Diario eretico di un politologo
recensione di Francesco Masala
Il libro è stato pubblicato nel 2022, per le edizioni Meltemi (costa 20€)
L’autore ci porta in giro per il mondo, a partire dal mondo del Covid, ed espone le sue considerazioni.
Il mondo è sempre uguale e sempre diverso, a seconda degli occhiali che si mettono. Fabio Armao ha ottimi occhiali, e ne approfittiamo.
Si parte da Palermo, passando per il Cile, gli Usa, il mondo della finanza, per Mosul, in Iraq, per Ciudad Juarez, in Messico, per Londra, toccando vari continenti.
I temi toccati sono così attuali e numerosi, che li possiamo citare solo in una piccola parte.
Una lente utile per capire come va il mondo, oltre al cinema (si capisce l’amore dell’autore per la settima arte), è quella dell’oikocrazia, a cui è dedicato il libro precedente di Fabio Armao.
Molto interessanti sono i concetti di eguaglianza e di ineguaglianza, nel capitolo secondo, che secondo me ha a che vedere col bene comune, sarebbe bello che l’uguaglianza e il bene comune fossero il metro per giudicare una politica o le decisioni politiche.
Faccio un esempio, una riforma fiscale che avvantaggia il 10% dei cittadini e se svantaggia il 70% (anche se solo in termini relativi) va a favore del bene comune e dell’uguaglianza o aumenta la ineguaglianze?
Questo dovrebbe essere il metro di giudizio per l’operato di un politico o di un qualsiasi decisore, se ha favorito un clan (l’oikocrazia) o la maggioranza dei cittadini, così interpreta il recensore il ragionamento di Fabio Armao.
Negli ultimi anni, in maniera crescente, gli Stati hanno perso un bel po’ del loro potere, acquisito in misura crescente da famiglie e clan, reti di relazioni, gruppi di interesse e di potere, occulti o palesi.
Se parliamo dell’Italia i primi clan che vengono in mente sono quelli della mafia e della criminalità organizzata, ma sono in ottima compagnia, tutto il mondo è paese.
Si passa per le “porte girevoli”, quei giochi di prestigio per cui uno sta in un organismo pubblico che autorizza le medicine o i vaccini e dopo due anni diventa un pezzo grosso dell’impresa farmaceutica di cui aveva autorizzato i farmaci, come membro dell’organismo di valutazione.
Questo è uno degli innumerevoli esempi che dimostra che il sistema economico chiamato capitalismo(*) è corrotto e inefficiente.
Armao tratta anche dei casi di Cipro e Malta, buchi neri tollerati alla Comunità Europea, coincidenza, al Parlamento Europeo viene eletta come presidente una politica maltese.
Passando per Mosul l’autore si interroga sull’appalto e il subappalto della violenza a dei soggetti privati, i contactors, nulla più che mercenari, e sui pericoli della “cessione” dell’uso della violenza da parte degli stati.
L’autore si sofferma poi su Ciudad Juarez, che è il luogo di una delle tante guerre che purtroppo godono di ottima salute in tutto il mondo, ma in Messico di più, quella contro le donne.
Si passa anche per Londra, per tratteggiare i tema delle bande giovanili (e non solo)
Si arriva in Cambogia, la cui capitale è regina del gioco d’azzardo, delle droghe e della prostituzione
A partire dall’assassinio di chi dedica la sua vita a proteggere l’ambiente Armao affronta il tema della guerra contro la natura e dei sopravvissuti alle guerre, un esercito di disgraziati che non vengono mai considerati fra le bellezze della guerra.
L’epilogo sembra trattare di questi giorni, sulla libertà di opinione dello studioso e del ricercatore e del futuro.
A chi mi chiede perché leggere il libro la risposta è chiara: è uno sguardo sul mondo come è, e da lì si deve partire per qualsiasi ragionamento.
(*) https://www.labottegadelbarbieri.org/il-capitalismo-e-insostenibile/
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