Nelle ultime elezioni nel Regno Unito i giovani hanno votato nella grande
maggioranza Labour, gli anziani Johnson, alla faccia del luogo comune secondo
cui Corbyn sarebbe “il vecchio” da rottamare. Il voto si è distribuito
uniformemente tra le classi di reddito, con una relativa preferenza per i
Tories tra i meno agiati, alla faccia della tradizionale frattura
“Capitale/Lavoro” che strutturava il panorama elettorale inglese. I
Conservatori straripano tra i meno scolarizzati, i Laburisti prevalgono
ampiamente tra gli acculturati. Sono alcuni dei risultati di un’ampia inchiesta sui flussi elettorali (la
più grande mai realizzata con oltre 40.000 intervistati) della società
internazionale di ricerche e analisi elettorali YouGov,
con base in Gran Bretagna.
Il voto per classi di età
Dalla ricerca emerge che tra gli elettori al di sotto dei trent’anni il
Labour di Jeremy Corbyn ottiene più del doppio – quasi il triplo – dei consensi
rispetto ai Conservatives di Boris Johnson: 56% a 21% al di sotto dei 25
anni, 54% a 23% tra i 25 e i 29 anni. E anche tra i 30 e i 40 anni il
Labour rimane in maggioranza netta, con 16 punti di distacco.
Tra gli ultra-sessantenni e gli ultra-settantenni invece il rapporto si
rovescia: 57 a 22 per Johnson tra i primi, 67 a 14 tra gli altri. Come
osservano gli analisti di YouTrend si direbbe che il consenso per i
Conservatori cresca linearmente al crescere dell’età, con un ritmo di circa 9
punti ogni decennio di maggiore anzianità. Il punto di svolta si collocherebbe
intorno ai 40 anni: al di sotto prevale il labour, al di sopra crescono linearmente
i Conservatori.
Per quanto riguarda la variabile di Genere, le donne sono più “rosse”, gli
uomini più “blu”: tra le giovani con meno di 25 anni il Labour di Corbyn
prevale addirittura con un distacco di 50 punti (65 a 15!). tra gli
anziani (maschi) con più di 65 anni il rapporto è quasi esattamente rovesciato:
64 per i Conservatori a 15.
Il voto per livello sociale
E’ forse il dato più sorprendente. Eravamo abituati a considerare il
panorama elettorale inglese disegnato sulla contrapposizione tra classi
proprietarie e classi lavoratrici, classi “alte” e classi “basse”, se si vuole
“Capitale/Lavoro”. Non è più così. I Laburisti ottengono esattamente la
stessa percentuale di consenso (33%) tra i livelli sociali ABC1 (cioè i
più agiati) e tra i livelli C2DE (i meno agiati). I conservatori ottengono
addirittura 5 punti percentuali in più tra i più poveri (48%) che tra i più
ricchi (43%).
Si tenga conto che il “Grade A” corrisponde alla “upper middle class”
comprendente manager, alti funzionari, liberi professionisti; nel “grade B” è
raggruppata la “middle class” vera e propria; nel “Grade C1” rientra la
“lower middle class” (impiegati, quadri d’impresa, professionisti di minor
successo).
Il “Grade C2” contiene la “skilled working class“, gli operai con un
elevato grado di qualificazione, compresi quelli che qui definiremmo “tecnici”;
nel “Grade D” stanno invece i “Semi-skilled and unskilled manual workers“,
i lavoratori manuali dequalificati o semi-qualificati; mentre nel “Grade E”
sono censiti gli “State pensioners, casual and lowest grade workers,
unemployed with state benefits only“, insomma pensionati, precari,
disoccupati…
Non era sempre stato così: nel 1997, ad esempio, nelle ultime elezioni del
XX secolo, i Conservatori prevalevano ampiamente nel”Grade A” col 41% contro il
31 del Labour mentre nei “Grades DE” il Labour dominava con un 59% contro 21; e
nel “Grade C1” pareggiavano 31 a 31… Il che ci dà la misura di quanto la
questione della Brexit – unita alla metamorfosi sociale indotta dalla “grande
trasformazione” di fine secolo – abbia tagliato orizzontalmente la composizione
sociale del Regno Unito (ma soprattutto dell’Inghilterra) cambiando
radicalmente la distribuzione “di classe” – se il termine ha ancora un senso –
del voto e del consenso politico…
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