“Aberrante
che Casa Felicia possa tornare ai Badalamenti”. Appello di Articolo 21
“La sola idea che Casa Felicia possa
tornare nelle mani dei Badalamenti è aberrante e non ci sono errori procedurali
che tengano contro il valore negativo che una simile prospettiva potrebbe
avere”. Queste le parole del Presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, che a
nome della comunità dei giornalisti italiani ed insieme ad Articolo 21 lancia
un appello perché l’Agenzia nazionale dei beni confiscati ed il Ministero
dell’Interno intervengano per scongiurare l’ipotesi, purtroppo non remota, che
l’immobile torni ai suoi “proprietari originari” cui è stato tolto non solo
perché frutto di proventi mafiosi ma anche per trasformarlo in ciò che è
diventato oggi, un luogo della speranza dove si tengono iniziative di
promozione di legalità, insomma un simbolo della lotta alla mafia oltre che di
memoria di Peppino Impastato. “Vogliamo essere accanto a Giovanni Impastato e a
tutte le donne e gli uomini che si impegnano per combattere la mafia che sono i
veri proprietari della casa”, conclude Giulietti.
L’appello è stato già firmato dal direttivo di Articolo 21 ed è aperto ad altre
adesioni
Elisa Marincola
Paolo Borrometi
Giuseppe Giulietti
Antonella Napoli
Graziella Di Mambro
Stefano Corradino
Barbara Scaramucci
Dare a Leonardo Badalamenti, figlio di Don Tano, le chiavi di Casa
Felicia, sarebbe una grande sconfitta per Cinisi, per le giovani generazioni e
per chi ha sacrificato la vita nella lotta alla mafia.
Casa Felicia è stata confiscata a Gaetano Badalamenti, boss di Cosa Nostra
mandante dell’omicidio di Peppino Impastato, e assegnata nel 2010 al Comune di
Cinisi dall’Agenzia nazionale per i beni confiscati. Da rudere quale era, fu
ristrutturata con quasi 400 mila euro di fondi europei ottenuti attraverso il
Gal Castellammare del Golfo. Adesso, dopo più di dieci anni, la confisca è
stata revocata. Se c’è stato un “errore” vogliamo capire chi ne ha la
responsabilità, anche perché questo ha determinato la spesa di molti soldi
pubblici per una ristrutturazione che andrebbe a beneficio di Leonardo
Badalamenti. Tutto ciò ci sembra un pessimo segnale da parte delle Istituzioni,
col rischio che si perda la fiducia nello Stato e nella Giustizia, quella che
si basa sulla difesa del bene comune e non su “errori tecnici o burocratici”
che non cambiano la sostanza di ciò che rappresenta il bene in oggetto e
soprattutto non cambia la sostanza di quello che fu il potere mafioso di
Gaetano Badalamenti nel territorio di Cinisi, simboleggiato anche dal suo
patrimonio. Leonardo Badalamenti nell’Agosto del 2020, con la scusa di
rivendicare un suo diritto, aveva rotto le serrature di questo immobile per
appropriarsene con la forza. Pochi giorni dopo fu arrestato dalla DIA su un mandato
di cattura internazionale emesso nel 2017 dall’autorità giudiziaria di Barra
Funda (Brasile) per associazione criminale finalizzata al traffico di
stupefacenti e falsità ideologica. Nel maggio 2021 gli fu negata l’estradizione
in Brasile (richiesta per l’esecuzione di una condanna a 5 anni e dieci mesi
emessa dal Tribunale di San Paolo), seguì la scarcerazione.
A gennaio del 2021 Il Comune ha dato a Casa Memoria Impastato la gestione
del bene, che da allora è stato visitato da centinaia di giovani e vi sono
state svolte iniziative culturali. Poi l’improvvisa notizia arrivata al Comune
di Cinisi con sole 24 ore di anticipo: l’Agenzia Nazionale per
l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla
criminalità organizzata aveva notificato la revoca della confisca e le
operazioni di immissione in possesso erano fissate per il 25 Febbraio,
appuntamento rinviato, per motivi tecnici, al 29 Aprile; il Comune con una
delibera ha dichiarato la volontà di mantenere la proprietà e il possesso del
bene e di avvalersi della facoltà della restituzione per equivalente secondo le
forme e i modi previsti dall’art. 46 del D.lgs. n.159/2011 e s.m.i. Per quanto
ci riguarda, dichiariamo l’intenzione di porre in atto la nostra resistenza
affinché questo bene non ritorni a Leonardo Badalamenti. Non sapremmo come
spiegare ai tanti giovani che incontriamo e a cui parliamo di lotta alla mafia,
questa triste sconfitta per la società civile, un modo di procedere delle
Istituzioni che appare superficiale ed incomprensibile. Stiamo procedendo per
vie legali, e ci mobiliteremo affinché Casa Felicia rimanga alla collettività,
come centro culturale e sociale e come luogo d’incontro di tutti quegli
studenti che vengono ad ascoltare a Cinisi la storia di Peppino che ha lottato
per riscattare il territorio dalla mafia.
Associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato
Centro Impastato – No mafia memorial
Associazione Peppino Impastato
Aereo di
Stato intitolato a Balbo, per Sinistra Italiana “è una vergogna”
“Un Airbus della flotta di Stato intitolato a Italo Balbo? Vergogna di
Stato, i ministri che ci salgono sopra non provano imbarazzo? Il ministro
Guerini, da democratico e antifascista, intervenga, altrimenti governo dovrà
spiegare sua decisione in Parlamento. I ministri originari di Ferrara
Franceschini e Bianchi conoscono bene le gesta, i lutti, le azioni di violenza
di cui Italo Balbo è stato protagonista assoluto nell’affermazione del regime
fascista nelle terre ferraresi. E immagino l’imbarazzo che provano quando sono
costretti a salire sull’Airbus del 31º Stormo intitolato al quadrumviro della
Marcia su Roma. Imbarazzo che dovrebbero avere anche il ministro della Difesa,
i vertici dell’Aeronautica Militare e tutto il governo.”
Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni dopo
la rivelazione del Fatto Quotidiano che un Airbus della flotta di Stato è stato
intitolato a Balbo.
“Non bastava la decisione vergognosa della destra a Orbetello – prosegue
l’esponente dell’opposizione di sinistra – pure questa cosa ci tocca vedere.
Ora Guerini, da democratico e antifascista, faccia rimuovere quel nome da un
velivolo che porta nel mondo le Istituzioni del nostro Paese.”
“Ci aspettiamo parole chiare, se non arrivassero – conclude Fratoianni – è
evidente che dovranno venircelo a spiegare in Parlamento… “
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