venerdì 10 gennaio 2020

appello (di Amnesty) per Ahmet Altan


Mr Abdülhamit Gül
Minister of Justice
Adalet Bakanlığı
06659 Ankara, Turkey
Fax: +90 312 417 71 13
Email: info@adalet.gov.tr
Egregio ministro,
Le scrivo in merito al riarresto del romanziere Ahmet Altan, il 12 novembre, otto giorni dopo essere stato rilasciato, dopo oltre tre anni di detenzione.
Ahmet Altan è stato inizialmente arrestato e detenuto a partire da settembre 2016. È stato processato per il suo presunto sostegno al tentativo di colpo di stato del 2016 per rovesciare il governo. L’accusa si basava esclusivamente sul suo lavoro giornalistico, che era critico nei confronti del governo, e dei contatti con presunti seguaci del religioso religioso, Fethullah Gülen, che il governo ritiene responsabile per il tentativo di colpo di stato.
Nel febbraio 2018, Ahmet Altan è stato condannato all’ergastolo senza possibilità di libertà vigilata per “tentativo di rovesciare l’ordine costituzionale”, nonostante una preoccupante mancanza di prove di qualsiasi crimine riconoscibile a livello internazionale. Ahmet Altan ha fatto appello al verdetto e il 5 luglio 2019 la Corte suprema d’appello ha deciso di ribaltare la sua condanna e ha ordinato un nuovo processo. Il 4 novembre, la Corte penale n. 26 di Istanbul ha condannato Ahmet Altan a 10 anni e mezzo di carcere, sulla base delle stesse prove che lo avevano visto condannato al primo processo: i suoi scritti e commenti critici nei confronti del governo. Il tribunale ha stabilito che sarebbe stato rilasciato in attesa del suo appello, con divieto di viaggiare all’estero.
Il pubblico ministero ha fatto appello alla decisione della corte di rilasciare Ahmet Altan, sostenendo che esiste un rischio di fuga e che non ha mostrato rimorso. Nonostante la decisione del tribunale di arrestarlo nuovamente, Ahmet è rimasto a casa sua – dimostrando di non aver intenzione di “fuggire”. Ha costantemente respinto le accuse per le quali non sono state fornite prove credibili.
La esorto a rilasciare Ahmet Altan immediatamente e incondizionatamente, poiché è un prigioniero di coscienza imprigionato unicamente per aver esercitato il suo diritto alla libertà di espressione.
La ringrazio per l’attenzione.

Aggiornato il 8/01/2020 – Ahmet Altan, scrittore turco di fama mondiale, era stato appena scarcerato, il 4 novembre 2019, pur se condannato a 10 anni e mezzo di carcere con la ridicola accusa di aver “collaborato volutamente e intenzionalmente con un’organizzazione terroristica“.
Il 12 novembre 2019 è tornato in carcere a seguito del ricorso della procura contro la sentenza di scarcerazione.
Il 7 gennaio 2020 la Corte di appello di Istanbul ha confermato la condanna a ulteriori 5 anni e 11 mesi.
Dietro questa decisione non c’è altro che la volontà di punire ulteriormente una persona determinata a non restare in silenzio.
Quello che stanno facendo ad Ahmet Altan è un’ingiustizia. Lo scrittore turco è un prigioniero di coscienza e deve essere rilasciato immediatamente e incondizionatamente.

La sera del 15 luglio 2016 in Turchia alcuni militari hanno lanciato un violento tentativo di colpo di stato rapidamente soppresso.
Centinaia di persone sono morte e migliaia sono rimaste ferite in una notte di terribile violenza.
All’indomani del fallito colpo di stato, il governo turco ha accusato Fethullah Gülen, religioso con sede negli Stati Uniti,  e i suoi seguaci appartenenti al movimento “Organizzazione terrorista fethullahista” (FETÖ/PDY), di aver cospirato per rovesciare il governo.
Il 20 luglio 2016 il governo ha dichiarato lo stato di emergenza, che è durato due anni.
Una massiccia repressione si è abbattuta su decine di giornalisti, scrittori, giudici, pubblici ministeri accusati di essere critici nei confronti del governo di Erdogan.
Molti di loro sono stati incarcerati e accusati come complici.
Il giorno prima del tentativo di colpo di stato, Ahmet Altan aveva partecipato come ospite a un dibattito televisivo insieme al conduttore del programma, Nazlı Ilıcak, e a suo fratello Mehmet Altan, economista e commentatore.
Le autorità turche hanno inizialmente sostenuto che Ahmet Altan, Mehmet Altan e Nazlı Ilıcak nel corso del programma avevano inviato messaggi subliminali a coloro che erano coinvolti nel colpo di stato.
Nazlı Ilıcak è stato arrestato alla fine di luglio, mentre Ahmet e Mehmet Altan sono stati rinviati in custodia cautelare a settembre 2016.
Il primo processo contro Ahmet Altan, Mehmet Altan, Nazlı Ilıcak e altri tre imputati si è concluso nel febbraio 2018 con la loro condanna all’ergastolo per “tentativo di rovesciare l’ordine costituzionale“.
Nel luglio 2019 la Corte suprema ha annullato il verdetto ma il nuovo processo, cambiato il capo d’imputazione, è terminato all’inizio di novembre con le condanne, rispettivamente, a 10 anni e mezzo per Altan e a otto anni per Ilıcak. Mehmet Altan, è stato assolto.
Il 4 novembre 2019, il tribunale ha stabilito il rilascio di Ahmet in attesa del suo appello, imponendogli il divieto di viaggiare all’estero.
Il 12 novembre 2019 lo scrittore turco è tornato in carcere a seguito del ricorso della procura contro la sentenza di scarcerazione.
Il pubblico ministero ha fatto appello alla decisione della corte di rilasciare Ahmet Altan, sostenendo che esiste un rischio di fuga e che l’imputato non ha mostrato alcun pentimento. Nonostante la decisione del tribunale, Ahmet è rimasto in casa, dimostrando di non aver intenzione di “fuggire”. Ha costantemente respinto le accuse per le quali non sono state fornite prove credibili.
Il 7 gennaio 2020 Ahmet Altan ha ricevuto la condanna definitiva a ulteriori 5 anni e 11 mesi di carcere.
Il riarresto e la detenzione e la nuova condanna di Ahmet Altan danno l’impressione di essere politicamente motivatiarbitrari e incompatibili con il diritto alla libertà ai sensi dell’articolo 5 della Convenzione europea sui diritti umani, che vieta qualsiasi privazione arbitraria della libertà.
La Corte europea dei diritti umani ha dichiarato che può sorgere arbitrarietà laddove vi sia stato un elemento di malafede da parte delle autorità.
La sua detenzione arbitraria continuativa in carcere è una grave violazione dei suoi diritti.

Sto scrivendo nella cella di una prigione.
Prima di cominciare ad impietosirvi, però, ascoltate ciò che ho da dire.
Sì, sono stato rinchiuso in una prigione di alta sicurezza in mezzo al nulla.
Sì, vivo in una cella le cui porte di ferro si aprono e si chiudono con rumori pesanti.
Sì, i pasti mi vengono serviti attraverso una fessura nella porta.
Sì, anche il piccolo cortile con il suo pavimento di pietra dove cammino avanti e indietro, è coperto da sbarre.
Sì, non posso vedere nessuno tranne il mio avvocato e i miei figli; non mi è nemmeno concesso di scrivere ai miei cari.
Tutto questo è vero, ma non è tutta la verità.
Questi sono alcuni struggenti versi di Ahmet Altan, giornalista e scrittore turco, nato ad Ankara nel 1950.
Anche dal carcere, Ahmet Altan ha continuato a scrivere, a sentirsi libero e mai prigioniero, producendo ben tre volumi e rilasciando numerose interviste.
Ahmet Altan non si è fatto limitare dalle sbarre della propria cella e ha scritto parole toccanti che descrivono la sua sensazione di libertà, nonostante tutto:
Ho amici in tutto il mondo che mi aiutano a viaggiare, anche se non ho mai incontrato la maggior parte di loro.
So di essere uno schizofrenico finché tutte queste persone abitano solo nella mia testa. Ma so anche che sono uno scrittore e che un giorno tutti si ritroveranno tra le pagine di un libro.
Sono uno scrittore. Ovunque voi mi chiuderete, io viaggerò per il mondo sulle ali dei miei pensieri.


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