Aveva
ragione Marx. La religione, l’ideologia, il diritto, sono solo sovrastrutture,
quello che conta sono i rapporti di produzione e conseguentemente i rapporti di
forza. La presente involuzione autoritaria dello stato italiano lo dimostra. Il
potere non ha neppure bisogno di cambiare la legge, basta non rispettarla,
basta osservarla solo formalmente e contraddirla nella sostanza. Nessuna
costituzione, nessun sistema di diritti, nessuna magistratura, nessun garante è
in grado di assicurare il rispetto della legge se non ci sono, sottostanti, i
rapporti di forza necessari. La prima repubblica non è caduta sotto i colpi
dell’inchiesta mani pulite, è stata la caduta della prima repubblica che ha
consentito lo sviluppo dell’inchiesta mani pulite.
L’Italia e
l’Europa del dopoguerra sono state possibili a causa della divisione del mondo
stabilita a Yalta, la sinistra italiana ed europea si reggevano, in ultima
istanza, sull’esistenza dell’Unione Sovietica che era la solida forza
sottostante, indipendentemente da qualsiasi aiuto concreto. Il welfare europeo
è stato possibile perché esisteva lo spauracchio sovietico. I padroni
concedevano perché avevano paura dei comunisti e questo ha consentito in
occidente il periodo più florido dell’umanità dalla fine del paleolitico.
Infatti, non
appena l’Unione Sovietica è caduta, la sinistra mondiale si è sfaldata perché
si è esaurita la potenza che la sosteneva, gli uomini politici di sinistra si
sono immediatamente venduti al liberismo e si sono affrettati a salire sul
carro dei vincitori. Gli equilibri sono saltati: con la loro sola esistenza il
PCI e della CGIL com’erano negli anni 60, inducevano il potere ad emanare lo
statuto dei lavoratori, col PD e la CGIL di oggi si fa il job act e poi non si
rispetta neppure quello.
La
situazione internazionale e la mancanza di alternative ideologiche lasciano
libero il campo al capitalismo più sfrenato, che con tutta probabilità, porterà
diritto alla sua stessa distruzione di qui a pochi anni. Il problema è che
trascinerà tutti noi nel suicidio. La follia covidiana ce ne da un’idea
precisa. La contrapposizione tra potenze rivali di oggi assomiglia a quella che
esisteva prima della grande guerra, è basata solo sulla potenza, non è
ideologica, non si fonda più, come durante la guerra fredda, su due sistemi
sociali differenti, e non produrrà di nuovo un’Europa del benessere.
Eppure,
sulla carta, sembra che i popoli possano facilmente modificare i rapporti di
forza col potere. Un tempo si usava dire: mettiamo che il governo dichiari la
guerra e nessuno ci vada. Ovviamente non si farebbe la guerra. Lo stesso vale
per il lasciapassare sanitario: se il commissario globalista all’Italia
decretasse il lasciapassare sanitario e nessuno se ne munisse, ma tutti continuassero
a vivere come prima, la misura crollerebbe immediatamente. Il potere si fonda
sull’obbedienza delle masse: distruggerlo è semplice, basta disubbidire.
Bisogna farlo in massa, però, non solo in pochi coraggiosi, che guarda caso
sono chiamati vili dai vili perché avrebbero paura degli aghi. In questo
l’ideologia o se preferite l’illusione dell’ideologia, aiuta: di per sé non
smuove le montagne, ma può indurre gli uomini a smuoverle.
In questi
giorni seguivo la vicenda dei portuali di Trieste e mi ha sorpreso vedere degli
operai inginocchiati a pregare col rosario in mano. E’ buffo constatare dove
siamo arrivati: un tempo ci immaginavamo così le vecchiette. Non ho potuto fare
a meno di pensare che cinquant’anni fa non si sarebbero inginocchiati, non avrebbero
pregato (quantomeno in pubblico), ma se proprio si dovevano tenere per mano,
avrebbero cantato l’internazionale. Allora i padroni avevano paura dei
comunisti, ma dei cristiani non hanno più paura da duemila anni. Le conseguenze
sono sotto gli occhi di tutti.
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