La moneta mondiale
digitalizzata privata
Trovare delle soluzioni alla (quasi) ultimata mercificazione e
privatizzazione della moneta in un mondo regolato in toto o parzialmente
dall'economia capitalista di mercato non è cosa semplice né facile. Non si
tratta di cambiare le regole dell'illuminazione pubblica a Milano o a Shanghai,
né di fissare nuovi criteri relativi all’autorizzazione a produrre ed usare
fertilizzanti, pesticidi… per l'agricoltura. Si tratta di modificare il sistema
portante del funzionamento dell'economia mondiale. A queste parole, il virus
dello scetticismo profondo sulle soluzioni si diffonde alla velocità del
microsecondo. Quanto segue è un tentativo di dimostrare che la porta di un
altro divenire resta aperta.
Un obiettivo di ribaltamento globale
Certo, è un obiettivo estremamente difficile da realizzare perché, anche se
le soluzioni appropriate possono essere identificate, i detentori del potere
non permetteranno che esse - politically uncorrect - siano
adottate. Non vi sono mezzi termini. I processi conflittuali sono lunghi, incerti
e vedranno coinvolte generazioni di gente e di popoli. Questo non significa che
essi siano impossibili o rinunciabili.
L'obiettivo globale è liberare il divenire dell’ecologia e
dell'economia da principi e processi di mercificazione, privatizzazione e
monetizzazione finanziaria speculativa1. L'obiettivo specifico è
concepire e costruire a livello planetario un sistema monetario e finanziario
mondiale pubblico (statale e non). Un sistema di pensieri e di regole
intrinsecamente funzionale ad una società politica fondata sul principo della
salvaguardia, la cura e la promozione della comunità globale di vita della
Terra. Per comunità globale di vita della Terra si intende
l’insieme delle specie viventi del pianeta (specie microbiche, piante, animali,
esseri umani) 2. Una visione della vita e del mondo liberata
dai limiti e dalle derive dell’antropocentrismo.
Il percorso ‘iniziale’ da realizzare è triplice:
·
decostruire la finanza attuale per dare sicurezza al mondo,
de-criminalizzare la finanza;
·
creare una moneta mondiale pubblica (propongo che essa sia nominata
“Vita”);
·
demonetizzare i beni e servizi comuni pubblici mondiali essenziali e
indispensabili per la vita.
Decostruire la finanza attuale,
de-criminalizzare la finanza
La finanza attuale non è un buon sistema. È nociva al mondo, è nociva alla
vita. Essa dice: “First money”; il resto è subordinato. Essa predica
l’appropriazione e l’accumulazione private della ricchezza, della moneta.
Elimina coloro che non sanno accumulare, soprattutto coloro che non sanno
evadere le tasse. Agli evasori, invece, offre i paradisi fiscali. Essa è
utilitarista: tutto è calcolato in termini di ROI (Return On Investment) e RONA
(Return On Net Assets). La violenza è il meccanismo di base: non c’è tempo di
occuparsi degli esseri umani, dei loro diritti, essi hanno il dovere di essere
redditizi. Questo dovere è assoluto per quanto riguarda gli animali, le piante,
le altre specie viventi. La finanza attuale alleva i giganti: occorre essere i
più grossi, i più grandi, i più potenti ed alimenta la guerra, essendo il
settore delle armi (produzione e commercio) diventato uno dei settori più
redditizi sul piano finanziario, dopo l’informatica+robotica e l’industria
farmaceutica. La finanza attuale si caratterizza per un alto livello di
criminalizzazione: scandali dopo scandali, modi di funzionamento e attività
illegali, riciclaggio di denaro sporco, corruzione... Essa è volatile,
estremamente instabile allorché l’obiettivo principe, si dice, della politica
monetaria e finanziaria è la stabilità dei prezzi, dei valori monetari,
dell’economia... Il lungo termine dei valori borsistici è la settimana (al
massimo). Il breve termine si misura per frazioni di secondo, al millionesimo
di secondo. La finanza ad alta frequenza ha eliminato il tempo umano ed il
tempo sociale. La dissociazione tra la moneta e la vita e le attività
economiche è enorme. La ricchezza prodotta dalla finanza ad alta frequenza non
ha alcun senso. Last but not least, le enormi disuguaglianze in
termini di ricchezza monetaria rappresentano il segno esterno più visibile del
fallimento del sistema attuale3.
Per questo, è urgente e improcrastinabile:
a) fermare le transazioni finanziarie ad alta frequenza
b) mettere fuori legge i paradisi fiscali
c) eliminare il segreto bancario
d) chiudere i mercati dei prodotti derivati
e) ristabilire la separazione tra le attività di risparmio e le attività di
credito
f) scorporare i fondi pensione dai mercati finanziari speculativi
g) arrestare i meccanismi attuali dell’indebitamento specie pubblico
h) vietare alle società quotate in Borsa di essere proprietarie o gestionarie
dei beni (e servizi) comuni pubblici mondiali essenziali per la vita.
Creare una moneta comune mondiale
pubblica, “Vita”
Né il dollaro, né l’euro né lo yuan potranno salvaguardare e proteggere
l’Amazzonia o le acque del Pianeta, per dare solo due esempi. Il dollaro, la
moneta che addirittura afferma sulle sue banconote “In God We Trust”, la
bramosia del dollaro e ciò che rappresenta, continuerà a spingere i signori
della moneta a bruciare la foresta amazzonica, il polmone verde del Pianeta.
Cosi avverrà anche per il Libra: i fiumi ed i laghi della Terra, le arterie
vitali del Pianeta, saranno ridotti a secco o le loro acque non saranno più
buone per la vita perché inquinate, contaminate. La Banca Mondiale (e filiali)
non ha eliminato la povertà (come sta scritto nel suo logo). Anzi, ha
contribuito a sostenere i processi di alimentazione dell’impoverimento dei più4.
Occorre inventare, concepire e promovere un nuovo sistema monetario
mondiale nel quadro di un sistema economico e politico mondiale assennato,
fondato su un nuovo rapporto tra giustizia sociale, economia plurale, finanza e
tecnologia. Uno degli strumenti principali sarà una moneta mondiale
nuova, dalle caratteritiche diverse da quelle delle monete attuali di cui
la moneta mondiale digitale privata è un mezzo di accentuazione e aggravazione.
La moneta Vita sarà una moneta comune mondiale (MCM)
creata da un’Assemblea Rappresentativa degli Abitanti della Terra (ARAT) e non
dagli Stati, per cui essa non sarà l’espressione di un sistema di predominio di
una o più potenze economiche e militari della Terra, come è oggi il caso del
dollaro e/o dell’euro, né del potere economico e tecnologico di un gruppo di
imprese multi-nazionali private, come sarà il caso di Libra. La moneta comune
mondiale non dovrà essere la moneta imposta dai potenti, come fu il caso per il
sistema monetario finanziario creato dopo la Seconda guerra mondiale o per il
sistema monetario europeo che ha condotto alla nascita nel 2000 dell’euro. Le
monete “comuni” dei potenti sono schiave delle lotte tra i potenti e delle
crisi dei potenti. Esse non possono essere che uno strumento di sottomissione e
di sfruttamento dei più deboli da parte dei più potenti.
È impossibile far creare Vita dagli Stati. Come descritto nella prima parte dell’articolo, essi sono prigionieri della loro
(ambigua) sovranità nazionale. Lo stesso dicasi dell’ONU, anch’essa dipendente
dalla sovranità degli Stati, come dimostra la struttura del Consiglio di
Sicurezza dell’ONU il cui potere è in mano ai cinque membri permanenti dotati
ciascuno del diritto di veto. La proposta che la MCM sia lanciata per
iniziativa e dall’ARAT non è certamente la via più semplice, ma è una via
obbligata se Vita deve esprimere la volontà comune di darsi uno strumento
monetario al servizio e nell’interesse della comunità globale della
vita della Terra, la cui istituzionalizzazione politico-giuridica sarà al
centro delle battaglie politiche dei prossimi decenni. In assenza di uno Stato
mondiale, Vita vuole essere l’espressione pubblica della comunità globale degli
abitanti della Terra in costruzione. Non si tratta di continuare nella tendenza
in favore di monete “senza Stato”, della privatizzazione monetaria. È però
evidente che una comunità politica mondiale istituzionalizzata si tradurrà in
un modello di Stato differente da quello dello Stato “nazionale”. La
mondializzazione del politico e della politica inciderà molto sui concetti di
potere democratico, di sovranità, di sicurezza (militare, economica,
monetaria...), di responsabilità.
Perché la creazione di Libra da parte di 28 potenti imprese mondiali private,
di una moneta che vuole essere uno strumento di governo dell’economia mondiale
senza, vuoi contro, l’intervento degli Stati, è accettata come un fatto
normale, quasi inevitabile, e la creazione di Vita da parte di un centinaio o
più di organizzazioni rappresentative della comunità degli abitanti della Terra
sarebbe irrealista, improponibile? Forse perché nel primo caso si tratterebbe
di soggetti potenti contro i quali è difficile lottare, nel mentre nel secondo
si tratterebbe di soggetti senza reale potere politico economico?
L’assemblea rappresentativa degli abitanti della Terra proporrà altresì la
creazione della Banca Comune Mondiale (BCM), ben diversa
dall’attuale Banca Mondiale + Fondo Monetario Internazionale. La BCM sarà messa
sotto l’autorità ed il controllo di un Consiglio di Sicurezza Monetario
e Finanziario della Terra (COSMO-T).
L’insieme delle quattro proposte (MCM, BCM, COSMO-T e ARAT) dovrebbero fare
l’oggetto di una fase definitoria preparatoria nell’ambito di una Agorà degli
Abitanti della Terra sulla Moneta e la Finanza che potrebbe essere organizzata
tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 ad opera di un comitato promotore
composto da alcune maggiori organizzazioni politico-istituzionali,
socio-economiche e culturali (religiose, artistiche)5.
Demonetizzare i beni e servizi comuni
pubblici mondiali essenziali e indispensabili per la vita
Uno dei principi fondatori del nuovo sistema monetario e finanziario
mondiale deve essere l’abbandono della monetizzazione e della mercificazione
dei beni comuni pubblici mondiali essenziali e indispensabili per la vita
(servizi correlati inclusi). La loro definizione e selezione darà luogo ad
ampie e lunghe discussioni e diatribe. L’esperienza degli ultimi 50 anni
dimostra, però, che è possibile identificare un numero piuttosto ristretto di
beni comuni pubblici mondiali e evitare la banalizzazione attuale della vita
secondo cui tutto (o quasi tutto) può essere concepito e vissuto come un bene
comune (locale e/o nazionale e/o mondiale). La mia proposta, per avviare il
percorso di costruzione, è di considerare BCPM l’energia solare, l’aria,
l’acqua, le sementi, le foreste, la conoscenza, la sicurezza. Si vedrà negli
anni/decenni successivi cosa e come cambiare, alla luce dell’esperienza
mondiale.
Come si noterà, la demonetizzazione dei BCPM menzionati è giustificata e
necessaria perché detti beni sono strettamente relazionati al mondo dei diritti
umani universali)6. In quanto tali, non possono essere mercificati e
privatizzati, non sono oggetto di scambi commmerciali. Sia i costi che i
benefici della loro disponibilità e fruizione non possono essere misurati ai
prezzi di mercato. Nel loro caso, v’è l’obbligo della loro disponibilità e
accessibilità universali, per tutti, che solo la collettività istituzionalizzata
può garantire e di cui la collettività deve farsi carico sul piano degli oneri,
grazie alla fiscalità ed alla mutualità. Certo, i diritti “costano” ma non allo
stesso modo e secondo gli stessi criteri dei beni e servizi “mercanzie” non
essenziali e indispensabili per la vita. Pertanto, il corollario alla base
della proposta della demonetizzazione sta nel principio che - come dimostrato
dal sistema del welfare scandinavo - è preferibile per la collettività fornire
i beni e servizi comuni collettivi legati ai diritti umani, secondo regole
chiare e giuste, che dare denaro alle persone e alle famiglie per comprare sui
mercati gli stessi beni e servizi mercificati e privatizzati. Per questo, i
principi e le pratiche sociali imposti dai gruppi dominanti dei paesi ad
economia capitalista di mercato non sono pertinenti né accettabili. Mi
riferisco al principio della monetizzazione della natura, consacrato nella
risoluzione finale del Terzo Vertice Mondiale della Terra nel 2012) 7 e
alle pratiche di misura dette “Environmental Costs and Benefits Assemment”
applicate in particolare nel campo dell’acqua8.
Demonetizzare i beni (e servizi correlati) essenziali per la vita significa
che la loro proprietà, gestione ed uso saranno messi fuori dai meccanismi di
mercato e che il loro valore non sarà determinato in termini monetari dal loro
valore di scambio o di uso utilitario ma fissato come valore sociale collettivo
rispetto a una serie di criteri relativi al loro contributo alla vita. Esistono
dei criteri che consentono, per il momento, pur nel contesto di una economia
capitalista di mercato, di definire e misurare un prodotto (bene e/o servizio)
in quanto bene comune9. Un grande lavoro concettuale e operativo
d’innovazione politico-economica e sociale ci attende. La demonetizzazione è
possibile.
Demonetizzare significa altresì che detti beni e servizi non potranno
essere bancarizzati, come invece accade oramai da anni nelle società dette
“sviluppate” per i beni naturali10. Significa, infine, che la loro
responsabilità non può essere che pubblica (abbandono quindi dei PPP) a carico
di soggetti pubblici (dal locale al mondiale). Le transazioni tra i soggetti
pubblici potranno essere operate ricorrendo ad una moneta comune mondiale
“interna”, VitaDue. Si trattererrebbe di una moneta
“parallela “non in contanti destinata a favorire un’economia
cooperativa e mutualista dei BCPM non sottomessa alle logiche finanziarie dei
mercati concorrenziali.
Nel mondo ci sono alcune migliaia di monete dette “locali”,
“complementari”, volte a facilitare la gestione e l’accesso a servizi di
prossimità, a bisogni comuni, alle attività dei comuni e delle amministrazioni
pubbliche, alle piccole e medie imprese. Nel contesto generale di una economia
capitalista di mercato competitiva, il loro sviluppo e ruolo è rimasto ed è
destinato a restare marginale11. In un mondo che mira a sradicare le
cause delle inuguaglianze e dell’impoverimento, a eliminare le guerre, a
promuovere uno sviluppo sostenibile radicalmente diverso da quello dettato
dalla crescita del PIL, le strategie interrelate di decostruzione della finanza
attuale, di creazione di una nuova moneta comune mondiale al servizio della
vita, di demonetizzazione dei BCPM e di diversficazione monetaria,
rappresentano un insieme di percorsi di costruzione di un altro divenire del
mondo ricco di prospettive incoraggianti e condivise.
Perché il mondo non può e non deve appartenere ai più forti, furbi,
aggressivi, individualisti, conquistatori.
1 Ecologia, da oikos logos = discorsi/pensieri sul
luogo di vita. Economia, da oikos nomos = regole del luogo di
vita, della casa.
2 Il concetto di comunità globale di vita della Terra è stato
ripreso ampliamente nella enciclica di Papa Fancesco Laudato si' (24 maggio 2015).
3 Questi aspetti sono trattati in maniera più estesa e
complementare in Riccardo Petrella, Il diritto di sognare. Le scelte
economiche e politiche per una società giusta, Sperling & Kupfer,
Milano, 2004 e Nel nome dell’Umanità, Edizioni Il margine, Trento,
2017, pp.292-97.
4 Oramai, sono rimasti in pochi gli economisti ed i politici
che negano l’aumento notevole delle inugliaglianze, a livelli incredibili, in
seno e tra i Paesi del mondo.
5 Una prima Agorà degli Abitanti della Terra si è tenuta a
Sezano/Verona nel dicembre 2018. Essa ha approvato una Carta degli Abitanti
della Terra con 13 principi e 16 proposte di azioni prioritarie di cui tre, in
particolare, riguardano la finanza e la moneta. Vedi figure 1 e 2 di La
Carta degli Abitanti della Terra. Verso un Patto dell’Umanità. Rapporto finale, 2019.
6 Il legame diretto tra beni comuni pubblici mondiali e diritti
umani universali costituisce, a mio avviso, una delle caratteristiche chiave
della definizione dei BCPM. Tipico esempio: il bene comune pubblico mondiale
acqua e il diritto universale all’acqua potabile e ai servizi
igienico-sanitari. Cfr. RAMPEDRE (Rapport Mondial Permanent sur le Droit à l’Eau) sezioni «
Qu’est-ce que le droit à l’eau ? » e « Les obligations découlant du droit à
l’eau ».
7 Cfr. il documento finale del Terzo Vertice della Terra,
Rio+20, cioè la terza United Nations Conference on Sustainable Development,
Rio+20, The future we want.
8 Mi riferisco alle azioni promosse dall’UNEP (United Nations
Environment Program), l’OCSE, e la Commissione europea dell’UE fin dagli anni
2000 in materia di valutazione monetaria dei costi e benefici dell’ambiente per
meglio definire sul piano finanziario le priorità dello “sviluppo sostenibile”.
9 Cfr. la matrice di 17 criteri proposta da Christian Felber
in L’economia del bene comune, Edizioni Tecniche Nuove, 2015.
10 La bancarizzazione dell’acqua (tramite per esempio “la Borsa
dell’acqua”) è stata sperimentata su vasta scala in California per lottare
contro la penuria dell’acqua sempre più grave. I risultati non sono stati
affatto all’altezza delle attese e delle promesse. La via del mercato e della
finanziarizzazione non è più la via maestra per le autorità californiane, ma
quella della regolazione restrittiva severa degli usi dell’acqua nell’interesse
della vita di oggi e delle generazioni future.
11 Sulle monete “locali”, “complementari”, etc., indispensabile
è la lettura dell’opera pionieristica del belga Bernard Lieater, in
particolare, Bernard Lietaer et Margrit Kennedy, Monnaies régionales.
De nouvelles voies vers une prospérité durable, éd. Charles Léopold Mayer,
2008.
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