mercoledì 7 luglio 2021

Assange, dopo il reato di tortura, quello di silenzio - Alberto Capece


Mi vengono i brividi quando sento parlare  del giornalismo anglosassone come di una sorta di stella cometa dell’informazione Già tutte le frasi fatte mi imbarazzano, ma poi quelle dette da chi non ha la minima esperienza mi provocano una crisi di rigetto: il giornalismo anglosassone per chi ha avuto modo di frequentarlo è stato sempre pessimo come molte altre celebrate cose di un mondo imperiale che ha imposto come eccellenza i suoi lati peggiori. Il mito del giornalismo anglosassone deriva più che altro dalla tipica pignoleria con cui vengono indicate le circostanze di un evento, cosa che in un certo senso permette di deformalo e manipolarlo a volontà nella convinzione però di essere stati oggettivi. Se il giornalista Mark Twain  scriveva che “il giornalista  distingue il vero dal falso e pubblica il falso” ( in realtà si riferisce qui anche se non soprattutto all’editore) una ragione doveva pur esserci. In realtà ben poco è così parziale e freddamente fazioso della stampa anglosassone. Lo è scrivendo, ma anche non scrivendo: in queste settimane per esempio c’è stato un blackout completo nel mainstream sulla rivelazione del quotidiano islandese Stundin secondo il quale  uno degli atti accusa Usa contro Julian Assange era basato su falsa testimonianza del sociopatico (diagnosticato) e molestatore di bambini (condannato) Sigurdur Thordarson.

Non c’è stata alcuna copertura nei media principali, non una parola sul New York Times, Washington Post, CNN, NBC News, Fox News o NPR e una ricerca in rete per ‘Assange’ o ‘Thordarson’ non evidenzia articoli del mainstream dell’anglosfera neanche come Verge, Wired o Gizmodo. Media Lens che è un organismo che si occupa di indagini sull’informazione riferisce di non aver trovato “un solo rapporto di nessuna emittente o giornale ‘serio’ del Regno Unito”, sebbene in un mondo sano di mente, le rivelazioni di Stundin sarebbero state le notizie principali ovunque, con un’ampia copertura mediatica su BBC News at Six and Ten, ITV News, Channel 4 News , articoli in prima pagina su Times, Telegraph, Guardian e altro ancora”. E il giornalista australiano John Pilger, ha twittato : “Dopo aver guidato la persecuzione di Julian Assange, la ‘stampa libera’ tace uniformemente sulla notizia sensazionale che il caso contro Assange è fallito. Vergogna per i miei colleghi giornalisti”.

Questo silenzio si collega con quello altrettanto assoluto attorno a documenti ufficiali resi noti nel 2019 da Wikileaks in merito ai rapporti di informatori dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) dai quali emerge come la leadership dell’organizzazione aveva attivamente manomesso le indagini su un presunto attacco di gas di cloro a Douma, in Siria nel 2018 per sostenere la narrativa del governo degli Stati Uniti contro Assad. Un giornalista di Newsweek si è dimesso dal suo incarico durante questo scandalosa censura di fatto e ha pubblicato le email dei suoi editori che gli proibivano di coprire la notizia  sulla base del fatto che nessun altro importante centro di informazione ne aveva parlato. E l’anno scorso Stephen L Miller di The Spectator ha  descritto come si sia formato il consenso  tra la stampa mainstream dopo la sconfitta di Hillary Clinton nel 2016 secondo cui è loro dovere morale essere acritici nei confronti dell’avversario di Trump e sopprimere qualsiasi notizia che potrebbe avvantaggiarli. E’ fin troppo evidente che una volta sdoganata l’idea l’informazione non solo il diritto ma anche il dovere di sopprimere le notizie fattuali e degne di nota per proteggere un’agenda politica, si è arrivati nel mare aperto della propaganda.

Del resto dopo un anno e mezzo di pandemia nel quale nessun media maistream nell’intero occidente ha scritto una sola riga di verità preferendo avvilirsi in un affabulazione ottusa e servile di sciocchezze, dati palesemente fasulli, tesi assurde e concetti ambigui. il silenzio sulla vicenda Assange e la prova delle accuse fasulle grazie alle quali viene torturato è quasi un fattoi naturale almeno fino a quando questa informazione da campo di concentramento non verrà a sua volta soppressa perché ormai inutile ai padroni che ha così diligentemente servito.


da qui

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