L’eccellenza
de’ noantri - Francesco
Sylos Labini
Sette anni fa, sul sito lavoce.info si è svolto un acceso dibattito tra diversi economisti. Motivo del contendere
niente di meno che la fondazione di un nuovo istituto di ricerca, anzi del
primo istituto di ricerca finalmente eccellente, in mezzo alla supposta
mediocrità nostrana. Alesina e Giavazzi suonarono la carica sostenendo che “riversare
più fondi in questo sistema è come buttarli al vento…”
e che l’unico modo per garantire “…rigore, controlli ed incentivi…è
muoversi all’esterno dell’università italiana di oggi. Vittorio Grilli ci sta
provando con l’IIT: è per questo che cerchiamo di aiutarlo mentre tutti i
conservatori lo criticano”. Vittorio Grilli, anche lui economista
formatosi alla Bocconi ed in America, è dunque diventato Presidente del
nuovo Istituto Italiano di Tecnologia(IIT) nel 2005, carica
che ha conservato fino ad oggi, insieme a quella di direttore generale del
tesoro al Ministero dell’Economia da cui l’IIT dipende. L’IIT è stato
dunque fondato con una struttura giuridica completamente diversa rispetto agli
altri enti di ricerca italiana, così come diversa è la sua dote finanziaria:
100 milioni di euro all’anno dal 2005 al 2014, ovvero una spesa enorme visti
gli attuali chiari di Luna. Infatti questa stessa cifra, 100 milioni di
euro all’anno, è approssimativamente quanto viene speso, all’anno, per
finanziare l’intera ricerca scientifica italiana con i progetti di rilevanza
nazionale (PRIN) su tutto lo scibile
umano. Come direttore scientifico è stato nominato, nel dicembre 2005, Roberto Cingolani già Direttore
del Laboratorio Nazionale di Nanotecnologia (NNL) di Lecce.
Altri economisti hanno avuto delle posizioni meno massimaliste del duo
Alesina-Giavazzi. Ad esempio, Jappelli e Pagano hanno proposto che i fondi
assegnati per l’IIT fossero invece destinati all’università per assumere nuovi
professori sotto il controllo di un comitato scientifico internazionale. Luigi Spaventa scrive: “Prendo nota piuttosto del leit
motiv di Alesina e Giavazzi: l’università italiana è irredimibile e deve essere
abbandonata al suo destino di squallore; qualsiasi intervento all’interno di
essa sarebbe un vano spreco”.
L’effetto di questo dibattito è stato dunque quello di spianare la strada alla
fondazione di un nuovo istituto nato con (Legge 326/2003) “lo scopo di
promuovere lo sviluppo tecnologico del paese e l’alta formazione tecnologica,
favorendo così lo sviluppo del sistema produttivo nazionale”. Belle
intenzioni. Tuttavia in questa selva d’articoli non si trova mai una risposta
alle seguenti domande:cosa dovrebbe fare il nuovo istituto? Quale
ricerca, su quali temi, perché? Perché non c’è stata una selezione
nazionale pubblica dei gruppi e delle tematiche di ricerca, in modo da
scegliere i migliori? Da chi sono stati decisi i vertici dell’istituto e con
quali motivazioni scientifiche? Ci si è concentrati piuttosto nel costituire un
istituto di ricerca con un’architettura completamente diversa non solo da
quella di altri enti italiani, ma anche della gran parte dei centri di ricerca
del mondo compreso il glorioso Massachusetts Institute of Technology (MIT).
Ad esempio non c’è l’ingombrante e polveroso personale permanente
come invece succede nelle obsolete istituzioni come, appunto, il MIT. Inoltre si è pensato bene di mettere nel consiglio di amministrazione lo stesso Alberto Alesina e vari
rappresentanti del mondo confindustriale, mentre le risorse sono assicurate
dallo Stato. Le industrie per il momento non hanno partecipato al
suo finanziamento: una situazione piuttosto tipica per il nostro paese, di
cui abbiamo già discusso in questo blog.
Che la situazione fosse e sia piuttosto nebulosa è
testimoniato da diversi fatti. Ad esempio Marco Cattaneo, Direttore de “Le
Scienze”, ha messo in luce vari aspetto poco chiari, dall’impatto scientifico,
alla valutazione ed al finanziamento dell’IIT: “E perché lì e soltanto lì si
vanno a investire montagne di fondi quando l’Università, il CNR, l’ENEA e tutti
gli altri enti di ricerca sono al soffocamento. Perché l’IIT non deve
sottostare alle regole di trasparenza e di valutazione che si brandiscono come
mannaie all’indirizzo di tutti gli altri?”
In un recente articolo su l’Espresso viene denunciato
che la maggior parte del finanziamento accumulato negli anni non è stato speso
e che si è formato un bel tesoretto: per i comuni mortali i fondi
di ricerca (nazionali ed internazionali) hanno una scadenza oltre la quale, se
non sono stati spesi, devono essere restituiti. Ma per le “eccellenze” nostrane
le regole sono ovviamente altre. Critiche pesanti sono poi giunte dalla
prestigiosa rivista Science che ha recentemente dedicato un ampio articolo all’IIT nel quale vengono riportate le
dichiarazioni di alcuni scienziati di prestigio che erano stati chiamati a
progettare l’istituto e i cui suggerimenti sono stati completamente ignorati.
La loro impressione era quella di essere stati usati come specchietto
per le allodole, per coprire scelte arbitrarie. Nell’articolo si parla
inoltre di un fantomatico rapporto, commissionato dal ministro dell’economia
Tommaso Padoa-Schioppa, che indicava forti criticità nell’attività
dell’IIT. Questo rapporto non è mai stato reso pubblico.
Per questo motivo poco tempo fa i deputati Bachelet, Tocci e Ghizzoni (PD)
hanno fatto una interrogazione parlamentare per sapere “quando
e con quale modalità si intenda rendere pubblico il rapporto
indipendente commissionato nel 2007 dal Ministro dell’economia e delle
finanze Tommaso Padoa Schioppa, affinché Parlamento e contribuenti possano
autonomamente valutare se la prosecuzione e anzi l’aumento straordinario dei
finanziamenti pubblici stabilito con il decreto-legge sia o meno congruo con il
contenuto di quel rapporto, allora fresco di stampa“. Un punto chiave nelle
discussioni sulla valutazione è che questa sia effettuata da persone competenti
e realmente indipendenti. Nell’interrogazione si nota inoltre il conflitto
d’interessi che coinvolge sia Grilli, come presidente dell’IIT e
direttore generale del Tesoro che alloca le risorse all’IIT, che Cingolani,
direttore scientifico IIT e fondatore del laboratorio NNL di Lecce che
beneficia di collaborazioni con l’IIT. Ad esempio, quando Cingolani era
contemporaneamente direttore scientifico dell’IIT e responsabile del CNR-INFM,
l’IIT ha finanziato con 3.5 milioni di euro proprio il laboratorio CNR-INFM NNL
di Lecce. Nulla di penalmente rilevante, ma chissà se nell’obsoleto MIT una
gestione del genere sarebbe stata accettata senza problemi.
Il Governo non
risponde in maniera soddisfacente a questi appunti. In particolare si scrive
che “Con riferimento ai risultati dell’attività svolta dal Comitato di
Valutazione 2007, si fa presente chenon risulta pervenuta copia del
relativo rapporto né al Ministero dell’Economia e delle Finanze,
Dipartimento del Tesoro, né all’istituto in questione”. Giovanni Bachelet, replicando “si dichiara
totalmente insoddisfatto. Rileva come l’esistenza del rapporto commissionato
nel 2007 dal Ministro pro tempore Padoa Schioppa in materia di valutazione
dell’IIT sia stata confermata dagli estensori stessi del rapporto, da lui
interpellati, nonché dallo stesso Professor Padoa Schioppa. … Quindi rileva che
ci si trova in una situazione paradossale in cui gli estensori
dichiarano di averlo consegnato e che solo il Governo ha l’autorità per
divulgarlo mentre l’Esecutivo dichiara di non possederlo. Osserva che è
difficile capire cosa significhi questa risposta cioè se essa voglia
sottolineare che nella burocrazia si perdono documenti rilevanti oppure
se si voglia operare una burla nei confronti del deputato
interrogante.”
Sui risultati scientifici la situazione ancora non è affatto chiara.
A prescindere dal rapporto perduto nei meandri della burocrazia (?) di
tanto in tanto leggiamo qualche articolo su qualche progetto targato IIT (ad
esempio il robot I-CUB) in cui non si
specifica quale sia il contributo reale ed originale effettivamente svolto
dall’istituto (visto che il progetto del robot esisteva anche prima dell’IIT).
L’IIT infatti, da qualche tempo, distribuisce una parte dei
suoi ingenti fondi (tramite bandi pubblici – progetti SEED) per finanziare
progetti universitari o di altri enti di ricerca italiani, attraverso un
processo di valutazione per nulla limpido (molti progetti non hanno ricevuto
nessun tipo di giudizio). Ma non era tutta da buttare via la ricerca
pubblica? Se alla fine l’IIT agisce come un’agenzia di finanziamento,
non si poteva direttamente creare un’agenzia di finanziamento seria, basata su
procedure di peer-review trasparenti, senza mischiare la
produzione della ricerca con l’assegnazione dei finanziamenti? L’obsoleto MIT
non ha un ruolo d’agenzia di finanziamento, che invece negli Stati Uniti è
svolto dalla National Science
Foundation.
Negli articoli sui quotidiani che decantano le attività dell’IIT ci sono
spesso affermazioni inesattesoprattutto rispetto alla situazione di
altri enti pubblici. Ad esempio si dichiara che nell’IIT il
rapporto tra ricercatori e personale amministrativo è 8 a 2 mentre per il CNR è
1 a 1. Come replicato dal presidente del CNR Luciano Maiani, questa affermazione è falsa in quanto il
personale amministrativo costituisce il 12% del totale ed il resto sono
ricercatori e tecnologi (figure pertinenti alla ricerca, pari al 60% del
totale) e tecnici (28%). Maiani nota anche che il CNR ottiene più del 30% del
budget in aggiunta alla dotazione del ministero mentre l’IIT solo il 10%.
Infine, nella classifica diScimago delle università e degli istituti di ricerca, che considera i dati
per il periodo 2004-2008 (e dunque preliminari per l’IIT), troviamo che l’IIT
ha una produzione molto limitata, per lo più incollaborazione esterna,
di 216 documenti mentre il CNR ne ha 31,164. Paragonare un grande ente come il
CNR all’IIT non ha comunque molto senso: e allora perché si continua a
gettare discredito sul CNR per glorificare l’IIT? Forse per
giustificare l’intera operazione dell’IIT? L’IIT ha il 10% del
personale e solo il 4% delle pubblicazioni del CNR (dati 2009) e finanzia varie attività
che proprio al CNR si svolgono. Questa situazione avvalora l’opinione comune
che nell’IIT ci sianomolte risorse ma poche idee e che il CNR, sia
pur con tutti i suoi limiti, sia molto più produttivo (anche pro capite)
dell’IIT.
Insomma l’idea che non funziona è proprio quella di voler fare “il nuovo” a
discapito del “vecchio”, l’“eccellente” lasciando morire tutto il resto.
L’obsoleto MIT esiste perché è inserito in un sistema universitario e di ricerca molto articolato e
ben strutturato. Non ci si venga comunque a raccontare la favola sul MIT
italiano fatto di “rigore, controlli ed incentivi” perché, come anche
spesso accade, si unisce al danno la beffa soprattutto verso i
tanti che lavorano nelle università e nei centri di ricerca pubblici e che sono
stimati e rispettati nel mondo. Comunque è il caso di dirlo e ribadirlo:viva la libertà, viva la California!
(Pubblicato sul Il Fatto Quotidiano online)
Indovina,
indovinello, chi ha modificato la voce “Elena Cattaneo” su Wikipedia? - José De
Falco
No non è stato iCub™ , il robot IIT con la faccia di bambino, a
modificare – un po’ maliziosamente – la voce “Elena Cattaneo” su Wikipedia. Ma
se lo avete pensato non siete troppo lontani dalla verità. Abbiamo ricevuto una
lettera da José De Falco, Capo segreteria della Sen.ce e prof.ssa Elena
Cattaneo, il quale ricostruisce nel dettaglio una singolare vicenda, relativa
ad alcuni cambiamenti “chirurgici” operati da una certa “Rosetta95” sulla voce
enciclopedica della Senatrice a vita. Con un po’ di pazienza, è possibile
risalire all’identità di “Rosetta95”, un profilo che, dalla data della sua
creazione, ha lavorato solo su due voci: il 20 novembre 2015 su quella di
“Roberto Cingolani”, Direttore scientifico dell’IIT, e il primo dicembre 2016,
con nove interventi di corpose aggiunte (pari a 1840 caratteri), sul lemma
“Elena Cattaneo”. Ebbene, De Falco ha scoperto che l’utente Rosetta95 non è
altri che …
Riceviamo e
volentieri pubblichiamo
_______________
Mai gli
uffici della Prof.ssa e Sen.ce Elena Cattaneo erano intervenuti sulla voce
enciclopedica a lei riferita. Si è sempre ritenuto che la “comunità
wikipediana” fosse libera di selezionare le informazioni enciclopediche da
iscrivervi. Solo a seguito di segnalazioni di colleghi della Prof.ssa si è
posta l’attenzione su alcune modifiche proposte da un singolo utente,
“Rosetta95”, che – sebbene in via dissimulata – sono tese a screditare la
reputazione della stessa tanto in riferimento alla sua attività scientifica e
professionale quanto a quella svolta come Senatrice a vita. Si è, infatti,
osservata una certa attività di “cherry picking“, apparentemente volta a
riportare quanto potesse mettere in cattiva luce la persona descritta nella
voce.
L’utente
“Rosetta95” interviene sul profilo Wikipedia della Prof.ssa ad esempio per
riportare la chiusura di una spin off biotech universitaria da
lei fondata nel 2004 [in realtà fu nel 2006, NdA], grazie a “un cospicuo
finanziamento seed da parte di Finlombarda (finanziaria della regione
Lombardia), a cui seguirono finanziamenti di venture capital”, indicando
poi che “la società fu messa
in liquidazione nel 2008 senza
aver scoperto nulla di innovativo”. Una descrizione che si
connota come innegabilmente negativa e che peraltro tace sul tasso di fallimento fisiologico delle start
up pari a 9
su 10.
Di tutta
l’attività parlamentare svolta dalla Sen.ce Cattaneo nei soli quattro anni
dalla sua nomina, l’utente “Rosetta95” cita la sola promozione del Progetto Genomi, premurandosi di
chiarire che il bando è andato deserto (*).
Analogamente,
nell’intervenire sul profilo Wikipedia della Sen.ce e Prof.ssa Cattaneo,
l’utente “Rosetta95” ricorda la circostanza che la Sen.ce “si è fatta promotrice di una campagna contro
il progetto scientifico del Governo Renzi Human Technopole”, senza dare conto né della messe
di documenti portati a corredo della critiche, né delle altre voci
autorevoli che si sono aggiunte al dibattito, né, infine – aspetto più
qualificante -, che l’insieme di quelle motivate critiche espresse
nell’interesse del Paese e della ricerca italiana sia stato meritevole di
attenzione da parte dello stesso Governo Renzi, il quale nel settembre 2016,
con il decreto ministeriale di attuazione, imponeva un drastico cambio nella
gestione dell’intera operazione.
Infine, per
quanto riguarda l’attività di ricerca della Prof.ssa Cattaneo e del suo
laboratorio alla Statale di Milano, dedicata allo studio di una tragica
malattia neurodegenerativa, la Corea di Huntington, l’utente “Rosetta95”
interviene per segnalare inspiegabilmente e unicamente che la Prof.ssa “nel 2015 si è aggiudicata un PRIN pari a
334.500,00 euro” senza nemmeno riconoscere che tale
assegnazione, come tipicamente avviene nei bandi PRIN, si riferisce all’intero
progetto coordinato dalla Prof.ssa Cattaneo, che coinvolge altri quattro
partner, a loro volta destinatari di una quota di quella cifra totale prevista
per lo svolgimento delle attività sperimentali. Ancora di più colpisce che, nel
volersi apparentemente diffondere sui progetti competitivi vinti dalla prof.ssa
Cattaneo, l’utente “Rosetta95” scelga di citare unicamente l’assegnazione di tale
bando PRIN 2015, e taccia sugli altri finanziamenti competitivi, ben più noti e
complessi oltre che economicamente più rilevanti, vinti dalla Prof.ssa per
progetti da lei proposti ad esempio alla Commissione Europea o a enti americani
e che la vedono vincitrice e coordinatrice del progetto europeo Neurostemcell
(anni 2008-2013: 12 milioni di Euro, 14 partner europei e uno americano); del
progetto Neurostemcellrepair (anni 2013-2017: 6 milioni di Euro, 13 partner
europei); oltre che dei progetti europei o americani di cui è partner quali
Neuromics, CircProt, CHDI, NeuroNE, EStools, Stem-HD, Model PolyQ per citarne
alcuni tra le decine vinti in modo competitivo.
È evidente
come, pur essendo ciascun micro-aspetto ricapitolato “sostanzialmente vero”,
l’effetto di “attenta selezione” dell’assemblaggio delle informazioni,
combinato alla loro incompletezza, mette in cattiva luce il profilo della
personalità descritta dal lemma enciclopedico.
MA CHI È “ROSETTA95”?
Dando uno
sguardo alle attività del profilo “Rosetta95” su Wikipedia si ricavano alcune
informazioni. Infatti, andando sulla pagina dei contributi [https://it.wikipedia.org/wiki/Speciale:Contributi/Rosetta95], appare evidente come il profilo,
dalla data della sua creazione, abbia lavorato solo su due voci: il 20 novembre
2015 su quella di “Roberto Cingolani”, Direttore scientifico dell’IIT, e il
primo dicembre 2016, con nove interventi di corpose aggiunte (pari a 1840
caratteri), sul lemma “Elena Cattaneo”.
La
circostanza (difficilmente ascrivibile al caso, considerate le critiche
formulate dalla Prof. Cattaneo in merito alle modalità operative dell’IIT) ha
indotto questo ufficio a compiere un ulteriore approfondimento sull’identità
dell’utente “Rosetta95”. È Wikipedia stessa ad offrire un chiarimento al
riguardo. A questo link di benvenuto dell’utente [https://it.wikipedia.org/wiki/Discussioni_utente:Rosetta95], si apprende che “Rosetta95” è la
dott.ssa Valentina Polini, Research Support
Administrative Senior – Media Relations and Digital Communication dell’Ufficio
Comunicazione e Relazioni esterne dell’Istituto italiano di tecnologia (IIT),
ufficio operativo sotto la direzione del dott. Stefano Amoroso.
Peraltro, lo
stesso Dott. Amoroso, lo scorso 5 settembre 2017, nell’ambito di un post
pubblico su Facebook di commento a un articolo della Sen.ce Cattaneo [https://www.facebook.com/stefano.amoroso.50/posts/1536818233044922] in cui afferma che “la
Sen.ce Cattaneo utilizza il proprio ruolo istituzionale per screditare
l’operato di IIT, Istituto Italiano di Tecnologia agli occhi dell’opinione
pubblica …” , risponde al commento di un’utente scrivendo “Da
Wikipedia: …” e quindi copia-incollando lo stralcio della voce enciclopedica di
Wikipedia della Sen.ce Cattaneo modificata come sopra indicato dalla sua
collaboratrice Valentina Polini/Rosetta95, quale “summa” di tutti i
limiti e fallimenti (eventuali) della Prof.ssa.
Sembra
quindi chiarirsi il contesto e le finalità di tali modifiche testuali alla voce
enciclopedica della Prof.ssa Cattaneo. Tra le tre e le quattro del giovedì
pomeriggio del primo dicembre 2016, una dipendente dell’Istituto italiano di
tecnologia, ente di diritto privato largamente finanziato con risorse
pubbliche, si presume dal posto di lavoro e non si sa se nell’ambito di attività
concordate con l’Ufficio Comunicazione e Relazioni esterne da cui dipende, si
attiva per “integrare” con una selezione di informazioni “fior da fiore” la
voce Wikipedia di una studiosa che – evidentemente – ha il torto di aver
pubblicamente criticato, circostanziandole, attività e performance del suo
datore di lavoro. Critiche sempre pubbliche e sempre motivate, raccolte a
seguito di oltre un anno di analisi di fatti e numeri non visibili o
difficilmente rintracciabili, a cui si aggiunge una messe di segnalazioni
parlamentari accumulatesi negli anni e provenienti da più parti del Parlamento
circa l’operatività dell’ente in questione, nonché formalizzate dalla Prof.ssa
anche in sede istituzionale in un primo “Documento di studio relativo al
progetto Human Technopole” depositato agli atti della seduta del Senato della
Repubblica del 4 maggio 2016 e con alcuni punti sinteticamente riassunti in
articoli pubblicati sulla stampa (Sole24Ore, 15 maggio 2016; Secolo XIX, 2 e 13 giugno 2017).
Wikipedia
fornisce ulteriori indicazioni circa quanto rilevato: dato che l’attività della
dott.ssa Polini -pur sotto lo pseudonimo di “Rosetta95”- è, osservate le
circostanze, da ritenersi di natura professionale, e considerato che nel suo
profilo manca ogni dichiarazione di conflitto d’interesse (come sarebbe invece
richiesto dalle stringenti policy di Wikipedia per la contribuzione su
commissione[https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Avvertenze_sulla_contribuzione_su_commissione#Cosa_fare_se_ti_viene_richiesto_di_modificare_Wikipedia_su_commissione]), essa è da ritenersi eseguita in
violazione delle regole che fanno di questo strumento conoscitivo un luogo
libero e partecipato di condivisione del sapere.
Questo
Ufficio tutto quanto osservato e d’intesa con la Sen.ce Cattaneo che ha letto e
condivide quanto scritto in ogni sua parte, nel rigoroso rispetto delle regole
di condotta adottate da Wikipedia sulla contribuzione su commissione, si è
attivato perché fossero eliminate, riformulate o integrate le aggiunte
analiticamente segnalate alla Wikimedia Foundation, auspicando – ove sia
tecnicamente possibile – che sia “censurata” la condotta realizzata dall’utente
Rosetta95/dott.ssa Valentina Polini verosimilmente “per conto” dell’Istituto
italiano di tecnologia, evidentemente tendente a contrastare, attraverso il
tentativo di offuscarne la reputazione personale, quanto dimostrato
pubblicamente dalla Prof.ssa e Sen.ce Cattaneo , sulla stampa e in sede
parlamentare, in merito alle performance di produttività scientifica, alla
trasparenza, alla governance e all’accountability dell’Istituto Italiano di
Tecnologia.
José De
Falco
Capo
Segreteria Sen.ce Elena Cattaneo
___________________________
(*) Trattasi
di un progetto di genomica clinica facente capo al Ministero della Salute, cui
la Prof.ssa e Sen.ce, con il sostegno di altri membri del Parlamento, ha
dedicato tempo e impegno in un momento di minimo interesse politico per il
settore ricerca, affinché il Paese si dotasse di un proprio Progetto Genomi a
carattere nazionale che coinvolgesse specialisti e coorti cliniche di tutta
Italia, da identificare per via competitiva da una commissione di studiosi
esperti, con l’obiettivo di consentire ai centri italiani di strutturarsi in
modo integrato per confrontarsi con analoghe (e ben più sostenute) iniziative
in altri paesi (La Repubblica, 30 novembre 2015; La Repubblica, 15 dicembre 2015). La legge di Stabilità 2016, che
stabiliva la disponibilità di 15 milioni di euro per il Progetto Genomi-Italia,
poneva anche il vincolo dell’identificazione, nel giro di soli sei mesi, di
almeno un ente co-finanziatore disposto a partecipare al Progetto con una quota
non inferiore alle risorse destinate annualmente dallo Stato. Nonostante le
manifestazioni pubbliche da parte di enti interessati a co-finanziare (La Repubblica, 4 dicembre 2017), nessuna partnership giunse a
concretizzazione, presumibilmente per motivi legati alle obbligazioni di legge
o per le tempistiche ristrette di un bando per l’identificazione del co-finanziatore
aperto dal Ministero della Salute e chiuso nel giro di 10 giorni. Come previsto
dalla legge, il Progetto si è chiuso per assenza di un co-finanziatore (Relazione conclusiva della
Commissione, Ministero della Salute). Il Milleproroghe 2017 ha impiegato l’importo
originariamente stanziato dal Parlamento per il Progetto Genomi-Italia per
la stabilizzazione dei precari
dell’Istituto Superiore di Sanità.
Nessun commento:
Posta un commento