Dal 14 marzo è arrivato, in pianta stabile, il taser in sei città italiane (Roma, Milano, Bologna, Firenze, Bari, Brindisi, Reggio Calabria), rispetto alle quali era già partita una sperimentazione. Dal 21 marzo l’utilizzo del taser riguarderà altre undici città. Si tratta di 4.482 Taser (con un costo ciascuno di 1.600 euro) dati in dotazione a carabinieri, polizia e guardia di finanza, con la possibilità di utilizzo anche da parte delle polizie locali.
I taser, com’è noto, sono delle armi a impulso elettrico che servono per
immobilizzare il soggetto colpito. Nel 2007, l’Onu ha classificato il
“taser” come arma di tortura. Dal 2000, negli USA, sono più di
1.000 le persone morte a causa di tale strumento (fonte: Amnesty).
Ricapitolando quanto successo in Italia:
1. Con il decreto legge n.119/2014 (Governo Renzi), si andò ad introdurre
la possibilità di avviare una sperimentazione rispetto all’utilizzo del taser
nel nostro Paese;
2. Nel luglio 2018, il ministero dell’Interno, Matteo Salvini, adotta una
circolare con cui prevede l’avvio della sperimentazione, per tre mesi, del
taser per la gestione dell’ordine pubblico da parte di carabinieri; polizia,
guardia di finanza;
3. Con il decreto legge n.113/2018 (art.19) ossia il Decreto “sicurezza” di
Salvini, la sperimentazione nell’utilizzo del taser viene estesa alle forze di
polizia locale nelle città con più di 100.000 abitanti, previa adozione di un
apposito regolamento comunale;
4. I periodi di sperimentazione del taser sono stati, via via, prorogati
tramite decreti del ministero dell’Interno, l’ultimo del 6 marzo 2019;
5. Nel gennaio del 2020, viene adottato da parte del consiglio dei
ministri, su proposta della ministra Luciana Lamorgese, un regolamento con
l’intento di far entrare il taser nell’armamento ordinario di reparto
(modificando il DPR n.359/91);
6. Sempre nel gennaio del 2020, il Consiglio Superiore di Sanità
evidenzia come l’utilizzo del taser può comportare arresti cardiaci nei
soggetti destinatari, sottolineando come ciò dipenda “dalla potenza dell’arma,
dalla durata della scarica elettrica e dalla sua eventuale reiterazione, nonché
dalla sede del bersaglio”;
7. Nel luglio del 2020, il bando da 10 milioni di euro per fornire
4.482 taser viene vinto dalla multinazionale statunitense AXON. Tuttavia, lo
stesso mese, il ministero dell’Interno ritira i taser della società, per
criticità emerse nell’utilizzo delle armi. Parte, nel febbraio del 2021, una
nuova gara d’appalto. Alla fine, dopo una vicenda giudiziaria, sarà sempre la
società AXON a fornire i taser (nonostante fosse stata nuovamente esclusa anche
dal secondo bando di gara per difformità dell’arma). Insomma, da oggi, le forze
dell’ordine sono datate – in pianta stabile del taser – ossia di un’arma
potenzialmente letale e che, secondo la stessa Corte Edu e l’ONU, comporta il
rischio elevatissimo di abusi nell’utilizzo.
D’altronde, durante le prime sperimentazioni in Italia, fece scandalo
l’utilizzo del taser a Firenze, nel settembre del 2018, contro un
senzatetto di ventiquattro anni, con gravi problemi psichiatrici.
A livello locale, la possibilità di dotare i vigili urbani del Taser
dipende dalle decisioni dei singoli Comuni. Non a caso Antigone, nel dicembre
del 2018, ha chiesto ai Sindaci di non prevedere tale possibilità. A Roma,
ad esempio, questa possibilità non esiste e ciò ha comportato le critiche di
alcuni sindacati della polizia locale che hanno sottolineato di sentirsi
discriminati per il mancato utilizzo da parte loro del taser. Fantastiche sono,
a riguardo, le dichiarazioni di Marco Milani, segretario romano del sindacato
Sulpl: “A Roma è ormai consuetudine essere impiegati negli sgombero di
appartamenti a San Basilio e Tor Bella Monaca su disposizione del Prefetto ed è
frustrante per i lavoratori, vedere i colleghi di altre forze operare con
caschi, sfollagente ed altri strumenti di protezione individuale e essere
invece considerati dalla propria amministrazione e dal governo, lavoratori di
serie B”. Già queste dichiarazioni dovrebbero far capire quanti rischi corriamo
nell’utilizzo di queste armi ad impulsi elettrici che, secondo alcuni,
dovrebbero essere utilizzati durante le operazioni di sgombero degli edifici.
Figurarsi cosa potrà accadere durante le manifestazioni di protesta. Figurarsi
cosa potrò accadere dinanzi a persone gravemente vulnerabili (come ad esempio
malati psichiatrici, alcolisti, tossicodipendenti). Insomma, come al
solito, la sbronza securitaria ha prodotto un’altra gravissima conseguenza.
Sentiamoci tutt@ un po’ più insicur@!
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