Una grande notizia. Trenitalia con i suoi Frecciarossa
1000 ha inaugurato un collegamento con due corse al giorno di andata (e
altrettante di ritorno) tra Milano e Parigi, passando per Torino. Il viaggio
Torino Porta Susa – Parigi Gare de Lyon dura, al mattino, 6 ore e 11 minuti e,
al pomeriggio, 5 ore e 44 minuti. Il treno, tra l’altro, raggiunge il centro di
Lione nella stazione Lyon Part Dieu (non come il TGV che una sola volta al
giorno, su tre, ferma a una ventina di chilometri dalla città, a Lyon Saint
Exupéry) e lì, essendo veloce, sosta per una ventina di minuti (poco meno dura
la sosta della corsa del mattino a Modane).
Evviva, Torino ha finalmente vinto il drammatico
isolamento in cui era confinata rispetto al resto d’Europa! Ora ci
sono ben cinque corse al giorno verso Parigi (e altrettante da Parigi),
sempreché i servizi TGV di SNCF non sprofondino nel pesante stato di dissesto
in cui sembra che si trovi la compagnia. Beh, anche se fosse, Trenitalia è
pronta a subentrare e anzi, ora che ha varcato le Alpi, è pronta a dilagare
attraverso le Gallie anche verso le province iberiche e sta facendo un
pensierino pure all’impero germanico e alle Fiandre.
Un miracolo dovuto all’ardimento e
alla somma perizia del personale che conduce il Frecciarossa 1000 che,
intrepidamente, riesce ad avventurarsi col treno attraverso il “tunnel di
Cavour” (così obsoleto e inviso alla premiata coppia Chiamparino&Virano e
compagnia cantante) superando le ripide pendenze della “linea storica”! È vero
che già lo facevano i francesi dei TGV, ma quelli sono notoriamente degli incoscienti.
L’amministratore delegato di Trenitalia,
Corradi, en passant, non ha mancato di osservare che, quando ci
sarà “la TAV”, il viaggio (Milano-Parigi) potrà durare un’ora in meno. Insomma
val bene la pena di spendere una bazzecola di circa 30 miliardi (attualizzati,
compreso l’ultimo incremento di 1,6 miliardi del costo del tunnel) per
costruire una nuova linea, col megatunnel transfrontaliero più altri quattro in
Francia e in Italia. Tutto denaro pubblico, s’intende: parte europeo, parte
italiano, parte francese (in ogni caso tutto a debito per le future
generazioni). Si sa però: il tempo è denaro. Certo, di quell’ora, mezza si
recupererebbe agevolmente standardizzando ai quattro minuti canonici le soste
nelle stazioni intermedie, ma, tant’è, l’ulteriore mezz’ora vale ben qualche
miliardo.
Sempre l’amministratore delegato di Trenitalia ha
sottolineato come il nuovo collegamento sia anche inteso a sottrarre passeggeri
alla strada, in un’ottica di sostenibilità dei trasporti. Non possiamo che
esserne lieti anche se negli ultimi vent’anni, nonostante le linee ad alta
velocità della penisola, il numero di automobili in circolazione nel nostro
Paese è cresciuto del 20% e, guardandoci intorno, tutti abbiamo il vizio di
usarle con assiduità quelle automobili. Ad ogni buon conto per evitare il trauma di
un troppo brusco calo delle emissioni di CO² è senz’altro il caso di avviare un
cantiere che, secondo gli stessi proponenti, comporterebbe il rilascio di una
decina di milioni di tonnellate di gas climalteranti fin’oltre il 2030! Per
inciso, non avendo indicato TELT, attraverso il suo greenissimo sito internet,
in base a quali ipotesi e con quali calcoli siano stati ottenuti quei 10
milioni di tonnellate, sono personalmente pronto a scommettere per una
sottostima del volume delle emissioni di almeno un fattore 3 (se il proponente
volesse darsi la pena di smentirmi dati alla mano ne prenderei atto).
Andiamo dunque tutti al Moulin Rouge ad
applaudire il cancan, anche se non è più quello della belle
époque, sognando impazienti il momento in cui potremo farlo risparmiando
mezz’ora. Tutti in carrozza e buon viaggio. Torna alla mente il motto dei saggi
latini Deus dementat quos vult perdere (“Dio toglie la ragione
a quelli che vuol rovinare”).
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