๐ง๐ฟ๐ฎ ๐น๐ฒ ๐ณ๐ฟ๐ฎ๐๐ถ ๐ฒ ๐ฐ๐ผ๐ป๐ฐ๐ฒ๐๐๐ถ ๐ฐ๐ต๐ฒ ๐น’๐ฒ๐ฝ๐ถ๐ฑ๐ฒ๐บ๐ถ๐ฎ ๐ฑ๐ถ ๐๐ข๐ฉ๐๐ ๐ต๐ฎ ๐ฟ๐ฒ๐๐ผ ๐ฐ๐ผ๐บ๐๐ป๐ถ, una merita
sicuramente un posto speciale: “Didattica a Distanza”, la DAD. Con il termine
DAD si indica l’insegnamento (di ogni ordine e grado) condotto a distanza,
utilizzando le nuove tecnologie digitali. Le opinioni di docenti e discenti
sulla DAD sono varie e spesso discordi: c’รจ chi la ritiene sempre dannosa o,
comunque, molto meno efficace della didattica basata sulla presenza fisica;
c’รจ, invece, chi sostiene sia utile e possa costituire, soprattutto nelle
scuole secondarie e universitร , una valida alternativa all’insegnamento
tradizionale, tanto da prospettare un futuro in cui la DAD sarร la norma e la
presenza fisica l’eccezione. ๐๐ผ ๐๐ผ๐ป๐ผ ๐ฐ๐ผ๐ป๐๐ถ๐ป๐๐ผ ๐ฐ๐ต๐ฒ ๐น๐ฎ ๐ฝ๐ฟ๐ฒ๐๐ฒ๐ป๐๐ฎ ๐ณ๐ถ๐๐ถ๐ฐ๐ฎ ๐๐ถ๐ฎ ๐๐ฒ๐บ๐ฝ๐ฟ๐ฒ ๐ฒ๐๐๐ฒ๐ป๐๐ถ๐ฎ๐น๐ฒ da un punto di vista
educativo, proprio perchรฉ gli esseri umani usano contemporaneamente molteplici
linguaggi, veicolati e catturati da diverse modalitร sensoriali. La comunicazione digitale privilegia le
comunicazioni acustiche e visive ed esclude tutte le altre. Tuttavia,
gli altri linguaggi (spesso definiti “corporei”) sono altrettanto importanti e
contribuiscono, in modo cruciale, anche se subliminale, a fissare nella mente
del discente concetti, informazioni, modi di pensare, prospettive e a informare
il docente del grado di ricezione del messaggio educativo. L’insegnamento non รจ, se non in minima parte,
trasmissione di informazioni (che, tra l’altro, oggi possono essere
rintracciate online con estrema facilitร ) ma รจ comunicazione di stili, di modi
di apprendere, di pensare.
Naturalmente รจ impossibile escludere che in un futuro tecnologie di realtร
aumentata possano mimare tutte le modalitร sensoriali e riprodurre l’esperienza
immersiva della comunicazione in presenza: a quel punto le persone vivranno in
un perenne stato onirico, incapaci di distinguere tra sogno e realtร . Oggi,
perรฒ, siamo ancora lontani da una simile condizione.
๐ก๐ผ๐ป ๐๐ผ๐ด๐น๐ถ๐ผ, ๐๐๐๐๐ฎ๐๐ถ๐ฎ, ๐ฝ๐ฎ๐ฟ๐น๐ฎ๐ฟ๐ฒ ๐ฑ๐ฒ๐ด๐น๐ถ ๐ฎ๐๐ฝ๐ฒ๐๐๐ถ ๐ฒ๐ฑ๐๐ฐ๐ฎ๐๐ถ๐๐ถ ๐ฑ๐ฒ๐น๐น๐ฎ ๐๐๐, quanto dei suoi
effetti psicologici e sulla salute mentale di docenti e discenti. Per fare ciรฒ,
รจ essenziale distinguere due diverse situazioni: la ๐ฑ๐ถ๐ฑ๐ฎ๐๐๐ถ๐ฐ๐ฎ ๐ป๐ผ๐ป๐ผ๐๐๐ฎ๐ป๐๐ฒ ๐น๐ฎ ๐ฑ๐ถ๐๐๐ฎ๐ป๐๐ฎ e la ๐ฑ๐ถ๐ฑ๐ฎ๐๐๐ถ๐ฐ๐ฎ ๐ฑ๐ฒ๐น๐น๐ฎ ๐ฑ๐ถ๐๐๐ฎ๐ป๐๐ฎ. La “didattica
nonostante la distanza” รจ la situazione in cui, per impedimenti di forza
maggiore, non รจ possibile una didattica in presenza e quindi si ricorre a un
insegnamento a distanza. ร una condizione in cui si cerca di far buon viso a
cattivo gioco, in cui ci si barcamena dinanzi a una impossibilitร che va oltre
la volontร di insegnanti ed alunni. La “didattica nonostante la distanza” non รจ
certo una condizione ottimale: da un punto di vista educativo presenta numerosi
problemi, ma non รจ di per sรฉ pericolosa per la salute mentale dei protagonisti.
Qualcosa di diverso accade, invece, con la didattica della distanza. Chiamo
“didattica della distanza” quell’insegnamento che fa della distanza fisica il
suo elemento essenziale, che lo ricerca come soluzione alternativa
all’insegnamento in presenza, proponendosi come “nuova didattica”, come
didattica dell’era digitale. La distanza non รจ subita, ma diventa il nucleo
stesso dell’insegnamento: prima ancora che insegnare ciรฒ che esplicitamente si
prefigge, questa didattica insegna che gli esseri umani non hanno bisogno della
presenza fisica dell’altro. Cosรฌ intesa, la DAD non รจ solo educativamente
dannosa, ma, a mio modo di vedere, anche pericolosa per la salute mentale di
chi la usa. ๐๐ฒ ๐ฝ๐ถ๐ฎ๐๐๐ฎ๐ณ๐ผ๐ฟ๐บ๐ฒ ๐ฎ๐๐ฑ๐ถ๐ผ๐๐ถ๐๐ถ๐๐ฒ ๐ฝ๐ฒ๐ฟ ๐ฐ๐ผ๐บ๐๐ป๐ถ๐ฐ๐ฎ๐ฟ๐ฒ ๐ผ๐ป๐น๐ถ๐ป๐ฒ ๐๐ผ๐ป๐ผ ๐ถ๐ป๐ฑ๐๐ฏ๐ฏ๐ถ๐ฎ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ฒ ๐๐๐ถ๐น๐ถ. Il loro uso per obiettivi precisi e
limitati nel tempo non รจ certamente dannoso. Quando perรฒ sono utilizzate in modo continuativo, per comunicazioni che
possono avere una qualche intensitร emotiva, diventano psichicamente rischiose.
Si tratta di un fenomeno che si puรฒ osservare in una varietร di condizioni:
dalle chat erotiche sino alle videoconferenze di lavoro, ai social e alla DAD.
Per quanto diverse tra loro, tutte queste situazioni si basano su interazioni
che possono essere emotivamente significative: piรน lo sono, piรน aumentano i
rischi di danni psicologici.
La comunicazione online non รจ dannosa sinchรฉ si mantiene “fredda”, evento
che si verifica perรฒ raramente perchรฉ il mezzo รจ di per sรฉ (utilizzando la
vecchia classificazione di Marshall McLuhan) un mezzo “caldo”: lo dimostra,
senza necessitร di lunghe analisi, la capacitร di coinvolgimento – sino a
creare vere e proprie forme di dipendenza – che hanno i social. ๐ฆ๐ฒ ๐ฑ๐ฎ ๐๐ป ๐น๐ฎ๐๐ผ ๐น๐ฎ ๐ฐ๐ผ๐บ๐๐ป๐ถ๐ฐ๐ฎ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐ผ๐ป๐น๐ถ๐ป๐ฒ ๐ฐ๐ผ๐ถ๐ป๐๐ผ๐น๐ด๐ฒ ๐ฒ ๐ฐ๐ฎ๐๐๐๐ฟ๐ฎ, dall’altro, perรฒ,
sconta una mancanza fondamentale, il corpo. Non che il corpo sia veramente
assente nelle interazioni digitali: al contrario esso รจ in continuazione
evocato, si pensi solo all’uso sessuale di internet, ma รจ un corpo
“disincarnato”. Al centro di questo paradosso – un corpo disincarnato – c’รจ la
questione del “tatto”, il piรน bizzarro tra i nostri sensi. Il tatto รจ alla base
di tutte le altre modalitร sensoriali, sia da un punto di vista fisiologico (i
recettori relativi ad ogni altro senso sono recettori tattili specializzati),
sia da un punto di vista concettuale (noi percepiamo solo ciรฒ con cui siamo in contatto,
siano vibrazioni dell’aria, onde elettromagnetiche, molecole in soluzione o
pressioni esercitate sulla pelle). Il
tatto coincide con il nostro corpo: mentre si percepiscono le sensazioni
tattili, inevitabilmente si avverte la propria fisicitร e si colloca sรฉ stessi
in relazione con l’ambiente circostante. Si potrebbe persino dire che non
esiste altro senso che il tatto. Contemporaneamente, perรฒ, si tende a dividere
i sensi in due grandi categorie: il tatto e i sensi ad esso piรน strettamente
correlati (gusto ed olfatto), considerati “inferiori”, e due sensi “superiori”,
udito e vista. Anche se i due sensi “superiori” sono a rigore forme di tatto,
tutti noi percepiamo le sensazioni visive e acustiche come esperienze a sรฉ
stanti, quasi prive di una dimensione corporea. Anche per questo motivo il
rapporto di questi due sensi con la realtร appare piรน labile, piรน soggetto a
inganni. Qualcosa che “tocchiamo con mano” esiste sicuramente, mentre qualcosa
che abbiamo “visto con i nostri occhi” oppure “udito con le nostre orecchie”
puรฒ ancora essere un’illusione, un fraintendimento, un’apparizione. Quando il
Cristo risorto appare ai discepoli, questi reagiscono increduli e con spavento.
Per rassicurali, il Risorto invita a toccarlo, a verificare con mano che il suo
corpo esiste ed รจ fatto di carne, non รจ un fantasma. ๐จ๐ป’๐ถ๐บ๐บ๐ฎ๐ด๐ถ๐ป๐ฒ ๐ฝ๐ฟ๐ถ๐๐ฎ ๐ฐ๐ผ๐ฟ๐ฝ๐ผ, ๐ฐ๐ผ๐๐ถ̀ ๐ฐ๐ผ๐บ๐ฒ ๐๐ป๐ฎ ๐๐ผ๐ฐ๐ฒ ๐ฑ๐ถ๐๐ถ๐ป๐ฐ๐ฎ๐ฟ๐ป๐ฎ๐๐ฎ, ๐๐ผ๐ป๐ผ ๐ป๐ฒ๐น๐น๐ฎ ๐ป๐ผ๐๐๐ฟ๐ฎ ๐ฐ๐๐น๐๐๐ฟ๐ฎ ๐๐ป๐ฎ ๐ฟ๐ฎ๐ฝ๐ฝ๐ฟ๐ฒ๐๐ฒ๐ป๐๐ฎ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐ฑ๐ฒ๐น๐น๐ฎ ๐บ๐ผ๐ฟ๐๐ฒ o, piรน precisamente,
delle anime dei defunti. In tutte le tradizioni religiose, nei miti, nelle
leggende, nelle favole e nella nostra immaginazione, i morti ritornano sotto
forma di voci o figure disincarnate, ombre visibili e udibili ma non toccabili.
Questa situazione รจ descritta in modo insuperabile nel canto decimo dell’Odissea, nel racconto del viaggio di
Odisseo nell’oltretomba. Qui l’eroe greco incontra le anime dei trapassati,
compresa la madre Anticlea, morta per il dolore di aver creduto il figlio
morto: quando Odisseo cerca di abbracciare la donna, per ben tre volte afferra
solo l’aria. I morti, commenta il poeta, sono come il fumo, privi di carne e di
sostanza. ๐’๐ฒ๐๐ฝ๐ฒ๐ฟ๐ถ๐ฒ๐ป๐๐ฎ ๐ฐ๐ต๐ฒ ๐๐ถ ๐ฝ๐๐ผ̀ ๐ฎ๐๐ฒ๐ฟ๐ฒ ๐ฑ๐ฒ๐ถ ๐ฑ๐ฒ๐ณ๐๐ป๐๐ถ ๐ผ ๐ฑ๐ฒ๐ด๐น๐ถ ๐๐ฝ๐ถ๐ฟ๐ถ๐๐ถ non รจ cosรฌ diversa da
quella che si ha degli interlocutori nella comunicazione digitale. In entrambi
i casi รจ possibile interagire ma รจ interdetto il contatto. Come con i fantasmi,
se si cerca di afferrare un’immagine digitale, la nostra mano incontra solo
aria. Accade quindi qualcosa che tutti noi conosciamo perchรฉ appartiene al
mondo onirico: le persone care, ora scomparse, viste e udite nel sogno,
evaporano al risveglio, lasciandoci solo nostalgia e una sensazione di
mancanza. In modo non dissimile – terminata la lezione, la chat, la video
conversazione – le persone svaniscono nel nulla, come spettri al levare del
sole. Una condizione in cui le
relazioni piรน importanti (come quelle che dovrebbero caratterizzare una vera
situazione di insegnamento) si svolgono a distanza, per il tramite di
un’effimera e inconsistente presenza digitale, รจ quindi inevitabilmente
destinata ad evocare assenza, vuoto e morte.
๐ก๐ผ๐ป ๐ฏ๐ถ๐๐ผ๐ด๐ป๐ฎ, ๐ฑ๐๐ป๐พ๐๐ฒ, ๐๐๐๐ฝ๐ถ๐ฟ๐๐ถ ๐๐ฒ ๐น๐ฎ ๐๐๐ – quando vi si ricorre non come ultima ratio ma come
innovativa forma di insegnamento – rischi di scatenare profonde depressioni in
coloro che sono inclini a questa patologia e in tutti, docenti e discenti,
possa causare reazioni depressive piรน lievi ma, non per questo, meno
preoccupanti.
Nessun commento:
Posta un commento