Mi
vengono i brividi quando sento parlare del giornalismo anglosassone come
di una sorta di stella cometa dell’informazione Già tutte le frasi fatte mi
imbarazzano, ma poi quelle dette da chi non ha la minima esperienza mi
provocano una crisi di rigetto: il giornalismo anglosassone per chi ha avuto
modo di frequentarlo è stato sempre pessimo come molte altre celebrate cose di
un mondo imperiale che ha imposto come eccellenza i suoi lati peggiori. Il mito
del giornalismo anglosassone deriva più che altro dalla tipica pignoleria con
cui vengono indicate le circostanze di un evento, cosa che in un certo senso
permette di deformalo e manipolarlo a volontà nella convinzione però di essere
stati oggettivi. Se il giornalista Mark Twain scriveva che “il
giornalista distingue il vero dal falso e pubblica il falso” ( in realtà
si riferisce qui anche se non soprattutto all’editore) una ragione doveva pur
esserci. In realtà ben poco è così parziale e freddamente fazioso della stampa
anglosassone. Lo è scrivendo, ma anche non scrivendo: in queste settimane per
esempio c’è stato un blackout completo nel mainstream sulla rivelazione del
quotidiano islandese Stundin secondo il quale uno degli
atti accusa Usa contro Julian Assange era basato su falsa testimonianza del
sociopatico (diagnosticato) e molestatore di bambini (condannato) Sigurdur
Thordarson.
Non c’è stata alcuna copertura nei media principali, non
una parola sul New York Times, Washington Post, CNN, NBC News, Fox News o NPR e
una ricerca in rete per ‘Assange’ o ‘Thordarson’ non evidenzia articoli del
mainstream dell’anglosfera neanche come Verge, Wired o Gizmodo. Media Lens
che è un organismo che si occupa di indagini sull’informazione riferisce di non
aver trovato “un solo rapporto di nessuna emittente o giornale ‘serio’ del
Regno Unito”, sebbene in un mondo sano di mente, le rivelazioni di Stundin
sarebbero state le notizie principali ovunque, con un’ampia copertura mediatica
su BBC News at Six and Ten, ITV News, Channel 4 News , articoli in prima pagina
su Times, Telegraph, Guardian e altro ancora”. E il
giornalista australiano John Pilger, ha twittato : “Dopo aver guidato la
persecuzione di Julian Assange, la ‘stampa libera’ tace uniformemente sulla
notizia sensazionale che il caso contro Assange è fallito. Vergogna per i miei
colleghi giornalisti”.
Questo silenzio si collega
con quello altrettanto assoluto attorno a documenti ufficiali resi noti nel
2019 da Wikileaks in merito ai rapporti di informatori dell’Organizzazione per
la proibizione delle armi chimiche (OPCW) dai quali emerge come la leadership
dell’organizzazione aveva attivamente manomesso le indagini su un presunto
attacco di gas di cloro a Douma, in Siria nel 2018 per sostenere la narrativa
del governo degli Stati Uniti contro Assad. Un giornalista di Newsweek si è
dimesso dal suo incarico durante questo scandalosa censura di fatto e ha pubblicato le email dei suoi editori che
gli proibivano di coprire la notizia sulla base del fatto che nessun
altro importante centro di informazione ne aveva parlato. E l’anno scorso
Stephen L Miller di The Spectator ha descritto come si sia formato il consenso tra
la stampa mainstream dopo la sconfitta di Hillary Clinton nel 2016 secondo cui
è loro dovere morale essere acritici nei confronti dell’avversario di Trump e
sopprimere qualsiasi notizia che potrebbe avvantaggiarli. E’ fin troppo
evidente che una volta sdoganata l’idea l’informazione non solo il diritto ma
anche il dovere di sopprimere le notizie fattuali e degne di nota per
proteggere un’agenda politica, si è arrivati nel mare aperto della propaganda.
Del resto dopo un anno e
mezzo di pandemia nel quale nessun media maistream nell’intero occidente ha
scritto una sola riga di verità preferendo avvilirsi in un affabulazione ottusa
e servile di sciocchezze, dati palesemente fasulli, tesi assurde e concetti
ambigui. il silenzio sulla vicenda Assange e la prova delle accuse fasulle
grazie alle quali viene torturato è quasi un fattoi naturale almeno fino a
quando questa informazione da campo di concentramento non verrà a sua volta
soppressa perché ormai inutile ai padroni che ha così diligentemente servito.
Nessun commento:
Posta un commento