I partiti tradizionali di Mendoza
pensavano di avercela fatta. A fine dicembre, come accade in gran parte dei
paesi latinoamericani, si cerca di approvare paquetazos e tarifazos che spesso rappresentano delle vere e
proprie truffe ai danni di intere popolazioni: aumenti del prezzo della
benzina, svendita delle risorse naturali alle multinazionali, ecc… . In questa
città dell’Argentina centro-occidentale, capoluogo dell’omonima provincia,
deputati e senatori hanno provato ad approvare una legge che annullasse a tempo
di record la Ley 7722, che difendeva il diritto umano all’acqua e ne impediva
il suo utilizzo per l’estrazione mineraria e le sue sostanze tossiche quali il
cianuro e l’acido solforico.
A scendere in piazza, per molti giorni
consecutivi, è stata un’intera popolazione che non si riconosceva più nella
casta politica, ma che si era riunita nell’Asamblea Popular por el Agua, e alla
fine la società civile, almeno per ora, ha vinto, costringendo quasi tutti i
partiti, favorevoli a mettere da parte la 7722, a tornare sui propri passi.
Mendoza non avrà, almeno nell’immediato, la megaminería a cielo aperto.
L’argomento principale per giustificare
l’estrazione mineraria, e aggirare quindi la 7722, era quello, solito, di
creare nuovi posti di lavoro, nonostante il parere contrario, tra gli altri, di
oltre 500 docenti e ricercatori universitari e del Foro Nacional por un
Programa Agrario, Soberano y Popular, che aveva elaborato un programma
all’insegna dell’agroecologia sostenendo che la legge 7722 rappresentava un
simbolo di lotta dei popoli in difesa di un territorio che negli ultimi anni
aveva attraversato una grave crisi idrica, rimarcando la tutela dei beni comuni
e ribadendo di essere stanchi di vedere le risorse naturali sacrificate in nome
del potere globale.
La 7722, varata nel 2007, vieta l’utilizzo di
sostanze chimiche nell’estrazione mineraria a causa del loro impatto sulla
salute e sull’ambiente. Questo è ciò che avevano ribadito movimenti sociali,
collettivi ambientalisti, assemblee comunitarie e gran parte della cittadinanza
in una lettera aperta al nuovo presidente argentino Alberto Fernández,
dichiarandosi sconcertati per i riferimenti all’enciclica papale Laudato Si del
nuovo mandatario e
per la sua contemporanea designazione, a Secretario de Minería, di Alberto Hensel, noto per le
sue prese di posizione a favore della multinazionale Barrick Gold e per le sue
affermazioni provocatorie contro le organizzazioni popolari.
Le giornate di fine dicembre passeranno alla
storia come la resistenza di Mendoza per l’acqua e per tutti i beni comuni. Il
governo del radicale Rodoldo Suárez non immaginava una simile risposta della
società civile, né il Frente de Todos, del nuovo presidente Alberto Fernández,
si aspettava un tale malumore tra la base kirchnerista. Tuttavia, la battaglia
in difesa dell’acqua e della vita, a Mendoza viene da lontano, almeno dal 2018,
quando un gruppo di ricercatori dell’Instituto Argentino de Nivología,
Glaciología y Ciencias Ambientales, dichiararono che negli ultimi 8 anni
l’intera zona aveva sofferto di una crescente emergenza idrica mai riconosciuta
dal Departamento General de Irrigación. In questi anni, purtroppo, occorre
ricordare che tutte le presidenze kirchneriste avevano permesso l’utilizzo del
fracking, in particolare con la firma dell’accordo tra l’impresa petrolifera
statale Ypf e la multinazionale Chevron per lo sfruttamento minerario di Vaca
Muerta il 16 luglio 2013. Pochi anni dopo, ogni volta che i deputati della
provincia di Mendoza si riunivano, contemporaneamente la Asamblea Popular por
el Agua organizzava delle manifestazioni affinché Mendoza fosse
dichiarata terra libera dal fracking.
Il Fit – Frente de Izquierda y de los
Trabajadores è stato l’unico partito ad impegnarsi realmente nella difesa della
7722, proponendo inoltre un piano di opere pubbliche fondato sullo sviluppo di
energie rinnovabili e sostenendo che questa legge rappresentava l’unico freno
all’estrazione mineraria intensiva. Per tutta risposta, il governatore Rodoldo
Suárez aveva sbandierato pubblicamente, come primo atto del suo mandato, la
modifica della 7722, permettendo l’utilizzo di sostanze tossiche per compiacere
il deputato peronista Omar Félix e il fratello Emir, i quali avevano creato
alla velocità della luce l’impresa mineraria Sierras del Nevado S.A., contando
sulla forte presenza, nella provincia di Mendoza, della lobby minera.
La Marcha de la Dignidad por el Agua, al grido di El agua de Mendoza no se negocia e La 7722 es del pueblo,
è stata una delle manifestazioni più riuscite, conclusa dallo slogan Acá nadie se rinde.
Non si può fare politica senza avere un
appoggio sociale: questa è la lezione mendocina che le istituzioni dovrebbero aver
appreso.
(*) articolo tratto da Peacelink – 15 gennaio 2020
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