venerdì 26 luglio 2019

Europa sveglia, a Lampedusa ho visto l’orrore puro - Pietro Bartolo


Il testo integrale dell’intervento che Pietro Bartolo ha pronunciato in aula al Parlamento europeo nella seduta del 18 luglio (tratto da Striscia Rossa)

Con emozione e con rispetto mi rivolgo per la prima volta a quest’aula. Io sono un lampedusano, forse qualcuno non lo sa. E per trent’anni a Lampedusa, la porta dell’Europa, ho soccorso personalmente, accolto personalmente e curato personalmente coloro che arrivano dopo un lungo viaggio in mare.

Quando ho visto l’orrore
Ho visto l’orrore puro. Ho fatto migliaia di ispezioni cadaveriche. Ho visto torture ormonali. Ho visto la malattia del gommone: qualcuno qui non sa di che cosa si sta parlando e non voglio descriverla in questa sede.
L’Europa non può abbandonare in mare uomini donne e bambini e rimandarli nell’inferno della Libia. Abbiamo una responsabilità nei confronti di queste persone. Per questo chiedo urgentemente un nuovo piano europeo per la ricerca e il soccorso nel Mediterraneo.
In questi ultimi anni le Ong attive nel Mediterraneo hanno salvato migliaia di vite umane sopperendo alla mancanza dei governi, chiusi nei loro egoismi nazionali e incapaci di trovare soluzioni all’insegna della solidarietà.
Eppure in tanti hanno puntato il dito contro queste organizzazioni criminalizzandole per avere offerto aiuto umanitario e per avere rispettato il diritto del mare. Questo non deve più accadere. Chiedo che sia modificata la direttiva sul favoreggiamento. Chi offre aiuto umanitario non può e non deve essere criminalizzato.

Servono canali legali
Se vogliamo davvero evitare che migliaia di persone ogni giorno intraprendano viaggi pericolosi verso l’Europa abbiamo bisogno di canali legali non solo per i richiedenti asilo, ma anche per chi scappa dalla povertà, dalla fame, dalle condizioni climatiche avverse.
Lo scorso marzo questo Parlamento ha votato un’ambiziosa risoluzione sui diritti umanitari chiedendo alla Commissione di presentare una proposta legislativa. Bene, la nuova Commissione se ne faccia promotrice e dimostri un impegno politico forte anche per portare a termine la riforma di Dublino che questo Parlamento ha già votato a larga maggioranza.
Gli Stati membri si assumano la loro responsabilità e discutano non di misure ad hoc ma di politiche a lungo termine.



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