Umberto Eco delinea le principali caratteristiche del fascismo in un saggio del 1997, L’Ur-Fascismo (Il Fascismo Eterno) pubblicato in Cinque scritti morali (Bompiani, 1997).
Lungi dal voler proporre uno scenario catastrofico, Umberto Eco delinea
delle caratteristiche funzionali all’identificazione di un Ur-Fascismo, cioè di
un fascismo strisciante che si ripropone di continuo anche in contesti che
all’apparenza ne sono privi.
Qui di seguito pubblichiamo un estratto del saggio, con l’indicazione delle
14 caratteristiche del fascismo così come delineate da Umberto Eco.
1) La prima caratteristica di un Ur-Fascismo
è il culto della tradizione
Il tradizionalismo è più vecchio del fascismo. Non fu solo tipico del
pensiero controrivoluzionario cattolico dopo la Rivoluzione Francese, ma nacque
nella tarda età ellenistica come una reazione al razionalismo greco classico.
Nel bacino del Mediterraneo, i popoli di religioni diverse (tutte accettate
con indulgenza dal Pantheon romano) cominciarono a sognare una rivelazione
ricevuta all'alba della storia umana. Questa rivelazione era rimasta a lungo
nascosta sotto il velo di lingue ormai dimenticate. Era affidata ai geroglifici
egiziani, alle rune dei celti, ai testi sacri, ancora sconosciuti, delle
religioni asiatiche. Questa nuova cultura doveva essere sincretistica.
"Sincretismo" non è solo, come indicano i dizionari, la combinazione
di forme diverse di credenze o pratiche. Una simile combinazione deve tollerare
le contraddizioni. Tutti i messaggi originali contengono un germe di saggezza e
quando sembrano dire cose diverse o incompatibili è solo perché tutti alludono,
allegoricamente, a qualche verità primitiva. Come conseguenza, non ci può
essere avanzamento del sapere. La verità è stata già annunciata una volta per
tutte, e noi possiamo solo continuare a interpretare il suo oscuro messaggio. È
sufficiente guardare il sillabo di ogni movimento fascista per trovare i
principali pensatori tradizionalisti. La gnosi nazista si nutriva di elementi
tradizionalisti, sincretistici, occulti.
La più importante fonte teoretica della nuova destra italiana, Julius
Evola, mescolava il Graal con i Protocolli dei Savi di Sion, l'alchimia con il
Sacro Romano Impero. Il fatto stesso che per mostrare la sua apertura mentale
una parte della destra italiana abbia recentemente ampliato il suo sillabo
mettendo insieme De Maistre, Guenon e Gramsci è una prova lampante di
sincretismo. Se curiosate tra gli scaffali che nelle librerie americane portano
l'indicazione "New Age", troverete persino Sant'Agostino, il quale,
per quanto ne sappia, non era fascista. Ma il fatto stesso di mettere insieme
Sant'Agostino e Stonehenge, questo è un sintomo di Ur-Fascismo.
2) Il tradizionalismo implica il rifiuto
del modernismo
Sia i fascisti che i nazisti adoravano la tecnologia, mentre i pensatori
tradizionalisti di solito rifiutano la tecnologia come negazione dei valori
spirituali tradizionali. Tuttavia, sebbene il nazismo fosse fiero dei suoi
successi industriali, la sua lode della modernità era solo l'aspetto
superficiale di una ideologia basata sul "sangue" e la
"terra" (Blut und Boden). Il rifiuto del mondo moderno era camuffato
come condanna del modo di vita capitalistico, ma riguardava principalmente il
rigetto dello spirito del 1789 (o del 1776, ovviamente). L'illuminismo, l'età
della Ragione vengono visti come l'inizio della depravazione moderna. In questo
senso, l'Ur-Fascismo può venire definito come "irrazionalismo".
3) L'irrazionalismo dipende anche dal
culto dell’azione per l'azione
L'azione è bella di per sé, e dunque deve essere attuata prima di e senza
una qualunque riflessione. Pensare è una forma di evirazione. Perciò la cultura
è sospetta nella misura in cui viene identificata con atteggiamenti critici.
Dalla dichiarazione attribuita a Goebbels ("Quando sento parlare di
cultura, estraggo la mia pistola") all'uso frequente di espressioni quali
"Porci intellettuali", "Teste d'uovo", "Snob
radicali", "Le università sono un covo di comunisti", il
sospetto verso il mondo intellettuale è sempre stato un sintomo di Ur-Fascismo.
Gli intellettuali fascisti ufficiali erano principalmente impegnati nell'accusare
la cultura moderna e l'intellighenzia liberale di aver abbandonato i valori
tradizionali.
4) Nessuna forma di sincretismo può
accettare la critica
Lo spirito critico opera distinzioni, e distinguere è un segno di
modernità. Nella cultura moderna, la comunità scientifica intende il disaccordo
come strumento di avanzamento delle conoscenze. Per l'Ur-Fascismo, il
disaccordo è tradimento.
5) Il disaccordo è inoltre un segno di
diversità
L'Ur-Fascismo cresce e cerca il consenso sfruttando ed esacerbando la
naturale paura della differenza. Il primo appello di un movimento fascista o
prematuramente fascista è contro gli intrusi. L'Ur-Fascismo è dunque razzista
per definizione.
6) L'Ur-Fascismo scaturisce dalla
frustrazione individuale o sociale
Il che spiega perché una delle caratteristiche tipiche dei fascismi storici
è stato l'appello alle classi medie frustrate, a disagio per qualche crisi
economica o umiliazione politica, spaventate dalla pressione dei gruppi sociali
subalterni. Nel nostro tempo, in cui i vecchi "proletari" stanno
diventando piccola borghesia (e i Lumpen si autoescludono dalla scena
politica), il fascismo troverà in questa nuova maggioranza il suo uditorio.
7) A coloro che sono privi di una
qualunque identità sociale, l'Ur-Fascismo dice che il loro unico privilegio è
il più comune di tutti, quello di essere nati nello stesso paese
È questa l'origine del nazionalismo: Inoltre, gli unici che possono fornire
una identità alla nazione sono i nemici. Così, alla radice della psicologia
Ur-Fascista vi è l'ossessione del complotto, possibilmente internazionale. I
seguaci debbono sentirsi assediati. Il modo più facile per far emergere un
complotto è quello di fare appello alla xenofobia. Ma il complotto deve venire
anche dall'interno: gli ebrei sono di solito l'obiettivo migliore, in quanto
presentano il vantaggio di essere al tempo stesso dentro e fuori. In America,
ultimo esempio dell'ossessione del complotto è rappresentato dal libro The
New World Order di Pat Robertson.
8) I seguaci debbono sentirsi umiliati
dalla ricchezza ostentata e dalla forza dei nemici
Quando ero bambino mi insegnavano che gli inglesi erano il "popolo dei
cinque pasti": mangiavano più spesso degli italiani, poveri ma sobri. Gli
ebrei sono ricchi e si aiutano l'un l'altro grazie a una rete segreta di mutua
assistenza. I seguaci debbono tuttavia essere convinti di poter sconfiggere i
nemici. Così, grazie a un continuo spostamento di registro retorico, i nemici sono
al tempo stesso troppo forti e troppo deboli. I fascismi sono condannati a
perdere le loro guerre, perché sono costituzionalmente incapaci di valutare con
obiettività la forza del nemico.
9) Per l'Ur-Fascismo non c'è lotta per la
vita, ma piuttosto "vita per la lotta"
Il pacifismo è allora collusione col nemico; il pacifismo è cattivo perché
la vita è una guerra permanente. Questo tuttavia porta con sé un complesso di
Armageddon: dal momento che i nemici debbono e possono essere sconfitti, ci
dovrà essere una battaglia finale, a seguito della quale il movimento avrà il
controllo del mondo. Una simile soluzione finale implica una successiva era di
pace, un'età dell'Oro che contraddice il principio della guerra permanente.
Nessun leader fascista è mai riuscito a risolvere questa contraddizione.
10) L'elitismo è un aspetto tipico di ogni
ideologia reazionaria, in quanto fondamentalmente aristocratico
Nel corso della storia, tutti gli elitismi aristocratici e militaristici
hanno implicato il disprezzo per i deboli. L'Ur-Fascismo non può fare a meno di
predicare un "elitismo popolare". Ogni cittadino appartiene al popolo
migliore del mondo, i membri del partito sono i cittadini migliori, ogni
cittadino può (o dovrebbe) diventare un membro del partito. Ma non possono
esserci patrizi senza plebei. Il leader, che sa bene come il suo potere non sia
stato ottenuto per delega, ma conquistato con la forza, sa anche che la sua
forza si basa sulla debolezza delle masse, così deboli da aver bisogno e da
meritare un "dominatore". Dal momento che il gruppo è organizzato
gerarchicamente (secondo un modello militare), ogni leader subordinato
disprezza i suoi subalterni, e ognuno di loro disprezza i suoi sottoposti.
Tutto ciò rinforza il senso di un elitismo di massa.
11) In questa prospettiva, ciascuno è
educato per diventare un eroe
In ogni mitologia l'"eroe" è un essere eccezionale, ma
nell'ideologia Ur-Fascista l'eroismo è la norma. Questo culto dell'eroismo è
strettamente legato al culto della morte: non a caso il motto dei falangisti
era: "Viva la muerte". Alla gente normale si dice che la morte è
spiacevole ma bisogna affrontarla con dignità; ai credenti si dice che è un
modo doloroso per raggiungere una felicità soprannaturale. L'eroe Ur-Fascista,
invece, aspira alla morte, annunciata come la migliore ricompensa per una vita
eroica. L'eroe Ur-Fascista è impaziente di morire. Nella sua impazienza, va
detto in nota, gli riesce più di frequente far morire gli altri.
12) Dal momento che sia la guerra
permanente sia l'eroismo sono giochi difficili da giocare, l'Ur-Fascista
trasferisce la sua volontà di potenza su questioni sessuali
È questa l'origine del machismo (che implica disdegno per le donne e una
condanna intollerante per abitudini sessuali non conformiste, dalla castità
all'omosessualità). Dal momento che anche il sesso è un gioco difficile da
giocare, l'eroe Ur-Fascista gioca con armi, che sono il suo Ersatz fallico: i
suoi giochi di guerra sono dovuti a una invidia penis permanente.
13) L'Ur-Fascismo si basa su un
"populismo qualitativo": in una democrazia i cittadini godono di
diritti individuali, ma l'insieme dei cittadini è dotato di un impatto politico
solo dal punto di vista quantitativo (si seguono le decisioni della
maggioranza)
Per l'Ur-Fascismo gli individui in quanto individui non hanno diritti, e il
"popolo" è concepito come una qualità, un'entità monolitica che esprime
la "volontà comune". Dal momento che nessuna quantità di esseri umani
può possedere una volontà comune, il leader pretende di essere il loro
interprete. Avendo perduto il loro potere di delega, i cittadini non agiscono,
sono solo chiamati pars pro toto, a giocare il ruolo del popolo. Il popolo è
così solo una finzione teatrale. Per avere un buon esempio di populismo
qualitativo, non abbiamo più bisogno di Piazza Venezia o dello stadio di
Norimberga. Nel nostro futuro si profila un populismo qualitativo Tv o
Internet, in cui la risposta emotiva di un gruppo selezionato di cittadini può
venire presentata e accettata come la "voce del popolo". A ragione
del suo populismo qualitativo, l'Ur-Fascismo deve opporsi ai
"putridi" governi parlamentari. Una delle prime frasi pronunciate da
Mussolini nel parlamento italiano fu: "Avrei potuto trasformare quest'aula
sorda e grigia in un bivacco per i miei manipoli." Di fatto, trovò
immediatamente un alloggio migliore per i suoi manipoli, ma poco dopo liquidò
il parlamento. Ogni qual volta un politico getta dubbi sulla legittimità del
parlamento perché non rappresenta più la "voce del popolo", possiamo
sentire l'odore di Ur-Fascismo.
14) L'Ur-Fascismo parla la
"neolingua"
La "neolingua" venne inventata da Orwell in 1984,
come la lingua ufficiale dell'Ingsoc, il Socialismo Inglese, ma elementi di
Ur-Fascismo sono comuni a forme diverse di dittatura. Tutti i testi scolastici
nazisti o fascisti si basavano su un lessico povero e su una sintassi
elementare, al fine di limitare gli strumenti per il ragionamento complesso e
critico. Ma dobbiamo essere pronti a identificare altre forme di neolingua,
anche quando prendono la forma innocente di un popolare talkshow.
Nessun commento:
Posta un commento