Questa mattina all’alba è scattata una vasta
operazione di polizia contro Mediterranea Saving Humans. La Procura della
Repubblica di Ragusa ha coordinato perquisizioni effettuate da decine e decine
di agenti in tutta Italia, in abitazioni, sedi sociali, e sulla nave Mare
Jonio. Le accuse sono pesanti, ma in realtà puntano a colpire la pratica del
soccorso civile in mare che Mediterranea promuove dal 2018, attraverso la sua
compagnia armatoriale, Idra social shipping, che fornisce all’associazione la
nave di ricerca e soccorso e cura la gestione degli equipaggi.
Il Procuratore di Ragusa, ha più volte esternato
pubblicamente la sua crociata contro le Ong arrivando a sostenere che “bisogna
che non passi l’idea che sottrarre i migranti dalle mani dei libici possa
essere una cosa consentita”. Quello di oggi è un vero e proprio “teorema
giudiziario”, in cui si ipotizza che le attività di soccorso e salvataggio
siano preordinate allo scopo di lucro. La “macchinazione” ipotizzata è talmente
surreale da rendere evidente quale sia il primo e vero obiettivo di questa
operazione: creare quella “macchina del fango” che tante volte abbiamo visto in
azione nel nostro paese, dal caso di Mimmo Lucano alle inchieste di questi
giorni contro chi pratica la solidarietà ai migranti che attraversano la rotta
balcanica, e sparare ad alzo zero contro chi come noi non si rassegna al fatto
che da inizio gennaio ad oggi siano già centinaia le donne, uomini e bambini
lasciati morire nel Mediterraneo, e si contino già a migliaia i catturati in
mare e deportati nei campi di concentramento libici, finanziati con i soldi
dell’Unione Europea e dell’Italia. Le perquisizioni cercano “prove” perché in
realtà l’accusa, nonostante migliaia di ore di intercettazioni telefoniche e
ambientali, si fonda solo su congetture che si scioglieranno presto come neve
al sole.
La vicenda in esame riguarda il soccorso prestato ai
27 naufraghi della Maersk Etienne che da 38 giorni erano abbandonati in mezzo
al mare tra Malta e Lampedusa, a bordo della portacontainer che li aveva tratti
in salvo. Fu definito la “vergogna d’Europa” quel disumano abbandono, il più lungo
stand – off che si ricordi per dei naufraghi che in teoria, secondo ciò che
impongono le Convenzioni Internazionali, avrebbero dovuto raggiungere
“tempestivamente” un porto sicuro. Idra social shipping non ha mai fatto nulla
di illegale e lo dimostrerà presto nelle sedi competenti. E Mediterranea non si
fermerà a causa di questo attacco, triste e prevedibile, e continuerà ad essere
in mare, lì dove i crimini che vengono commessi e sono quelli di strage,
tortura, stupri, sevizie.
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