BlackRock, come il capitale
finanziario controlla la politica in USA e UE - Giacomo Marchetti
In calce un
articolo di Werner Rügemer da Workers World
Quando
guardiamo alla realtà materiale che sta alla base del sistema
economico finanziario in Occidente, e la sua sempre maggiore pervasività nella
capacità di orientare complessivamente la politica, ci accorgiamo di come la
parola democrazia sia un vecchio arnese inservibile per le
élites che governano il mondo occidentale.
Inutile,
quindi, fare un “test di democraticità” come criterio di interpretazione delle
dinamiche politiche del mondo in cui viviamo.
Certo il suo
valore evocativo è utile nella costruzione di “narrazioni” da vendere al
popolino, soprattutto quando la comunicazione politica costringe a spacciare un
ipotetico “nuovo prodotto” da piazzare sul mercato, rappresentandolo nella
veste di “migliore soluzione” per una crisi di governance che
porta le forme della democrazia ad un impasse.
Questo
blocco è in realtà solo l’espressione fenomenica delle convulsioni di una più
profonda crisi sistemica. cui le classi davvero “dirigenti” vorrebbero dare
un output preciso, diverso dalla loro radicale rimozione da
parte dei subalterni ed alla costruzione di un sistema sociale alternativo.
“Hanno
fallito, che se ne vadano!”. Od in termini più caustici: “Andiamo a
bruciargli la casa!”, come ci ha suggerito la rivolta dei Ciompi a
Firenze diversi secoli fa.
Il marketing
politico pro-Draghi, come quello pro-Biden per gli Stati Uniti – al netto del
disgustoso servilismo del giornalismo nostrano e dell’altrettanto deprecabile
opportunismo della classe politica tutta, da Fratelli d’Italia a Leu – nel
nostro ridotto nazionale è l’esempio più lampante di questa tendenza ad
incensare “la democrazia” proprio quando smette di esistere.
Negli Usa,
certo, tutto è in un ordine di grandezza più grande, anche nelle tecniche
di storytelling per narrare la pretesa “rottura” con il
recente passato.
Parole
appunto come “rappresentanza”, “sovranità”, “democrazia”, “sviluppo”, in bocca
agli esponenti delle élite, hanno la stessa credibilità delle promesse d’amore
di un marinaio, tanto è distante il significato concreto da
quello che dovrebbero rappresentare e che hanno storicamente –
in parte – incarnato sotto pressione di un movimento operaio organizzato,
dotato di una prospettiva strategica concreta.
Chiacchiere
sulla democrazia a parte, chi tiene in mano le redini del sistema è un numero
sempre più ridotto di imprese economico-finanziarie che – in termini un po’
vetusti nella forma, ma attualissimi nel contenuto – potremmo chiamare senza
orpelli: dittatura del capitale monopolistico.
Gli Stati
imperialisti, o i poli imperialisti in formazione, in diverso grado, ne
diventano conseguentemente un’espressione piegando il pubblico agli
interessi del privato (e non il contrario. E non importa se le
fragilità di tale modello impediscono strutturalmente di affrontare i nodi
inaggirabili che pone la fase stortica, iperbolizzati dall’acuirsi della crisi
pandemica.
Gli uomini e
le donne di queste corporations vengono chiamati come
consulenti dagli stessi attori statali – dalla Federal Reserve negli USA alla
Commissione Europea nella UE, per non citarne che due – per orientare scelte
strategiche.
I loro
dirigenti siedono nei board sia delle imprese di dimensioni
mondialmente rilevanti, sia in quello di chi le finanzia. Alcune di queste
hanno in mano gli hub della tecnologica che di fatto orientano
i mercati stessi e conferiscono un profilo un po’ vintage a
quello che erano le “piazze borsistiche”, che dovrebbero determinare il valore
fluttuante delle azioni quotate secondo “il principio della domanda e
dell’offerta”, come centro pulsante del mercati finanziari.
È il caso
della piattaforma privata Aladdin, che controlla un flusso mostruoso di
informazioni e di dati economici sensibili, che orientano le scelte di
investimento di chi se ne serve, cioè i maggiori investitori internazionali –
più di 900 clienti in una sessantina di Paesi -, divenuta insieme alle altre, di fatto, una sorta di sistema nervoso centrale dell’economia
finanziaria mondiale.
Una “scatola
nera” in grado di monitorare in tempo reale la finanza che viaggia sui bit. Un
vantaggio strategico per chi la usa, a discapito degli altri…
I membri di
spicco di questi mostri economico-finanziari sono parte integrante di quel
sistema a porte girevoli delle democrazie occidentali (sia negli Usa che
nell’Unione Europea), in un ciclo “virtuoso” – per loro e i loro complici – che
fa inanellare senza sosta incarichi passando dal management
aziendale alla direzione politica, e vice versa, con contemporanee presenze
nei think tank e nelle lobby che determinano i quadri
concettuali della politica e le scelte di fondo di quest’ultima.
Un novum,
per certi versi, nella storia politico-economica del capitalismo, che dà la
cifra di ciò di cui stiamo parlando è certamente BlackRock, di cui si occupa
l’articolo tradotto e pubblicato qui di seguito, in particolare per ciò che
concerne la sua rilevanza nella politica nord-americana.
Si tratta
del più grande gestore di fondi di investimento mondiale – anche per conto di
fondi pensionistici privati, a cominciare da quello giapponese, è il più
imponente – che possiede tra l’altro la maggiore o la seconda quota di
proprietà in 13 delle 15 prime banche europee (Santander, HSBC, Credit Suisse,
ecc), in grado dunque di determinare le scelte di indirizzo degli istituti
bancari. BlackRock detiene un portafoglio di centinaia di miliardi di dollari,
investiti dalle tre big della tecnologia statunitense (Apple, Goggle,
Microsoft), che controllano tra l’altro il tessuto connettivo ed i big data
della “nostra comunicazione” digitale e, come stanno dimostrando fatti recenti,
la possibilità o meno di comunicare (anche se sei il Presidente Usa!).
Per non
citare che un aneddoto, BlackRock – in un palese conflitto di interessi – ha
ricevuto da parte della Commissione Europea l’incarico di consulente per le scelte finanziarie rispetto alla sostenibilità
ecologica degli investimenti.
Il più
acceso sostenitore di questa scelta, di fronte ai suoi critici, è stato il Capo
della Commissione Finanziaria della UE, Valdis Dombrovskis, per intenderci…
Ripetiamo:
BlackRock orienta il processo di finanziamento della “transizione ecologica”
dell’economia della UE, che ha assunto un ruolo chiave nel rilancio economico
continentale in toto e nell’articolazione dei Paesi Membri,
attraverso quelli che saranno i singoli “recovery plan” nazionali, vincolati
alle decisioni UE su due aspetti in particolare: economia green e sviluppo
digitale.
Ricordate:
gestisce gli investimenti delle tre big della tecnologia, e per esempio è il
terzo azionista di Apple, nel cui board siede Sue Wagner, di
BlackRock…
Questo
gigante è uno degli attori economici cresciuto di più nella pandemia: valeva
7,8 mila miliardi di dollari, nel terzo trimestre dell’anno scorso, 8,68
nell’ultimo trimestre, e le sue azioni sono aumentate del più del 20% durante
l’ultimo anno. Mentre milioni di persone morivano a causa delle politiche
disastrose prese dall’Occidente per affrontare la pandemia, aumentava la
povertà e la vulnerabilità sociale, BlackRock cresceva e ha continuato a
crescere.
Insieme ai
rivali ETF e Vanguard, controllava già un quinto del totale delle azioni
quotate a Wall Street nel 2017 – erano poco più del 5% nel 1998. In questi tre
anni sono aumentate, e uno studio di Harvard citato dal Financial Times mostra questa stupefacente
progressione prevedendo che potrebbero controllare il 40% tra nel 2040!
Tre
corporations divenute un Leviatano finanziario!
In questo
tripudio di miliardi di dollari guadagnati e fatti guadagnare ai propri
clienti, Lawrence Fink, Wally Adeyemo, Michael Pyle, tre uomini di BlackRock,
sono stati scelti per ruoli chiavi nella nuova amministrazione Biden, che con
la la sua famiglia è parte integrante del più grande “paradiso fiscale
mondiale”, cioè il piccolo Stato del Delaware.
“Il Delaware
è un piccolo stato con meno di 1 milione di abitanti, ma il più grande paradiso
fiscale e finanziario delle imprese nell’Occidente guidato dagli Stati Uniti.
Il numero di società di comodo è almeno il doppio del numero di elettori
idonei”, scrive
Rügemer, scrittore prolifico ed autore tra l’altro di un studio fondamentale
per comprendere il capitalismo del XXI secolo e l’ascesa dei nuovi attori finanziari
tra cui BlackRock.
Come sempre
è meglio affidarsi al vecchio adagio follow the money, piuttosto
che ingurgitare le “auto.narrazioni” edificanti del nemico di classe.
Buona
lettura.
*****
Il fondo BlackRock lavora con repubblicani e
democratici - Werner Rügemer
Non appena è
stato chiaro che Joe Biden avrebbe vinto le elezioni presidenziali americane,
si è portato a bordo Brian Deese, capo del dipartimento per gli investimenti
sostenibili globali della società d’investimento americana BlackRock, e che
ricoprerà il ruolo di capo economista del presidente neo eletto.
Il CEO di
BlackRock – Lawrence Fink – è sostanzialmente il portavoce del
capitale mondiale occidentale per la “sostenibilità”. E la “sostenibilità” sarà
il segno distintivo della nuova amministrazione.
BlackRock è
la più grande società di investimento nel mondo con sede a New York e gestisce
un patrimonio totale di quasi 8.000 miliardi di dollari, di cui un terzo in
Europa.
Segue la
seconda nomina per Wally Adeyemo, consigliere principale del
presidente Obama per le relazioni economiche internazionali e successivamente
passato a BlackRock come capo dell’ufficio legale di Fink e dal 2014 è stato
presidente della Fondazione Obama. Ora, sotto Biden, diventerà vice segretario
del Tesoro.
Poi è arrivata
la terza nomina per Michael Pyle, responsabile delle relazioni
finanziarie internazionali al Dipartimento del Tesoro sotto Obama, diventato
poi capo della strategia di investimento globale presso la BlackRock e a breve
ricoprirà il ruolo di capo economista della vicepresidentessa Kamala Harris.
Ecco come
funziona la porta girevole della democrazia capitalista statunitense: da
BlackRock al governo, dal governo a BlackRock e così a ripetere.
Biden: lobbista per il più grande paradiso fiscale
sulla terra
Biden è
stato senatore dello stato del Delaware per ben 35 anni, dal 1973 al 2009, dove
iniziò una fitta campagna politica quando era ancora un giovane avvocato
d’affari di 29 anni.
Il Delaware
è un piccolo stato con meno di 1 milione di abitanti ma il più grande paradiso
fiscale e finanziario delle imprese nell’Occidente guidato dagli Stati Uniti.
Il numero di società di comodo è almeno il doppio del numero di elettori
idonei. E quasi tutte le maggiori compagnie e banche degli Stati Uniti – o le
loro filiali – hanno qui la loro sede legale e fiscale.
Decine di
migliaia di società e banche di tutto il mondo, dall’Ucraina al Messico,
passando per la Germania, la Francia e la Gran Bretagna, hanno il loro
domicilio legale nel Delaware [uno stato che fu del resto creato dalla Dupont
Chemical Company!].
La lista
delle partecipazioni della sola Deutsche Bank mostra diverse decine di società
di comodo a Wilmington, la piccola capitale del piccolo “Lussemburgo degli
Stati Uniti”, come viene spesso chiamato il Delaware.
Nel
mini-stato del Lussemburgo – così centrale per l’Unione europea – regna Sua
Altezza Reale il Granduca Henri, della dinastia Lussemburgo-Nassau. Nel
Delaware il clan Biden governa con a capo il senatore [ora presidente] Biden.
Il figlio
Beau Biden è diventato procuratore generale dello Stato senza fare una minima
gavetta politica ed il figlio Hunter Biden è un attivo speculatore finanziario
in Ucraina.
Joe Biden ha
recentemente ricevuto donazioni per le sue campagne elettorali da grandi
aziende digitali come Alphabet/Google, Microsoft, Amazon, Apple, Facebook e
Netflix, così come JPMorgan Chase, Blackstone e Walmart. Ma anche le aziende
del Delaware hanno promosso il loro influente senatore, tra cui la società di
carte di credito MBNA e John Hynansky, un businessman statunitense di origini
ucraine che domina l’esportazione di SUV premium in Ucraina.
Biden, come
senatore a Washington, ha sempre votato con i repubblicani sulle principali
deregolamentazioni del settore finanziario e, con lui, il DelawarI membri di
spicco di questi mostri economico-finanziari sono parte integrante di quel
sistema a porte girevoli delle democrazie occidentali (sia negli Usa che
nell’Unione Europea), in un ciclo “virtuoso” – per loro e i loro complici – che
fa inanellare senza sosta incarichi passando dal management
aziendale alla direzione politica, e vice versa, con contemporanee presenze
nei think tank e nelle lobby che determinano i quadri
concettuali della politica e le scelte di fondo di quest’ultima.e si è
espanso fino a diventare il più grande paradiso finanziario del mondo. Ciò
implica che abbia anche una propria costituzione aziendale volta al “libero
mercato” ed un sistema giudiziario che va nella stessa direzione politica.
E
naturalmente anche la BlackRock – che co-governa a Washington – ha la sua sede
legale a Wilmington, in Delaware.
“(America) BlackRock First”
La BlackRock
è un importante società azionista in circa 18.000 aziende, banche e società di
servizi finanziari negli Stati Uniti, UE, Gran Bretagna, Asia e America Latina.
In tre decenni la BlackRock è cresciuta fino a diventare il più grande
organizzatore di capitali nell’Occidente guidato dagli Stati Uniti,
principalmente raccogliendo e investendo il capitale dei super-ricchi.
Possono
diventarne clienti solo le più grandi famiglie d’affari o i top manager con
un capitale di almeno 50 milioni di dollari. Un investitore come BlackRock
promette profitti più alti di quelli che possono essere guadagnati nelle
normali operazioni finanziarie, diversificando le proprie pratiche
capitalistiche.
·
BlackRock
non impiega cassieri agli sportelli, né offre un servizio clienti pubblico. I
super-ricchi trasferiscono il loro denaro direttamente. Ecco perché l’apparato
di gestione di BlackRock ha solo 16.000 impiegati per gli 8.000 miliardi di
dollari di capitale che gestisce – mentre Deutsche Bank deve mantenere 87.000
impiegati per meno di un centesimo del capitale totale.
·
BlackRock è
anche il più grande organizzatore di società di comodo. Il capitale dei
super-ricchi viene investito per ognuno di loro in una speciale società di
comodo in un paradiso finanziario tra Delaware, Isole Cayman e Lussemburgo.
Allo stesso tempo, questi investitori sono resi anonimi e invisibili al
pubblico, alle autorità fiscali e ai regolatori finanziari.
Così, il 5%
circa delle azioni della società di lignite RWE sono distribuite tra 154
società “letterbox” in una dozzina di paradisi finanziari, sotto nomi come
BlackRock Holdco 4 LLC, BlackRock Holdco 6 LLC, e simili. Naturalmente,
BlackRock non commette essa stessa evasione fiscale, ma offre l’opportunità di
farlo (detto in altre parole: Favoreggiamento).
·
Inoltre
BlackRock gestisce ALADDIN, la più grande struttura robotica per la raccolta e
lo sfruttamento di dati finanziari ed economici. Nell’arco di nanosecondi i
valori e le performance di tutte le azioni e altri titoli delle borse del mondo
vengono catturati e utilizzati speculativamente per la compravendita.I membri
di spicco di questi mostri economico-finanziari sono parte integrante di quel
sistema a porte girevoli delle democrazie occidentali (sia negli Usa che
nell’Unione Europea), in un ciclo “virtuoso” – per loro e i loro complici – che
fa inanellare senza sosta incarichi passando dal management
aziendale alla direzione politica, e vice versa, con contemporanee presenze
nei think tank e nelle lobby che determinano i quadri
concettuali della politica e le scelte di fondo di quest’ultima.
BlackRock è co-proprietario
di 18.000 aziende – in Germania ad es. di Wirecard – comprese tutte le
corporazioni digitali come Amazon, Google, Apple, Microsoft e Facebook, ed è
anche co-proprietario delle due maggiori agenzie di rating, Standard &
Poor’s e Moody’s. In quanto più grande insider del globo,
BlackRock può accedere ad importanti dati in modo velocissimo e prima di altri
co-speculatori.
Inoltre, è
principale gestore finanziario dei super-ricchi occidentali e dunque ignora
completamente i possibili danni alle economie nazionali e l’impoverimento degli
Stati attraverso la continua evasione fiscale organizzata, tanto che persino
l’Unione Europea rimane impotente contro questo colosso e il suo meccanismo,
oppure ne diventa complice.
Inoltre, le
aziende che BlackRock acquista e di cui diventa co-proprietario – come, per
esempio in Germania, tutte le maggiori società tedesche che negoziano alla
Borsa di Francoforte – sono proficuamente “ristrutturate”, rimpicciolite,
parzialmente vendute (come è attualmente il caso della ThyssenKrupp), fuse
(come nel caso di Bayer-Monsanto), accompagnate da tagli di posti di lavoro,
outsourcing, delocalizzazioni e simili.
Come
principale azionista di Amazon, per esempio, il predicatore della sostenibilità
Fink non ha mai detto nulla contro gli attacchi antisindacali (compresi di
minacce e licenziamenti) all’interno dei magazzini del colosso della logistica,
o dei bassi salari sui quali si arricchisce Jeff Bezos.
Viene spesso
sostenuto, non solo dai lobbisti di BlackRock come Friedrich Merz, ma anche
dalla sinistra, che con le quote del 5% BlackRock, come in RWE – sicuramente
non può far passare nessuna decisione! E invece sì, è possibile, perché con
BlackRock di solito ci sono sempre, in composizione variabile, una dozzina di
organizzatori di capitale a lei simili, che allo stesso tempo sono anche
azionisti, per esempio Vanguard, State Street, Amundi, Norges, Wellington,
Fidelity, Capital Group – e si accordano tra loro.
Il governo
degli Stati Uniti sotto Biden sta dimostrando di essere il governo che persegue
gli interessi sia dei vecchi che dei nuovi super-ricchi. Si tratta di una
minoranza capitalista ed egoista che rappresenta forse l’1,5% della popolazione
di tutti gli Stati Uniti.
Tuttavia
BlackRock rappresenta anche gli interessi di minoranze ricchissime in altri
importanti paesi come la Gran Bretagna, la Germania, la Francia, la Svezia, la
Spagna, il Messico: tutti con il loro capitale discrezionale investito in
BlackRock & Co.
Obama, Trump, Biden: tutti con BlackRock
Nel 2008, il
presidente degli Stati Uniti Barack Obama incaricò BlackRock di gestire la
crisi finanziaria e decidere quali banche, quali compagnie di assicurazioni,
quali società sarebbero state salvate.
BlackRock
intascò un compenso di 3 milioni di dollari per questo – ma ancora più
importante fu la benedizione ufficiale dello Stato. Questa includeva la nomina
come consigliere della più grande banca centrale del mondo occidentale, la
Federal Reserve Bank. Quello fu il colpo di partenza per la salita finale
nell’aumento annuale del 10% del capitale raccolto e distribuito fino agli
ormai 8.000 miliardi di dollari.
Oltre ad
aver conferito a BlackRock la nomina come consigliere della Banca Centrale
Europea (BCE) e, più recentemente, nel 2020, come consigliere della Commissione
Europea a Bruxelles per la nuova formula di rinnovamento capitalista ESG:
Environment, Social, Government.
Anche sotto
Trump, BlackRock non è affatto scomparsa dalla scena economico-politica. Dal
marzo 2020, e come consulente della Federal Reserve, BlackRock ha gestito il
programma di salvataggio Covid19, molto simile al “Corona Recovery Program”
dell’UE da 750 miliardi (qui noto come Recovery Fund, ndt).
Il CEO di
BlackRock – Fink – era in corsa per diventare il segretario al Tesoro di Hillary
Clinton. Ma quando il vincitore delle elezioni Trump ha tagliato le tasse sulle
società, l’agile Fink lo ha lodato, dicendo: “Trump è un bene per l’America“.
BlackRock è
parte attiva di “America First“, indipendentemente da quale dei due
partiti monopolistici statunitensi sia al potere.
(L’articolo è stato tradotto dall’inglese da Gaia
Sartori Pallotta https://www.workers.org/2021/01/54092/)
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