terra santa: una lettura antropologica dei dieci comandamenti
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non esistono propriamente "le razze" in senso biologico, nè
quelle superiori nè quelle inferiori; purtroppo però esistono, in senso
traslato e terminologicamente improprio, le razze "mentali", quelle
che si sedimentano in forza di una perversione voluta e conclamata;
ovviamente chi rivendica come "naturale" questa presunzione di
"superiorità" razziale (che è invece il risultato di una
degenerazione storica) è portato a enfatizzare ideologicamente la propria
rivendicazione costruendovi sopra, con l'ausilio di aberrazioni
pseudoreligiose, una vera e propria dottrina, postulando la propria specificità
razziale sia in senso biologico che in senso teologico;
tutta la storia è segnata da questa degenerazione che è insieme disumana e
blasfema; e se possibile, man mano che scorre il tempo, la storia intera ne è
segnata in modo sempre più irrazionale e sempre più crudele; quindi anche
questo nostro tempo, marchiato dalla non lontana vicenda del nazismo come pure
da genocidi immani appena più distanti e comunque prevalentemente occidentali,
presenta il suo specifico scenario di perversione razzista, e lo presenta in
modo dichiarato in molte sue espressioni sociali, e religiose, e politiche, fino
alle sue supreme autorità istituzionali;
si tratta oggi esemplarmente di israele, del suo governo e della parte più
pervertita della sua società, maturata nei cosiddetti "insediamenti"
e identificabile nei cosiddetti "coloni";
assumendo che tale parte della società, comunque minoritaria anche se
decisiva, non è tutta la società, e che comunque la parte malata è in grado di
espandere la sua pulsione di morte sulla società intera, si possono dare molte
efficaci letture di un fenomeno così grave; qui io propongo una lettura
articolata sui dieci comandamenti, cominciando più o meno dagli ultimi e
riscrivendone, senza offesa all'onnipotente, la dicitura canonica, in quanto
essa stessa da sempre oggetto di manipolazione e di perversione:
1: primo, non desiderare la terra degli altri:
- se ti risolvi a desiderare la terra degli altri (nono comandamento) fino
a disporti a rubarla e fino a desiderare la loro cancellazione tu ti risolvi a
uccidere (quinto comandamento) fino a quando ciò è necessario al soddisfacimento
del tuo desiderio disumano;
2: secondo, non uccidere:
- se ti risolvi a uccidere fino alla cancellazione, tu ti risolvi a
giustificare il tuo delitto sia di fronte all'uomo sia di fronte a dio, fino
alla falsa testimonianza (ottavo comandamento) e fino alla bestemmia (secondo
comandamento);
3: terzo, non dire falsa testimonianza:
- se ti risolvi a giustificare il delitto, tu devi porre davanti
all'umanità, che non può chiudere gli occhi e che ti deve giudicare, le prove
della tua innocenza, e della tua condizione di vittima; ma essendo sia la tua
innocenza che la tua condizione di vittima umanamente false, tu ricorri alla
dottrina sovra umana secondo cui sono divinamente vere; tu dunque chiami in
causa dio come giustificazione del tuo delitto;
4: quarto, non nominare il nome di dio invano:
- se ti risolvi a chiamare in causa dio come giustificazione del tuo
delitto, tu fai mille volte peggio che nominarlo invano: tu infatti lo chiami
in causa nel ruolo di falso testimone;
5: quinto, non avrai altro dio al di fuori di me:
ma per poter usare dio come tuo falso testimone devi sancire che si tratta
del tuo dio, che non è di altri, che è esclusivo e che non ammette altro dio al
di fuori di sè (primo comandamento); per poter fare questo devi disconoscere,
combattere e offendere il dio degli altri, postulando che il dio degli altri
non è dio (mentre in realtà è il tuo stesso unico dio, semplicemente chiamato
con un altro nome);
6: sesto, offendi le feste degli altri:
per santificare le tue feste, tu devi risolverti a offendere le preghiere
degli altri come unico modo per santificare le tue; tu offendi i luoghi di
preghiera e i luoghi di sepoltura; uccidi persone inermi in cammino verso il
loro tempio, e sputi sul loro digiuno e fai a pezzi le tombe del loro padre e della
loro madre (quarto comandamento);
7: settimo, onora il padre e la madre:
per onorare tuo padre e tua madre devi portare in sacrificio il massimo
disonore per il tuo simile: uccidere l'orfano del nemico che hai derubato e il
figlio della donna che hai ucciso, in modo che non resti traccia vivente del
tuo furto, il furto che usi chiamare "terra promessa";
8: ottavo, non rubare (settimo c.):
se non resta traccia vivente del furto che usi chiamare "terra
promessa", la fame non ti darà pace, perchè ti costringerà a continuare a
rubare, tacitando ogni giorno il grembo che genera ciò che rubi;
9: nono, non stuprare la donna (decimo c.):
la donna è il grembo e lo è per l'universalità umana; è in grazia di essa
che tutti i figli sono figli di dio; inventarsi una esclusività di un proprio
dio comporta il disconoscimento della donna, in termini di degenerazione
sessuale e di degenerazione spirituale, fino a farne scempio;
10: decimo, non commettere atti impuri (sesto):
il campo infinito degli atti impuri non è semplicemente sessuale, è invece
generalmente spirituale; è tutto l'universo della condotta e non si riduce a
relazioni sessuali nascoste, in quanto il suo terreno di caccia non è in prima
istanza la preda sessuale, o anche il tuo amore, ma è la persecuzione del tuo
fratello, ovvero il tuo odio.
(che dio mi perdoni)
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