ente economico”, per rispondere ai bisogni
dei cittadini cileni, abituati a vivere in un paese dove l’intervento pubblico
è minimo e lo Stato è pensato come sussidiario ai servizi offerti dal mercato.
Nel 2015 a Recoleta nasce “Ricardo Silva
Soto”, la prima farmacia popolare cilena. Il municipio compra famarci nel
mercato nazionale e internazionale, riducendo così i costi della catena di
distribuzione e il prezzo di vendita al banco fino al 70% rispetto a quelli
delle farmacie commerciali. Il successo dell’iniziativa è stato inizialmente
osteggiato dai laboratori farmaceutici nazionali, i quali tentarono di
boicottarla aumentando i prezzi con i quali rifornivano le farmacie popolari.
Un’inchiesta dell’istituto di salute pubblica scoprì la manovra e sanzionò i
laboratori.
In due anni sono nate farmacie popolari in molti
comuni cileni e si sono organizzate in gruppi di acquisto, riducendo
ulteriormente i prezzi all’ingrosso. Si tratta di piccolo esperimento, non
certo la soluzione al problema del mercato dei farmaci cileno, un oligopolio
dove tre catene farmaceutiche si contendono il 90% del mercato e controllano i
prezzi. Per quanto piccolo, è innegabile che il caso delle farmacie popolari
abbia rappresentato un sollievo per i consumatori, più che proporzionale per
quelli di minor reddito.
Jaude non si è fermato alle farmacie, ha poi
fondato Recoletras e Recomúsica per
la vendita di libri e DVD, uno studio dentistico, un ottico Óptica Popular, una
ditta di edilizia e l’università Abierta de Recoleta. Tutte queste iniziative sono
promosse da Innova Recoleta, ente municipale, presieduto dallo
stesso Jaude, che si occupa di innovazione e sviluppo locale, funziona come
istituto di formazione, incubatore di imprese e lavora in coordinamento con
imprenditori, associazioni, cooperative e le juntas de vecinos, i consigli di quartiere.
L’ultima iniziativa di Innova Recoleta è Energía Popular,
per rifornire di energia fotovoltaica il municipio e annullare i costi delle
bollette per i più poveri. Vista la carenza di spazio, si stanno installando i
pannelli fotovoltaici acquistati dal comune sui tetti delle abitazioni private,
in cambio della fornitura elettrica gratuita. Ciascun pannello infatti produce
400 Watts e l’eccedente del consumo domestico viene trasferito alla rete
elettrica convenzionale. Ad oggi ne sono installati sei, partendo dalle
abitazioni di un gruppo di 43 persone, soprattutto pensionati poveri,
l’obiettivo è arrivare a 500 famiglie in 5 anni.
Secondo le intenzioni di Jaude, Energía Popular è
un capitolo di un piano più ampio di Sovranità energetica, che punta – in
collaborazione con altri municipi – a produrre localmente l’energia consumata e
ridurre i costi a carico delle famiglie, aumentati di circa il 20% nel corso
del 2019. La principale distributrice di energia elettrica nel paese è la
multinazionale italiana Enel, presieduta da Herman Chadwick Piñera, cugino del
presidente della repubblica e fratello dell’ex ministro dell’interno, Andrés,
considerato – con voto parlamentare – responsabile politico delle violenze dei
carabinieri ai danni dei manifestanti, durante le proteste dello scorso
ottobre. In scala, il progetto di Jaude ricorda quello della centrale
Montemartini di Roma, inaugurata dalla giunta Nathan nel 1912 per la produzione
pubblica di energia.
Il caso di Recoleta è una esperienza nuova per
il Cile, la cui organizzazione statale è fortemente centralizzata, ma si
ricollega con l’esperienza del socialismo municipale europeo di fine ’800 e
inizio ’900. In quei decenni, come spiega Patrizia Dogliani, i socialisti si
trovarono a gestire numerose amministrazioni locali di tante città europee. Il
concetto di municipalizzazione venne declinato in chiave socialista, ovvero con
l’acquisizione da parte del comune di prerogative di governo del territorio
organizzate in vere e proprie aziende.
Si crearono circoli virtuosi tra le
cooperative dei lavoratori dei servizi, leghe di consumatori, società di mutuo
soccorso e il governo locale. Il municipio divenne ente politico e non solo
amministrativo, offrendo risposte istituzionali alle crescenti aspettative
sociali e al contempo modificando la struttura produttiva e quella fiscale.
In Italia, nel 1889, il Partito operaio
conquista la prima amministrazione, Imola, feudo politico di Andrea Costa, che
aveva traghettato alla fine degli anni ’70 parte del movimento proletario
italiano dall’anarchismo al socialismo. In Francia, l’esperienza
amministrativa, servì come scuola ai socialisti per trasformarsi da movimento
rivoluzionario a forza di governo. Il caso cileno non solo ripropone in nuovi
termini elementi del socialismo municipale europeo di un secolo fa, ma presenta
un esempio interessante del movimento del municipalismo libertario contemporaneo,
quello di Murray Bookchin, che punta a cambiare la società a partire
dall’impegno locale, soddisfacendo i bisogni umani rispettando l’ambiente, e
basato su un’etica della cooperazione. Come ha scritto Ida Dominijanni “è nei
tempi di crisi in cui in cui l’immaginazione politica lavora meglio, e salta
con una creatività e una velocità impensabili in tempi normali”. E guardare
lontano, fino alla piccola Recoleta in Cile, può dare stimoli a chi coltiva
l’immaginazione politica.
(*) Fonte: https://www.lamericalatina.net/
Nessun commento:
Posta un commento