Cinquanta
premi Nobel hanno scritto un appello agli Stati membri delle Nazioni Unite
perché si impegnino a ridurre la spesa militare del 2 per cento ogni anno, per
cinque anni. Si otterrebbero enormi risorse per far fronte alle pandemie, ai
cambiamenti climatici e alla povertà estrema
Già li
sento: ancora un articolo sulle armi sulla guerra, ancora lo spazio di un
buongiorno usato per questo quando si potrebbe benissimo criticare qualche
influencer sperando di accumulare così punti da influencer e fare tantissimi
clic? Lo so, mi spiace, il tema mi sta tremendamente a cuore perché non riesco
a capacitarmi del tempo e dello spazio dato ai 500 euro al mese per qualche
poveraccio (e pochi, pochissimi truffatori fisiologici) mentre si tace sulla
spesa militare e soprattutto sui danni collaterali che portano le armi, ovvero
la guerra.
Del resto
qui in Italia c’è stato il tempo dove si spendeva una lacrima per Gino Strada
dappertutto, anche i suoi nemici più ostinati, e ora pochi si prendono la briga
di farsi carico della sua riflessione sul valore della pace. Anche in
Parlamento i pacifisti sono merce rarissima. Il progetto è praticamente
compiuto: rendere “idealista” un proposito politico è il modo migliore per
neutralizzarlo.
Ve li
ricordate gli articoli ogni volta che un premio Nobel dice qualcosa? Benissimo,
qui di Nobel ne abbiamo 50 (dicasi 50) che dicono di avere trovato una
soluzione con un’arma bianca infallibile: la logica. I 50 Nobel hanno scritto
un appello (che trovate qui) per ridurre le spese militari e
leggerlo attutisce la sensazione di essere alieni:
«La spesa
militare, a livello globale, è raddoppiata dal 2000 ad oggi, arrivando a
sfiorare i duemila miliardi di dollari statunitensi all’anno. Inoltre, è in
aumento in tutte le aree del mondo. I singoli governi sono sotto pressione e
incrementano la spesa militare per stare al passo con gli altri Paesi. Il
meccanismo della controreazione alimenta una corsa agli armamenti in crescita
esponenziale, il che equivale a un colossale dispendio di risorse che
potrebbero essere utilizzate a scopi migliori.
In passato,
la corsa agli armamenti ha spesso condotto a un’unica conseguenza: lo scoppio
di guerre sanguinose e devastanti. Noi vogliamo presentare una semplice
proposta per l’umanità: che i governi di tutti gli Stati membri delle Nazioni
Unite si impegnino ad avviare trattative per una riduzione concordata della
spesa militare del 2 per cento ogni anno, per cinque anni.
La nostra
proposta si basa su una logica elementare:
·
Le nazioni
nemiche ridurranno la spesa militare, e così facendo rafforzeranno la sicurezza
dei rispettivi Paesi, pur conservando l’equilibrio delle forze e dei
deterrenti.
·
L’accordo
siglato servirà a contenere le ostilità, riducendo il rischio di futuri
conflitti.
·
Enormi
risorse verranno liberate e rese disponibili, il cosiddetto «dividendo della
pace», pari a mille miliardi di dollari statunitensi entro il 2030.
La metà
delle risorse sbloccate da questo accordo verrà convogliata in un fondo
globale, sotto la vigilanza delle Nazioni Unite, per far fronte alle
istanze più pressanti dell’umanità: pandemie, cambiamenti climatici e povertà
estrema. L’altra metà resterà a disposizione dei singoli governi. Così facendo,
tutti i Paesi potranno attingere a nuove e ingenti risorse, che in parte si
potranno utilizzare per reindirizzare le notevoli capacità di ricerca
dell’industria militare verso scopi pacifici nei settori di massima urgenza.
La storia
dimostra che è possibile siglare accordi per limitare la proliferazione degli
armamenti: grazie ai trattati Salt e Start, gli Stati Uniti e l’Unione
Sovietica hanno ridotto i loro arsenali nucleari del 90 percento dagli anni
Ottanta ad oggi. I negoziati da noi proposti avranno una buona possibilità di
successo, perché fondati su un ragionamento logico: ciascun attore sarà in
grado di beneficiare dalla riduzione degli arsenali del nemico, e così pure
l’intera umanità. In questo momento, il genere umano si ritrova ad affrontare
pericoli e minacce che sarà possibile scongiurare solo tramite la
collaborazione. Cerchiamo di collaborare tutti insieme, anziché combatterci».
In mezzo a
troppe ciance la trovo una delle lettere più belle, coraggiose e lucide di
questi ultimi mesi.
Buon
giovedì.
Qui i
firmatari:
1. Hiroshi Amano (Nobel per la fisica)
2. Peter Agre (Nobel per la chimica)
3. David Baltimore (Nobel per la
medicina)
4. Barry C. Barish (Nobel per la
fisica)
5. Steven Chu (Nobel per la fisica)
6. Robert F. Curl Jr. (Nobel per la
chimica)
7. Johann Deisenhofer (Nobel per la
chimica)
8. Jacques Dubochet (Nobel per la
chimica)
9. Gerhard Ertl (Nobel per la chimica)
10. Joachim Frank (Nobel per la chimica)
11. Sir Andre K. Geim (Nobel per la
fisica)
12. Sheldon L. Glashow (Nobel per la
fisica)
13. Carol Greider (Nobel per la
medicina)
14. Harald zur Hausen (Nobel per la
medicina)
15. Dudley R. Herschbach (Nobel per la
chimica)
16. Avram Hershko (Nobel per la chimica)
17. Roald Hoffmann (Nobel per la
chimica)
18. Robert Huber (Nobel per la chimica)
19. Louis J. Ignarro (Nobel per la
medicina)
20. Brian Josephson (Nobel per la
fisica)
21. Takaaki Kajita (Nobel per la fisica)
22. Tawakkol Karman (Nobel per la pace)
23. Brian K. Kobilka (Nobel per la
chimica)
24. Roger D. Kornberg (Nobel per la
chimica)
25. Yuan T. Lee (Nobel per la chimica)
26. John C. Mather (Nobel per la fisica)
27. Eric S. Maskin (Nobel per
l’economia)
28. May-Britt Moser (Nobel per la
medicina)
29. Edvard I. Moser (Nobel per la
medicina)
30. Erwin Neher (Nobel per la medicina)
31. Sir Paul Nurse (Nobel per la
medicina e presidente emerito della Royal Society)
32. Giorgio Parisi (Nobel per la fisica)
33. Jim Peebles (Nobel per la fisica)
34. Sir Roger Penrose (Nobel per la
fisica)
35. Edmund S. Phelps (Nobel per
l’economia)
36. John C. Polanyi (Nobel per la
chimica)
37. H. David Politzer (Nobel per la
fisica)
38. Sir Venki Ramakrishnan (Nobel per la
chimica e presidente emerito della Royal Society)
39. Sir Peter Ratcliffe (Nobel per la
medicina)
40. Sir Richard J. Roberts (Nobel per la
medicina)
41. Michael Rosbash (Nobel per la
medicina)
42. Carlo Rubbia (Nobel per la fisica)
43. Randy W. Schekman (Nobel per la
medicina)
44. Gregg Semenza (Nobel per la
medicina)
45. Robert J. Shiller (Nobel per
l’economia)
46. Stephen Smale (Medaglia Fields per
la matematica)
47. Sir Fraser Stoddart (Nobel per la
chimica)
48. Horst L. Störmer (Nobel per la
fisica)
49. Thomas C. Südhof (Nobel per la
medicina)
50. Jack W. Szostak (Nobel per la
medicina)
51. Olga Tokarczuk (Nobel per la
letteratura)
52. Srinivasa S. R. Varadhan (Premio
Abel per la matematica)
53. Sir John E. Walker (Nobel per la
chimica)
54. Torsten Wiesel (Nobel per la
medicina)
55. Roberto Antonelli (Presidente
dell’Accademia Nazionale dei Lincei)
56. Patrick Flandrin (Presidente
dell’Académie des Sciences, Francia)
57. Mohamed H.A. Hassan (Presidente
della World Academy of Sciences)
58. Annibale Mottana (Presidente
dell’Accademia Nazionale dei Lincei)
59. Anton Zeilinger (Presidente
dell’Academy of Sciences, Austria)
60. Carlo Rovelli and Matteo Smerlak,
organizzatori.
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