Ho 81 anni, sono invalido al 100 per cento, ho patologie cardiovascolari
molto gravi e pure oncologiche, tanto per non farmi mancare nulla.
Non mi hanno ancora vaccinato e non mi hanno mai contattato.
Non sono estraneo alla politica (sono stato consigliere comunale,
consigliere regionale e parlamentare) e ai media e quindi mi sono trattenuto da
proteste. Mi sembrava di cercare una soluzione per me.
Inoltre non sono nei social. Aspetto. Aspetto cosa? Aspetto il vaccino o
aspetto il Covid? Chi arriva primo?
Due giorni fa è morto un caro amico di 88 anni, Carlo Rossi, una persona
amata da molti a Milano. Un poliziotto pistolero gli uccise il figlio e lui con
la moglie Adele non hanno mai smesso l’impegno civile. Carlo aspettava il
vaccino. È arrivato prima il Covid e la morte.
Quanti morti per ogni ritardo e silenzio della Regione Lombardia? Di queste
morti non c’è un conto e non c’è rendiconto di responsabilità. Solo oggi è
arrivata un po’ di indignazione dei media.
Gli amici mi dicono: vai al primo pomeriggio al vecchio ospedale militare
di via Forze Armate, ti metti in fila, diventi un “riservista” e se avanzano
dei vaccini te lo fanno.
Normale? No non è normale che degli ultraottantenni malandati si mettano in
fila, in piedi, al freddo, per accedere agli “avanzi”, come all’ortomercato per
la frutta avanzata. Non è accettabile.
Come chiamiamo questi morti? È dall’inizio della pandemia che aleggia
nell’aria una parola e una cultura impronunciabile: eugenetica. Gira nell’aria
e la Moratti la sfiora con l’idea che la priorità deve essere data a chi è
produttivo, a chi contribuisce al PIL. E un ultraottantenne è solo un costo.
Ora accedere agli avanzi è diventato ufficiale: c’è una nuova lista e un
nuovo termine: riservisti. Lo hanno detto oggi alla TV. Fai un’altra richiesta,
ti iscrivono alla lista dei riservisti e speri di essere chiamato? E come si fa
a iscriversi a questa lista? E chi mi chiamerà prima? La lista del diritto o
quella riservista?
Intanto ogni morto è un risparmio in pensioni e sanità e una generazione se
ne va. Prima nelle RSA e adesso con i ritardi. Come lo chiamiamo?
È tutta colpa della Regione? È colpa della Regione, certo.
Ma il sindaco dove è? Il sindaco, nessuno lo ricorda, è la massima autorità
sanitaria cittadina. È possibile che in un anno di pandemia, non abbia
organizzato un Registro degli ultraottantenni, delle loro patologie e il
registro dei soggetti a rischi per patologie gravi. Impossibile? Difficile?
Un semplice registro chiedendo supporto ai medici di famiglia. Non c’è. Non
so se altre città lo hanno fatto.
Di certo che il sindaco di Milano non si è né visto o sentito in un anno di
questa pandemia.
Pensava ad altro il sindaco verde. Pensava dove coprire di cemento e vetro
ogni angolo libero della città.
Nemmeno con una telefonata ai suoi vecchi. Non ridete, ma io e mia moglie,
che non abbiamo figli e nipoti aspettavamo almeno questa. Ci contavamo.
Aspettiamo il vaccino, ma non sarò un riservista.
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