(Storie e Notizie N. 1929)
Diciamoci la verità, vi va? Non che si stia qui a raccontar balle, tutte le
altre volte, ma la tacita premessa che è alla base di ogni informazione che in
questo immenso oceano di bit possiamo rigettare, assimilare, condividere,
ammirare e adorare, ma anche rifiutare, insultare e affossare, è sempre la
stessa: la realtà che carezza o brucia sul serio non è qui. È là
fuori, oltre i confini di una finestra possibilmente aperta o di un muro
fin troppo spesso.
È alle nostre spalle, ahi noi, ovvero ad attenderci all’orizzonte, il più
roseo degli scenari. Nel bene o nel male. Perché la vita è tale solo se
è reale.
Detto ciò, giochiamo pure. Facciamolo insieme, ancora una volta, con il più
affascinante e potente passatempo che l’umanità possa aver concepito.
Vi sfido tutti a singolare tenzone, con questa pagina come scudo e la mia
tastiera come spada. Giammai sotto forma di qualsivoglia arma da fuoco. Non sia
mai che parta un
colpo per errore. O, a dirla tutta, per illegittima difesa, dalla
quale intendo difendermi con questa mia.
Tuttavia, come vorrei aver potuto difendere il prossimo nel momento in cui
avrebbe fatto la differenza…
Il massimo che mi è concesso, a posteriori, è questo gioco delle parti, tra
chi scrive e chi legge. E allora, d’incanto sono qualcun altro, in altro tempo
e luogo vissuto. Vivo o defunto.
Mi chiamo Youns e mi hanno ucciso. Mi hanno
assassinato a sangue freddo sulla pubblica piazza e la cosa ci riguarda tutti.
È il mio nome, ancora prima che la mia fine, a reclamarlo. Giacché
nell’universo alternativo e il più delle volte alienante in cui ci
troviamo Youns è un modo rapido
e semplificato per dire You guys, you all. Ovvero, voi
ragazzi, voi tutti.
Noi altri. Noi che abbiam bisogno di essere difesi e di difenderci tra noi.
Poiché vi è un urgente bisogno di umana protezione da chi pretende di giustificare l’incessante
aggressione che quotidianamente si compie ai danni del prossimo nel suddetto
mondo reale. Ma tu leggi pure come dove la gente soffre e muore sul
serio, non viene mica bannata dal social o semplicemente espulsa dalla
chat.
Invoco quindi la legittima difesa.
Legittima difesa da coloro i quali dovrebbero farsi garanti della sicurezza di tutti e
invece sono pericoli
viventi per ciascuno di noi.
Legittima difesa per chi continua a perdere la vita o parte di
essa e in cambio ottiene solo giornate commemorative e tanti attestati di
solidarietà virtuale.
Legittima difesa da chi persiste impunemente a incassare finanziamenti per l’editoria
per diffondere fake
news e caos nella vita della gente.
Legittima difesa da chi non ha ancora capito che ciò che sta accadendo nel mondo non è
soltanto il pretesto per
pubblicare un video virale sulle proprie pagine e aumentare così gli introiti
pubblicitari, ma l'ennesimo avvertimento di un pianeta ai suoi più indegni
abitanti.
Legittima difesa da chi continua a incensare il
passato senza far menzione delle vergognose crepe che in esso continuano ad
allargarsi.
Perché se oggi non fai i giusti conti con ieri,
arriverà il giorno in cui domani sarà troppo tardi.
Ecco, ho finito. Il gioco termina qui.
Arrivederci, spero, magari là fuori.
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