venerdì 18 marzo 2022

Aveva ragione Marx - Nestor Halak

 

Aveva ragione Marx. La religione, l’ideologia, il diritto, sono solo sovrastrutture, quello che conta sono i rapporti di produzione e conseguentemente i rapporti di forza. La presente involuzione autoritaria dello stato italiano lo dimostra. Il potere non ha neppure bisogno di cambiare la legge, basta non rispettarla, basta osservarla solo formalmente e contraddirla nella sostanza. Nessuna costituzione, nessun sistema di diritti, nessuna magistratura, nessun garante è in grado di assicurare il rispetto della legge se non ci sono, sottostanti, i rapporti di forza necessari. La prima repubblica non è caduta sotto i colpi dell’inchiesta mani pulite, è stata la caduta della prima repubblica che ha consentito lo sviluppo dell’inchiesta mani pulite.

L’Italia e l’Europa del dopoguerra sono state possibili a causa della divisione del mondo stabilita a Yalta, la sinistra italiana ed europea si reggevano, in ultima istanza, sull’esistenza dell’Unione Sovietica che era la solida forza sottostante, indipendentemente da qualsiasi aiuto concreto. Il welfare europeo è stato possibile perché esisteva lo spauracchio sovietico. I padroni concedevano perché avevano paura dei comunisti e questo ha consentito in occidente il periodo più florido dell’umanità dalla fine del paleolitico.

Infatti, non appena l’Unione Sovietica è caduta, la sinistra mondiale si è sfaldata perché si è esaurita la potenza che la sosteneva, gli uomini politici di sinistra si sono immediatamente venduti al liberismo e si sono affrettati a salire sul carro dei vincitori. Gli equilibri sono saltati: con la loro sola esistenza il PCI e della CGIL com’erano negli anni 60, inducevano il potere ad emanare lo statuto dei lavoratori, col PD e la CGIL di oggi si fa il job act e poi non si rispetta neppure quello.

La situazione internazionale e la mancanza di alternative ideologiche lasciano libero il campo al capitalismo più sfrenato, che con tutta probabilità, porterà diritto alla sua stessa distruzione di qui a pochi anni. Il problema è che trascinerà tutti noi nel suicidio. La follia covidiana ce ne da un’idea precisa. La contrapposizione tra potenze rivali di oggi assomiglia a quella che esisteva prima della grande guerra, è basata solo sulla potenza, non è ideologica, non si fonda più, come durante la guerra fredda, su due sistemi sociali differenti, e non produrrà di nuovo un’Europa del benessere.

Eppure, sulla carta, sembra che i popoli possano facilmente modificare i rapporti di forza col potere. Un tempo si usava dire: mettiamo che il governo dichiari la guerra e nessuno ci vada. Ovviamente non si farebbe la guerra. Lo stesso vale per il lasciapassare sanitario: se il commissario globalista all’Italia decretasse il lasciapassare sanitario e nessuno se ne munisse, ma tutti continuassero a vivere come prima, la misura crollerebbe immediatamente. Il potere si fonda sull’obbedienza delle masse: distruggerlo è semplice, basta disubbidire. Bisogna farlo in massa, però, non solo in pochi coraggiosi, che guarda caso sono chiamati vili dai vili perché avrebbero paura degli aghi. In questo l’ideologia o se preferite l’illusione dell’ideologia, aiuta: di per sé non smuove le montagne, ma può indurre gli uomini a smuoverle.

In questi giorni seguivo la vicenda dei portuali di Trieste e mi ha sorpreso vedere degli operai inginocchiati a pregare col rosario in mano. E’ buffo constatare dove siamo arrivati: un tempo ci immaginavamo così le vecchiette. Non ho potuto fare a meno di pensare che cinquant’anni fa non si sarebbero inginocchiati, non avrebbero pregato (quantomeno in pubblico), ma se proprio si dovevano tenere per mano, avrebbero cantato l’internazionale. Allora i padroni avevano paura dei comunisti, ma dei cristiani non hanno più paura da duemila anni. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.

da qui

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