Come volevasi dimostrare o meglio, come si poteva sospettare: Cdc, Fda e
media mainstream hanno costruito dal nulla una bugia per impedire l’uso
dell’ivermectina e dunque fare spazio ai vaccini sperimentali. La leggenda di
morti per intossicazione dovuta a questo farmaco da sempre considerato
innocuo era una balla costruita a tavolino e ora i funzionari del New Mexico
che sono alla base di questa menzogna ammettono di essersi “sbagliati”: due
persone non sono affatto morte a causa di questo farmaco, come era stato
affermato in precedenza dalle autorità . Eppure il Cdc ha generato la più alta
allerta sanitaria e migliaia di titoli i su casi falsi di questo tipo. Quando
un allevatore del Texas di settantanove anni è morto lo scorso settembre nel
New Mexico con positività al covid, la sua famiglia non aveva certo previsto di
diventare la protagonista di una campagna mediatica decisa ad evitare che
l’ivermectina si mettesse di traverso all’affare dei vaccini e dunque anche
all’ingegneria sociale costruita su di essi, ma si è trovata proprio
nell’occhio del ciclone: in una clamorosa conferenza stampa, il segretario ai
servizi sanitari del New Mexico, il dottor David Scrase, annunciò la prima
“overdose di ivermectina” del suo stato, aggiungendo presto una seconda morte
presumibilmente da ” tossicità” dovuta a
questa sostanza.
Ora, Scrase ha riconosciuto che le sue ripetute asserzioni erano infondate:
i due decessi non sono stati causati dall’ivermectina, ma dal ritardo nelle
cure del covid, il che tra l’altro farebbe capire che se avessero preso prima
questo farmaco sarebbero vivi, almeno per quanto ne sappiamo. Ma la
storia è esemplare di come vanno le cose in tempi di pandemia narrata : le
affermazioni di Scrase avrebbero dovuto essere confermate da un rapporto
tossicologico il quale non solo non è mai stato fatto, ma nemmeno è stato mai
mai ordinato mentre il medico legale ha giudicato la morte dell’allevatore texano
avvenuta per cause naturali. Dunque si è trattato di un teatrino organizzato
dalla prima all’ultima battuta. In realtà il responsabile della sanità del New
Mexico aveva ammesso tutto questo il primo dicembre scorso, ma sulle sue
“confessioni” è caduto il solito silenzio stampa, fino a che la documentazione
non ha reso possibile mettere al tappeto questo ennesimo caso di diffusione di
bufale funzionali ad alimentare le vaccinazioni e impedire le cure. In realtà
sebbene questa menzogna fosse in qualche modo circoscritta, il fatto stesso che
abbia avuto una certa diffusione, è in qualche modo clamoroso ed emblematico
della crisi cognitiva che ci attraversa perché l’ivermectina è un farmaco
straordinariamente sicuro e approvato dalla FDA, compare nell’elenco dell Oms
come uno dei 100 medicinali essenziali che tutti i sistemi ospedalieri
dovrebbero avere, mentre in quattro decenni ne sono state distribuite quasi
quattro miliardi di dosi senza alcun caso di decesso, nemmeno nell’uso
veterinario. Improvvisamente e vergognosamente, per soli scopi commerciali, è
stata demonizzata sulla base di due casi che si sono rivelati una balla.
So che sembra assurdo, ma è in questa assurdità che viviamo: il New Mexico
è diventato un attore chiave in un ampio modello di inganno alla fine della
scorsa estate per rappresentare l’ivermectina come pericolosa, quando
invece la ricerca ha fortemente sostenuto l’efficacia
del farmaco contro il covid e le prescrizioni dei medici di questo farmaco
erano alle alle stelle: i funzionari della sanità pubblica unicamente
concentrati sulla vaccinazione. avevano bisogno di qualcosa per fermare il
farmaco. Ed assieme alla Fda hanno costruito il caso: prima l’avvertimento su
Twitter della Food and Drug Administration lo scorso agosto contro l’uso
dell’ivermectina destinato al bestiame, suggerito da informazioni non
verificate e in seguito risultate erronee dal Mississippi, ma subito raccolte
anche dal Cdc. Poi i casi interamente costruiti dal nulla nel New Mexico che
hanno dato avvio alla campagna mediatica planetaria rivolta a non solo agli Usa
ma anche all’India, al Giappone e ai Paesi africani che fanno uso
massiccio di ivermectina con eccellenti risultati. Insomma siamo di fronte uno
spaccato delle viscere creative della pandemia per così dire, a una visita
dietro le quinte della commedia che va in scena e che giorno per giorno mostra
come la buona fede sia merce rara dentro un piano lucidamente attuato.
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