venerdì 18 marzo 2022

La guerra: troppo seria per lasciarla ai generali

 La guerra è una cosa troppo seria per lasciarla fare ai generali, diceva Georges Clemenceau in altri tempi.

Ma i tempi cambiano, adesso i generali sono prudenti, e i politici sono incendiari, ed è un grave problema.

Vorrei provare a fare un piccolo ragionamento, che riguarda l’ignobiltà dei sostenitori dell’Ucraina che inviano armi, oltre che l’ignobiltà di Zelensky, non certo la nobiltà di Putin.

Intanto provo a fare una ricostruzione dei fatti, spero condivisibile e condivisa.

In questa storia ci sono anche i bari, che si chiamano Usa e Nato (dell’Europa nessuno si senta escluso), che avevano promesso che la Nato non si sarebbe allargata a Est. Nel grande gioco iniziato dopo la caduta del Muro di Berlino gli Usa e la Nato, contrariamente alle promesse di disgelo definitivo, hanno per trent’anni allargato la ragnatela della Nato per soffocare la Russia, questo è un fatto, basta guardare le carte geografiche, una partita a scacchi nella quale la Nato ha conquistato molte caselle che dopo il 1989 erano diventate libere.

Negli ultimi anni la Nato voleva inglobare l’Ucraina, per chiudere la Russia e per potere, se necessario, piazzare i suoi missili sui confini a est, oltre che chiudere il Mar Nero alle navi russe.

Nel 2014 la Russia si è ribellata al gioco Nato, si è ripresa la Crimea, e un referendum nel quale hanno votato i tre quarti degli aventi diritto, e di questi il 96% ha votato per l’annessione alla Russia (sulla legalità di tale determinazioni ci sono diverse opinioni, per esempio qui e qui) e ha sostenuto le due repubbliche russofone del Donbass.

Da allora sono successe molte cose in questi anni, la Russia ha continuato, ignorata, a chiedere che l’Ucraina non entrasse nella Nato, che la Crimea russa venisse riconosciuta e che le repubbliche del Donbass (in una continua situazione di guerra a bassa intensità, ma temo che le vittime non sarebbero d’accordo sull’aggettivo bassa) avessero un’ampia autonomia, e quest’autonomia fu riconosciuta dagli accordi di Minsk, che purtroppo non divennero mai operativi.

Interpretando che le cose stessero diventando pericolose per la Russia, Putin ha insistito che venissero discusse (con Ucraina, Usa, Nato) le sue richieste, per poter raggiungere i suoi obiettivi, evidentemente.

Risposta non pervenuta.

A questo punto ha cominciato ad ammassare le truppe ai confini, per dimostrare che faceva sul serio.

Risposta non pervenuta.

Intanto Usa e Nato, parole di Biden, in caso di invasione non sarebbero intervenuti.

Un aiutino all’invasione, conoscendo la psicologia, le paure e le ambizioni di Putin e così è successo.

Fino a qui la ricostruzione dei fatti.

E invasione e guerra ci sono state, mai così prevedibili, previste, auspicate, caldeggiate.

Premetto che non si parla della nobiltà di qualcuno, ma della ignobiltà di tutti.

Di Putin (e della Russia) mi sembra che parlino tutti, o quasi, male, abbastanza a ragione direi, ma mi interessa qui provare a dimostrare l’ignobiltà di chi sta a occidente della Russia.

Le carte di Zelensky non sono molto buone, i suoi alleati europei lo sanno, ma rilanciano sempre più, mandano armi, forse qualche volontario, foreign fighters buoni, chissà.

Il primo ignobile è il comico Zelensky, che non fa ridere, ha messo sul tavolo da gioco non il suo tesoro personale (al sicuro nei paradisi fiscali), ma la vita di 42 milioni di ucraini, un piatto pesante, la Russia ha accettato la partita.

In altri tempi uno come Zelensky sarebbe stato giustiziato per tradimento, ama il suo paese così tanto da spostare i suoi soldi al caldo, ma gioca con la vita dei connazionali.

(Qualcuno dirà che i conti nei paradisi fiscali li hanno tutti, ma è una bugia)

Zelensky ha detto l’altro giorno che l’entrata dell’Ucraina nella Nato non è nei piani (non poteva dirlo e scriverlo un mese fa?), intanto fa i suoi appelli alle armi in videoconferenza nei parlamenti occidentali, che gli tributano standing ovation.

 

Dove sta l’ignobiltà dell’Europa?

Ci sono tanti motivi, eccone alcuni:

per aver scelto di seguire gli interessi Usa, tra cui la distruzione nei fatti dell’Europa, un suicidio;

per dare armi ai mercenari ucraini, come se fosse normale, come se buttare la benzina nel fuoco lo facesse spegnere prima;

per aver scelto di aumentare gli stanziamenti di guerra nei bilanci statali (sapendo che le spese “sociali” diminuiranno nella stessa misura, almeno), per aver scelto di impoverire i cittadini europei, ormai solo nazionali;

per non aver fatto niente per scongiurare la guerra.

 

Quali sono gli obiettivi dell’Europa?

Comprare il gas del fracking Usa a prezzi tripli rispetto ai prezzi del gas russo?

Sostituire Putin con un ubriacone come Eltsin? E se a sostituire Putin fosse uno Stalin?

Rubare le risorse naturali russe, come si è fatto in Iraq e in Libia?

Ottenere manodopera a buon prezzo, di visi pallidi?

Far ripartire le economie nazionali col traino delle imprese di costruzioni italiane, francesi e tedesche?

Sostenere le imprese di armamenti, che contribuiscono al finanziamento dei politici vanesi, elargiscono tangenti (scusate, si dice commissioni) ai politici, e che magari li assumono a fine carriera?

E cosa succederà se e quando la Scozia e la Catalogna si staccheranno da Gran Bretagna e Spagna, referendum o bombe?

E cosa succederà se e quando fra 25 anni la Germania, riarmata, democraticamente un po’ nazista, metterà i suoi missili contro la Francia per riprendersi Alsazia e Lorena?

Qualcuno si ricorderà di questi mesi?

Si ricorderà qualucuno che il Kosovo serviva per piazzare basi Nato, e che l’Ucraina potrebbe avere la stessa destinazione d’uso?

 

Lasciamo da parte gli Usa, il paese più terrorista del mondo non ha bisogno di motivi per fare quello che fa, è la sua natura, nelle banconote, in filigrana, sotto In God We Trust (Crediamo In Dio), è scritto Shock And Awe (Colpisci E Terrorizza).

 

Il motto delle Nazioni Unite sarà Mors Tua Vita Mea, visto l’incessante impegno dell’Onu per la pace.

 

Intanto seguiamo, impotenti, la partita a poker.

 

L’ipotesi più probabile è che la Russia otterrà (quasi) tutto quello che chiedeva, e che la guerra prevedibile, prevista, auspicata, caldeggiata sarà stata inutile, e naturalmente anche l’Ucraina otterrà una pace a condizioni ottime.

Solo che all’accordo di pace si poteva arrivare prima della guerra, se solo l’ignobile Europa si fosse adoperata in quella direzione.

Alla fine i vincitori saranno i Padroni universali, i Masters of War, i signori delle guerre, e i sicuri perdenti, che novità, la povera gente.

La Russia sarà considerata dalla comunità internazionale (così si autodefiniscono i paesi della Nato) uno stato reietto, perché ha fatto una guerra sbagliata, a differenza degli Usa e degli stati europei, che, come sanno tutti, fanno solo guerre giuste.

E la Cina, seduta sulla riva del fiume, guarda i cadaveri (degli stati) passare, sapendo che poi toccherà a lei.

Probabilmente negli Usa qualche pazzo starà sperando in un’altra guerra mondiale in Europa, e per la terza volta in un secolo gli Stati Uniti d’America salverebbero l’Europa e il mondo.

Una proposta: e se al tavolo per discutere un duraturo accordo di pace sedessero solo i pacifisti ucraini e i pacifisti russi?

Francesco Masala...

continua qui

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