premetto
che penso che Sonallah Ibrahim uno scrittore di
serie A, “purtroppo” è egiziano (di Nagib Mahfuz da noi si è sentito parlare e si è letto solo dopo che
ha vinto il premio Nobel).
in Italia sono stati pubblicati (solo) quattro suoi libri, di cui tre facilmente reperibili.
Sonallah Ibrahim è stato per anni in
prigione, le ospitali prigioni egiziane, sempre quelle, e la letteratura gli ha
salvato la vita.
l’Egitto è un postaccio per i concetti di
libertà politica e libertà d’opinione, non è una novità; nella costituzione egiziana, all'articolo 1, è scritto: "L'Egitto è una Repubblica fondata sulle Carceri".
nel romanzo lo scrittore è nelle mani di una
commissione con tanti militari, che lo mette alla prova, in una situazione davvero
kafkiana, giudicato, sorvegliato, marcato a uomo, senza accuse, senza avvocato,
in un romanzo denso di riferimenti politici e culturali, appassionante come
pochi.
la solitudine e la paura sono le sole
compagne della sua vita, in un Egitto che è quello vero, non una fantasia, e
solo la sua intelligenza potrà salvarlo, se ci riesce.
un gran libro, cercatelo e soffritene tutti.
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