se
si tiene conto che c’è di mezzo la scienza, si viaggia nel tempo, c’è la
tecnologia, c’è un’indagine senza polizia, la ricerca di una o più persone, un
complotto, una setta, che l’ambientazione è prevalentemente a Calcutta, che è un
mondo altro dal nostro, se si tiene conto che è misterioso, che è una corsa
contro il tempo, il romanzo è di fantascienza.
e
se si aggiunge che è scritto benissimo, e altrettanto bene tradotto da Anna Nadotti,
ci sono scuse per non leggere Il cromosoma Calcutta?
avvertenza: se lo inizi non puoi
smettere, ma alla fine ti sarà piaciuto molto, promesso
Antar, il
protagonista di Il cromosoma Calcutta di Amitav Ghosh (Neri Pozza, 2008,
traduzione di A. Nadotti), si trova a cercare una persona misteriosamente
scomparsa: Murugan, personaggio eccentrico che lavorava nella sua stessa
azienda.
Per capire che fine possa aver fatto l’uomo, del quale resta solo un frammento
del tesserino di riconoscimento, Antar si fa aiutare da un’intelligenza
artificiale. Perché Murugan è scomparso senza lasciare traccia? Quale segreto
nasconde? Antar ricorda di averlo conosciuto di persona in un lontano passato e
il ricordo del loro incontro torna nella sua mente.
Quando i due uomini si
conobbero, un racconto singolare caratterizzò la loro conversazione: la storia
degli studi e delle scoperte di Ronald
Ross, medico americano che praticava ricerche sulla malaria. Nel
racconto di Murugan, molti personaggi ambigui entrano in contatto con Ross, che
diventerà premio Nobel per la medicina. Fra questi spicca Lutchman, che
incontra il medico in maniera apparentemente casuale e diventa sua cavia. Ma
Murugan espone ad Antar una teoria complessa, che vede Ross usato come
strumento da poteri superiori con lo scopo di ricavare una delle scoperte
scientifiche più importanti per il genere umano.
È il cosiddetto “cromosoma
Calcutta”, una forma di mutazione del DNA che potrebbe portare a eccezionali
risultati nel campo della medicina. Murugan spiega ad Antar che la riproduzione
del cromosoma avviene in maniera differente da quanto conosciuto sinora e le
sue potenzialità curative, in particolare nei confronti dei danni cerebrali
causati dalla sifilide, sono eccezionali.
Antar, all’epoca, non aveva dato troppo peso ai racconti di Murugan, e ne perde
i contatti fin quando non si sente in dovere di cercarlo…
Se pensiamo alla fantascienza siamo abituati ad immaginare pianeti
lontani, navicelle spaziali e creature mostruose. In questo caso particolare Il Cromosoma Calcutta rimane legato
all’aspetto più letterale del termine, in quanto di parla di scienza da
laboratorio, di ricerca, di provette, campioni, camici e analisi ematiche.
Sul
limite di un confine difficile da identificare, Amitav Ghosh si
muove con estrema maestria e crea un racconto avvincente, verosimile, in cui
diventa quasi impossibile capire cosa sia realtà e cosa sia finzione
letteraria.
Le sequenze temporali di questo romanzo sono costruite a regola d’arte; i pezzi
del racconto vengono scelti e aggiunti con estrema cura, a suscitare sempre di
più l’interesse nella lettura.
I personaggi, pur provenendo da luoghi e tempi lontani e non avendo
apparentamenti punti in comune, si avvicinano e si incontrano in quanto legati
da un comune denominatore.
Ed è così che Antar ritrova per caso una tessera di riconoscimento e viene a
conoscenza delle vicende di Murugan, disperso a Calcutta mentre stava
investigando su Ronald Ross, colui che aveva scoperto i metodi di trasmissione
della malaria. Le scoperte di Ross però non sono così lineari, c’è qualcosa al
di là di quello che appare: cospiratori in grado di condizionare il succedersi
degli avvenimenti, che non sono poi così casuali, e di minacciare coloro che si
oppongono al “progetto”…
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