Trecentosedici giorni di sciopero della
fame. Il bassista del Grup Yorum, il popolare gruppo musicale turco – noto in
Italia soprattutto per la sua splendida esecuzione davanti a una folla oceanica
di Bella Ciao – è arrivato oltre il limite di ogni
umana possibilità di resistenza. Ha incredibilmente trovato la forza di
scrivere ancora una lettera a l’Humanite, che l’ha pubblicata domenica scorsa. Non possiamo non
pubblicarla anche noi, ringraziando per questo, in modo tutt’altro che formale,
il quotidiano francese. Ibrahim racconta in prima persona le ragioni di una
lotta straordinaria vissuta insieme, fino alle estreme conseguenze, a Helin Bölek e
Mustafa Kocak, i due altri giovanissimi
componenti del gruppo che sono stati lasciati morire nei giorni scorsi. Ibrahim
ha il diritto e sente il dovere di farlo, per questo le sue parole devono
arrivare ovunque sia possibile, perché quello che si sta consumando in questo
mese in Turchia, all’ombra della pandemia, è un atto di barbarie. Un atto che
può lasciare esterrefatto solo chi abbia scarsa dimestichezza con la conoscenza
dei livelli raggiunti dalla repressione del regime di Erdogan. Quel regime
accusa tutto il Grup Yorum di “terrorismo” ma le note e le parole di Ibrahim
hanno un altro profumo, quello inconfondibile di un uomo che usa il corpo come
uno strumento per esprimere un disperato desiderio di libertà. Un desiderio per
il quale quest’uomo e i suoi compagni sono disposti a morire. Non vanno
lasciati soli. Scrivete a comitatosolidalegrupyorum@gmail.com e
seguite la lotta nei prossimi giorni qui: https://www.facebook.com/freegrupyorum/
La lettera di
Ibrahim Gökçek
Dalla
mia camera da letto, in una delle baraccopoli di Istanbul, guardo fuori dalla
finestra il giardino. Uscendo, potevo vedere il Bosforo di Istanbul un po’ più
lontano. Ma ora sono a letto e peso solo 40 chili. Le gambe non hanno
più la forza di trasportare il mio corpo. Al momento, posso solo immaginare
il Bosforo.
Sono
sul palco, con la cinghia della chitarra attaccata al collo, quella con le
stelle che mi piace di più…Di fronte a me, centinaia di migliaia di persone,
con i pugni alzati, cantano “Bella Ciao”. La mia mano batte le corde
della chitarra come se fosse la migliore del mondo…Le gambe sono forti… Potrei
fare avanti e indietro da Istanbul.
Queste due affermazioni sono reali … Entrambe sono mie, sono la
nostra realtà. Perché vivo in Turchia e faccio parte di un gruppo che produce
musica politica. E così, la mia storia rappresenta la grande storia del mio
Paese… Oggi sono passati 310 giorni (adesso diventati 316, ndt) da
quando non mangio. Diciamo che “Mi esprimo per fame” o che “Mi hanno
tolto il basso e per esprimermi uso il mio corpo come strumento“.
Mi
chiamo Ibrahim Gökçek …Per 15 anni ho suonato il basso nel “Grup Yorum”.
Il Grup Yorum, creato 35 anni fa da 4 studenti, ha una storia a
scacchi come quella della Turchia. Questa storia ci ha portato fino ad
oggi ad uno sciopero fino alla morte per potere fare di nuovo concerti.
Una di
noi, la mia cara compagna Helin Bölek, è morta il 3 aprile, il 288
° giorno di sciopero della fame illimitato. Sono io che ho raccolto il
testimone. Forse ti chiederai: “Perché i membri di un gruppo musicale
fanno uno sciopero della fame fino alla morte? Perché preferiscono un mezzo di
lotta tanto spaventoso come lo sciopero della fame illimitato? ”.
La
nostra risposta è nella realtà bruciante che ha portato Helin a sacrificare la
vita a 28 anni e che mi spinge a dissolvermi ogni giorno di più:
Siamo nati nelle lotte per i diritti e le libertà
iniziate in Turchia dal 1980. Abbiamo pubblicato 23 album per riunire cultura
popolare e pensiero socialista. 23 album venduti in totale per oltre 2 milioni
di copie. Abbiamo cantato i diritti degli oppressi in Anatolia e in
tutto il mondo. In questo paese, tutto ciò che vivevano coloro che combattevano
per i loro diritti, gli oppositori, coloro che sognavano un paese libero e
democratico e anche noi che cantavamo le loro canzoni, vivevamo le stesse cose: eravamo guardati a vista, imprigionati, i nostri concerti erano
proibiti, la polizia ha invaso il nostro centro culturale e fracassato i nostri
strumenti. E per la prima volta con l’AKP al governo della Turchia, siamo stati
inseriti nella lista dei “ricercati terroristi”.
Questo è il motivo per cui oggi ho deciso, anche se ti
sembrerà folle, di smettere di mangiare. Perché, nonostante la qualifica che mi è stata
data, non mi sento assolutamente di essere un terrorista.
Il motivo per cui siamo stati inseriti in questo
“elenco terroristico” è il seguente: nelle nostre canzoni parliamo di minatori
costretti a lavorare sotto terra, di lavoratori assassinati da incidenti sul
lavoro, di rivoluzionari uccisi sotto tortura, di abitanti dei villaggi il cui
ambiente naturale viene distrutto, di intellettuali bruciati, di case distrutte
nei quartieri popolari, dell’oppressione del popolo curdo e di quelli che
resistono.
Parlare di tutto ciò in Turchia è considerato “terrorismo”. Coloro da 30 anni
pensano che non è più tempo di socialismo internazionalista e che un’arte come
la nostra non abbia pubblico si sbagliano.
Abbiamo tenuto concerti che hanno raccolto il pubblico
più vasto nella storia della Turchia e ospitato artisti provenienti anche da
fuori della Turchia. Nello
stadio Inönü di Istanbul, 55.000 spettatori hanno cantato all’unisono canzoni
rivoluzionarie. Dal palco ho accompagnato con la chitarra un coro straordinario
formato da 55.000 persone durante l’ultimo dei nostri concerti dal titolo
“Turchia indipendente”, con ingresso gratuito: c’era quasi un milione di
persone. Per 4 anni consecutivi, abbiamo invitato progressisti e artisti dalla
Turchia sul nostro palco. In uno dei nostri concerti, Joan Baez è
salita sul palco con una delle chitarre che la polizia ha distrutto nel nostro
centro culturale.
Da sempre il Grup Yorum è da sempre stato vittima
della repressione in Turchia. Ma dopo la proclamazione dello stato di emergenza
dichiarato dall’AKP nel 2016 e la crescente repressione di tutte le categorie,
giornalisti, progressisti, accademici, abbiamo capito che ci aspettava una
repressione ancora più feroce. Una mattina, al risveglio, abbiamo
scoperto che 6 di noi erano stati inseriti nella “lista dei terroristi”. Il mio
nome era in questo elenco. Un chitarrista che 5 anni fa aveva
partecipato a un concerto che aveva raccolto più di un milione di spettatori
era diventato un terrorista ricercato e sulla sua testa era stata posta una
taglia. L’AKP al governo, ad ogni crisi, intensifica le sue aggressioni e
reprime fasce sempre più numerose della popolazione.
Dopo la pubblicazione di questo elenco, in due anni,
il nostro centro culturale ha subito nove attacchi dalla polizia. Quasi tutti i nostri membri sono
stati imprigionati e si è arrivati al punto che non ci sono più membri del Grup
Yorum. Siamo stati obbligati ad assumere nuovi musicisti per
continuare a esibirci nei concerti. Abbiamo dovuto organizzare concerti con i
giovani dei nostri cori popolari. Nello stesso tempo, per contrastare
gli attacchi, abbiamo rilasciato comunicati stampa e petizioni. Ma tutto ciò
non ha fermato la repressione.
Nel febbraio 2019, durante una riunione nel nostro
centro culturale, sono stato arrestato e nel maggio 2019, abbiamo iniziato lo
sciopero della fame per
“fare revocare il divieto dei nostri concerti, fermare le aggressioni al nostro
centro culturale, per fare rilasciare tutti i membri incarcerati del nostro
gruppo e cancellare i processi avviati contro di loro e perché venissero
cancellati i nostri nomi dall’elenco dei terroristi”. Successivamente, con
Helin Bölek, abbiamo trasformato la nostra azione in uno sciopero della fame
illimitato. Ciò significava che non avremmo rinunciato a questo sciopero della
fame fino a quando le nostre richieste non fossero state accettate. Al prezzo,
se necessario, della nostra stessa morte.
Durante i nostri processi, Helin e io fummo
rilasciati, ma nonostante il diffondersi del sostegno popolare, di quello di
artisti e di membri del Parlamento, il governo si è rifiutato di ascoltare le
nostre richieste. Helin ai parlamentari che la visitarono disse: “Se
ci prometteranno di permetterci di fare un concerto, interromperò lo sciopero
della fame illimitato”. Ma anche questa promessa ci è stata negata. Di
più: il governo ci ha impedito di organizzare il suo funerale secondo i
desideri di Helin. Helin riposa in un cimitero di Istanbul, coperta da un
lenzuolo bianco.
Ora la stanza accanto alla mia è vuota, quanto a me, che da qualche tempo vivo dentro un letto, non so come finirà il mio viaggio. La battaglia che si sta impegnando nel mio corpo si concluderà con la morte? Oppure con la vittoria della vita?
Quel che so con maggior forza in questa lotta, è che, fino alla soddisfazione delle nostre rivendicazioni, mi aggrapperò alla vita anche in questo cammino verso la morte.
Ora la stanza accanto alla mia è vuota, quanto a me, che da qualche tempo vivo dentro un letto, non so come finirà il mio viaggio. La battaglia che si sta impegnando nel mio corpo si concluderà con la morte? Oppure con la vittoria della vita?
Quel che so con maggior forza in questa lotta, è che, fino alla soddisfazione delle nostre rivendicazioni, mi aggrapperò alla vita anche in questo cammino verso la morte.
(*)
testo ripreso da Comune-info
In
“bottega” vedi L’assassino
si chiama Erdogan e Helin Bölek:
Bella Ciao per sempre (di Doriana Goracci)
#FREEGRUPYORUM
#FREEPEOPLESLAWYERS #ONEDAYHUNGERSTRIKE #2MAGGIO
Appello a partecipare numerosi allo sciopero della
fame europeo di un giorno in solidarietà con Grup Yorum e gli Avvocati del
popolo – OGNI SABATO
Come
aderire?
Manda
una tua foto con un cartello con scritto:
«In
sciopero della fame per un giorno in solidarietà con Grup Yorum e gli Avvocati
del popolo.
Vogliamo
che le giuste richieste siano accettate!
Free
Grup Yorum! Free People’s Lawyers 2 Maggio»
Sosteniamo
le richieste di #GrupYorum:
– La
fine delle incursioni della polizia nel Centro Culturale İdil
– La
cancellazione dalla lista dei ricercati dei membri del Grup Yorum
– La
rimozione del divieto dei concerti di Grup Yorum
– La
cessazione delle accuse contro i membri di Grup Yorum
– Il
rilascio di tutti i membri di Grup Yorum attualmente in carcere
Sosteniamo
le richieste degli #Avvocati del popolo che chiedono di poter difendere i loro
clienti!
Lo scorso sabato 25 aprile in Europa hanno aderito
allo sciopero della fame circa 1200 persone
QUI
il canale youtube di Grup
Yorum
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