Nel 1998 il neo capo della
Polizia Lamberto Giannini ebbe un ruolo centrale nell’arresto e
nell’incriminazione di Hashi Omar Hassan, il cittadino somalo accusato
ingiustamente dell’omicidio dei giornalisti Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Fu
tenuto in carcere per 17 anni sulla base di alcune testimonianze anomale
raccolte proprio da Giannini. Per il Tribunale di Perugia, che assolse il somalo
nel 2016, si trattò di “un depistaggio di ampia portata”.
C'è un buco nero nell'illustre curriculum del nuovo capo della polizia
Lamberto Giannini, nominato dal consiglio dei ministri. Già capo della Digos di
Roma negli anni più caldi delle contestazioni ai governi di Silvio Berlusconi,
Giannini è stato per diversi anni direttore generale della pubblica sicurezza.
Ma il nome del nuovo capo della polizia appare nelle trame di uno dei misteri
più tristi e terribili del nostro paese, il caso dell'omicidio dei giornalisti
Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, avvenuto Mogadiscio il 20 marzo del 1994.
Per quel delitto, ingiustamente ha scontato 17 anni di carcere il cittadino
somalo Hashi Omar Hassan, la cui innocenza, sin da subito, venne sostenuta
anche dalla famiglia di Ilaria Alpi. Dopo una lunga detenzione Hassan fu
assolto, rimesso in libertà e indennizzato per il lungo periodo di detenzione
ingiusta nell'ottobre del 2016. I giudici del tribunale di Perugia nelle
motivazioni della sentenza scrissero che si trattava di "un depistaggio di
ampia portata".
Ma cosa c'entra Lamberto Giannini con l'arresto e la detenzione
ingiusta di Hassan e con il caso Ilaria Alpi? Lo stesso somalo, pochi giorni
prima della sentenza di assoluzione raccontò a Fanpage.it come fosse stato
incastrato dall'ex ambasciatore italiano in Somalia, Giuseppe Cassini,
dall'intermediario somalo Ahmed Washington e da Ali Ahmed Rage detto Gelle che
fu pagato, come lui stesso ammise molti anni dopo, per accusare Hassan di
essere un membro del commando che uccise Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. La
trappola nei confronti di Hassan scattò nel 1998 ed è qui che ritroviamo il
ruolo di Lamberto Giannini. "Fui chiamato a testimoniare alla commissione
parlamentare sui crimini dei soldati italiani in Somalia, era il 1998 e venni a
Roma – raccontò Hassan nella sua intervista a Fanpage.it – subito dopo la mia
audizione fui fermato dalla Digos di Roma" che all'epoca era diretta
proprio da Lamberto Giannini. "La Digos mi portò in un ufficio insieme a quello
che era stato l'autista di Ilaria Alpi in Somalia, subito dopo mi dissero che
ero accusato dell'omicidio dei giornalisti – ricorda Hassan – a condurre
l'interrogatorio fu Giannini". Sempre il neo capo della polizia aveva
raccolto anche la testimonianza Sid Abdi, l'autista di Alpi e Hrovatin. Come si
legge anche nella sentenza del Tribunale di Perugia, Abdi in un primo momento
disse di non riconoscere in Hashi Omar Hassan uno degli uomini del commando che
uccise i giornalisti, ma dopo una pausa di due ore e mezzo messa a gli atti
come necessaria per la cena del teste, Abdi cambiò completamente versione
accusando Hassan di essere autore dell'omicidio. Fu Giannini a raccogliere la
"grande" quanto anomala accusa ad Hassan. Come raccontò lo stesso
Hassan a Fanpage.it nel 2016: "L'autista restò in Italia fino a quando il
mio processo non divenne definitivo, poi è tornato in Somalia e misteriosamente
dopo 8 giorni è morto". Prima però riuscì a parlare con dei giornalisti
locali: "Disse che avevano pagato anche lui per accusarmi, per questo lo
avevano portato in Italia". L'altro grande accusatore, Gelle, subito dopo
la deposizione alla Digos di Roma diretta da Giannini, fuggì all'estero, in
Inghilterra, dove poi fu trovato nel 2016 dai giornalisti di "Chi l'ha visto?"
ed ammise di essere stato pagato per accusare Hassan. I processi che portarono
alle condanne in primo e secondo grado di Hashi furono viziati secondo i
giudici di Perugia, che assolsero Hassan, dal fatto che "né la polizia
somala, né il SISDE, né i Carabinieri italiani presenti a Mogadiscio avevano
svolto effettive indagini e i loro rapporti relativi ai moventi del duplice
omicidio sono definiti fantasiosi e senza alcuna indicazione nelle fonti"…
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