domenica 5 dicembre 2021

Emilio e Turi in prigione: che serva da lezione

Emilio e Turi cercano giustizia ma trovano la legge 


Nel pomeriggio di giovedì 2 dicembre Turi Vaccaro è stato arrestato dalla polizia ferroviaria di Firenze. Dicono che deve scontare un residuo di pena di 5 mesi, più altri due mesi di arresto. Turi è stato trasferito presso il carcere di Sollicciano.

Nei confronti di Turi, pacifista integrale e conseguente, è in atto un vero e proprio accanimento; la persecuzione nei suoi confronti è in atto in ogni parte d’Italia. Oltre tutto Turi è malato ed è reduce da un ricovero ospedaliero in Sicilia, da cui è uscito molto provato.

Il Movimento NO MUOS esprime tutta la massima solidarietà al compagno e invita i movimenti e gli attivisti contro la guerra e contro le sopraffazioni del capitale a chiedere e lottare per la sua liberazione immediata.

Contro la repressione la solidarietà è un’arma.

Turi libero, Emilio libero, tutti e tutte liberi!

Movimento NO MUOS

da qui

 

A chi fa paura Turi Vaccaro?

Ancora una volta il pacifista Turi Vaccaro finisce agli arresti.
Ieri 2 dicembre è stato arrestato dalla polizia ferroviaria di Firenze.

Liberate Turi Vaccaro.
Affermano che deve scontare ancora un residuo di pena di 5 mesi e altri due di arresto, ancora una volta l’uomo più mite del pianeta è stato condotto in carcere a Sollicciano.

A chi fa paura Turi? Un uomo che ha predicato sempre la non violenza contro tutte le guerre e  che ha combattuto contro ogni strumento di guerra come il MUOS di Niscemi.

Lo ricordo quando girava la Sicilia e l’Italia con il suo asino, va ancora oggi, pur essendo ammalato, nei luoghi dove si manifesta per la pace.

Per Turi, cresciuto negli anni settanta, la Pace è quella vera, quella che si è combattuta a Comiso, a Niscemi, in Veneto contro le basi Usa portatrice di guerra in molti paesi del pianeta

Da Sigonella a Catania durante le guerre partono aerei, armi per bombardare vittime innocenti, perché quando si gettano bombe non si uccidono solo nemici ma soprattutto bambini e donne che quella guerra non vogliono nemmeno.

Turi dagli occhi dolcissimi, dalla barba incolta, dal sorriso puro di un fanciullo,  ha sempre protestato salendo sul traliccio del MOUS, senza armi, con l’utilizzo delle sole mani ha tagliato fili spinati e con la non-violenza ha applicato gli articoli 10 e 11 della Costituzione.

A chi fa paura chi applica l’articolo 11 della Costituzione: “l’Italia ripudia la guerra”?
Sicuramente ai politici che la Costituzione hanno calpestato partecipando a tutte le guerre che la Nato ha indetto.

Fa paura ai produttori di armi che sono tanti, fa paura a tutti i governi italiani che le armi le hanno sempre esportate per impinguare le casse.

Meglio in carcere un Turi Vaccaro o un Emilio Scalzo, militante pacifista #Notav che è stato arrestato a Bussoleno, ricercato dalla Gendarmerie francese per il suo impegno nel soccorso ai migranti sulla freddissima via delle Alpi.

No alle patrie galere chi invece nelle piazze la violenza la usa, e sono belligeranti che distruggono sedi sindacali. Quelli le armi le usano, le bombe pure. Le stragi in Italia sono  state fatte da rappresentati al Parlamento.

Mentre i pacifisti dopo il G8 sono solo rappresentanti dai nostri ideali e da nessun altro.

Queste le parole di Nelson Mandela:

“Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso”

Santina Sconza

 da qui





Al via l’estradizione di Emilio: “tanto noi non ci arrendiamo”



E’ di pochi minuti fa la notizia che Emilio questa mattina sarà estradato in Francia dove, già oggi, avrà la prima udienza nella quale verrà stabilito se dovrà rimanere in carcere oppure se potrà accedere alle misure alternative e quindi essere tradotto agli arresti domiciliari.

Salutiamo Emilio con la promessa che continueremo a sostenerlo, anche se a dividerci sono quelle stesse montagne sulle quali si è battuto per i diritti dei migranti, che ogni giorno rischiano la vita per abbracciare un futuro libero da guerre e miserie.

Lo vogliamo salutare con un video importante, che esprime in pieno il senso di chi è Emilio e di dove punti il suo sguardo, sempre verso i più deboli. Emilio che di dignità ne ha da regalare, a differenza di tutte le parole di cui si riempie la bocca l’intero mondo della politica, non solo italiana, ma anche europea.

1 minuto e 30 secondi di video, realizzato da Luigi D’Alife, che ringraziamo per questo scorcio di profondità immensa su Emilio.

Di seguito le parole di Luigi, condivise dal suo profilo:

“Nei giorni scorsi è arrivata la notizia che la cassazione ha confermato la richiesta di estradizione in Francia per Emilio, in relazione a un iniziativa sul confine tra Claviere e Monginevro. In questi giorni ho continuato a ripensarci su, accumulando una grande rabbia per quella che è l’ennesimo inaccettabile attacco contro la solidarietà messa in campo per sostenere i migranti in transito sul confine.

Ho continuato a pensarci.

Ho ricordato che Emilio è probabilmente la prima persona che ho incontrato e intervistato il primo giorno che sono arrivato a Bardonecchia.

Erano le 21:55 del 22 Dicembre 2017. Da quel giorno sono cambiate moltissime cose.

Eppure le parole di Emilio, nella loro splendida semplicità, restituiscono al meglio la fantastica persona che è, compagno generoso, sempre presente, che restituisce valore ad una parola troppe volte utilizzata con leggerezza come quella di “umanità”.

Non posso che chiudere queste 4 righe con le stesse parole di Emilio”: “Tanto noi non ci arrendiamo”.

Emilio libero! Libertà per i/le no tav! No all’estradizione!

da qui




Un pericoloso criminale - Chiara Sasso


Non c’è niente che faccia più arrabbiare alcune mogli che il ritardo dei mariti a pranzo. Erano poco dopo le 12 di mercoledì 15 settembre a Bussoleno, paese di residenza di Emilio Scalzo, Valle di Susa. La mattinata stava vivendo quel clima tipico settembrino incerto, sospeso fra “sole nuvole”. E così che diventa anche il tempo di attesa di Marinella, “sospeso”, con la tavola apparecchiata e il cibo pronto. Dalla stradina l’unico rumore che arrivava è un flebile miagolio, un gatto, probabilmente finito in qualche buco, un anfratto non riusciva più ad uscire. Marinella decide di mettere fine a quel lamento e chiede a Emilio di intervenire e aiutare l’animale a uscire dalla trappola nella quale si è cacciato. Non poteva immaginare che in fondo alla strada si stava per aprire un’altra trappola. Due auto civetta e altre due volanti della polizia lo stavano aspettando. Ammanettato e caricato su una volante, Emilio sparisce nel nulla.

Marinella aspetta, telefona all’avvocato il quale è all’oscuro di tutto. Trascorrono un paio d’ore prima di venire a conoscenza di un mandato di arresto europeo con richiesta di estradizione in Francia. L’accusa: aver aggredito un gendarme francese durante una manifestazione per i migranti al confine fra Claviere e Monginevro. Il giorno dopo, il 16 settembre la convalida dell’arresto, Emilio viene trasferito al carcere delle Vallette di Torino. A fine mese, il 29 settembre ci sarà un’altra udienza per decidere sull’estradizione. La nuova misura cautelare in attesa del processo in Francia dovrà essere convalidata dalla Corte di Appello. L’avvocato Danilo Ghia esporrà la situazione del suo assistito (facendo riferimento a processi in corso ad ottobre, una situazione che si profila di fatto ostativa per una estradizione).

Marinella è abituata a tutto, anche vedersi arrivare Emilio senza scarpe perché ha lasciato le timberland a qualche migrante al quale servivano per tentare di attraversare il confine. Magari a pieni nudi ma tornava.

Emilio è molto conosciuto per aver trascorso tutta una vita di lavoro in piena rettitudine, pescivendolo ai mercati nei paesi della valle (leggi anche Emilio, di Livio Pepino). Conosciuto per la sua generosità per il suo altruismo e anche sì per il suo incontenibile naturale bisogno di allearsi con le persone più fragili e aiutarli, in questo caso i migranti. È notizia di giovedì 16 settembre che altri due migranti, afghani hanno rischiato la vita precipitando di notte nel lago artificiale nella diga di Rochemolles (Bardonecchia). Sono riusciti da soli a uscirne si sono trascinati fino a un rifugio, immediatamente soccorsi sono stati portati all’ospedale di Susa, un ragazzo di trentacinque anni è stato successivamente portato al Cto di Torino per emorragia celebrale. È una delle tante storie che ci sono su questi valichi alpini. Una di quelle storie dove Emilio non si sentiva di girarsi dall’altra parte.

Intanto in tutta la valle sono in molti a commentare l’arresto sbalorditi. La richiesta di estradizione richiama facilmente reati pesanti, nomi di malavitosi, mafia, traffici di droga. Da quando la notizia è diventa pubblica sono molti gli avvocati di Torino e non solo che si sono cercati in un tam tam per commentare. “L’estradizione del cittadino italiano verso l’estero è un caso limite perché sia la Costituzione che il codice penale la consentono soltanto se prevista da una convenzione internazionale. Ora il Mae, il Mandato di arresto europeo, sembra consentirlo ma è incredibile che venga utilizzato per reati simili…”.

da qui



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