Sono chiamati “orfani bianchi”, sono i figli delle migranti provenienti perlopiù dai Paesi dell’est europeo, bambini lasciati con i nonni anziani, con un padre spesso disoccupato o separato dalla moglie, incapace di occuparsi di loro. Questi bambini diventano facile vittima dell’abbandono scolastico, dello sfruttamento del lavoro minorile, di varie forme di devianza sociale, non di rado anche del suicidio. Secondo il ministro del Lavoro della Romania, ben il 75% dei minori vive in simili condizioni ed è un fenomeno che interessa un po’ tutti i paesi di partenza.
Le rispettive mamme,
quando vengono in Italia, sono molte volte le sole del nucleo familiare a
lavorare, fanno enormi sacrifici, non conoscono la lingua, vivono lo
sradicamento e i problemi dell’integrazione, di frequente seguono altre donne
che hanno fatto da apripista. Prendiamo le rumene, così presenti nelle nostre
realtà: fanno le badanti agli anziani, si
accontentano a volte di bassi stipendi, fanno ciò che i parenti non sono più
disposti a fare, perché presi dai propri impegni, o perché vivono lontano, o
semplicemente hanno ceduto alla trasformazione della famiglia che un tempo
fondava radici, forza, memoria nei vecchi. Queste lavoratrici, mentre
accudiscono i nostri familiari, sono costretti a lasciare i loro, tra cui i
figli.
La battaglia di
Vasilica
Vasilica, ad
esempio, anni fa è venuta a lavorare a Milano, ma i suoi bambini, all’epoca di
10 e 9 anni, non hanno potuto seguirla. Quando finalmente li ha riabbracciati,
erano già ultraventenni. Per queste donne il ricongiungimento è difficile,
perché lavorano principalmente in regime di convivenza, inoltre, se badassero
ai propri figli, non potrebbero occuparsi d’altro.
Vasilica però ha
deciso di denunciare la sua condizione, comune a molte altre straniere,
rivolgendosi a Silvia Dumitrache, presidente di Adri – Associazione
Donne Rumene Italia. Non esistono tutele per i minori sia nei paesi
di origine che in quelli di accoglienza. Dumitrache le ha consigliato, quindi,
di affidarsi alle avvocate Angela Maria Bitonti del Foro di Matera e Sonia
Sommacal del Foro di Belluno, da sempre in prima linea per la tutela dei
diritti umani. Insieme hanno intrapreso una coraggiosa battaglia, facendosi
forti della più recente normativa delle Nazioni Unite in tema di minori
migranti, che punta all’inclusione, all’uguaglianza e alla protezione. Vasilica
ha denunciato, difatti, una violazione dei
diritti umani presentando ricorso alla Corte EDU a Strasburgo,
affinché tutti gli Stati membri si attivino per tutelare le donne costrette a
migrare per lavoro e le loro famiglie.
“Nessuno sforzo, in
merito, viene fatto nemmeno dai paesi riceventi che, al contrario, sono
interessati esclusivamente a recepire la manodopera più economica sul mercato –
hanno dichiarato le due avvocate -. Le politiche adottate, sia dall’Italia che
dalla Romania, sono inadempienti verso gli obblighi sottoscritti con la
Convenzione EDU a protezione dei diritti umani. Il fenomeno dei
cosiddetti “orfani bianchi” e delle condizioni lavorative delle loro madri sono
stati peraltro più volte oggetto di denuncia mediatica da parte sia di
emittenti televisive che di testate giornalistiche italiane e romene. Spesso
versano in condizioni di totale abbandono e sviluppano diverse patologie quali
ansia, rabbia, difficoltà di apprendimento e depressione. L’assenza
dell’intervento degli Stati a tutela di questi bambini e delle loro famiglie,
attraverso politiche adeguate di sostegno e di politiche che possano facilitare
il ricongiungimento familiare, è devastante. L’Assemblea parlamentare europea
con la Risoluzione del 19 marzo 2021, 2366, ha evidenziato tale fenomeno, deplorando
il comportamento di alcuni paesi, sia di origine che di destinazione delle
migrazioni, ed affermando con forza come tale situazione, oltre ad essere
inaccettabile, è divenuta insostenibile stante il gran numero di bambini e
adolescenti privati delle cure parentali”.
Ancora una volta, i
lavoratori stranieri sottopongono all’attenzione delle istituzioni limitazioni
ai diritti umani, sollecitando azioni politiche atte a ripristinarli o a
riconoscerli: “L’azione di Vasilica è eccezionale – afferma l’avvocata Bitonti
– perché apre le porte ad altre donne nelle sue medesime condizioni. Un
paese civile tutela i minori e si adopera per
realizzare il ricongiungimento dei nuclei familiari. Questa è la battaglia di
Vasilica e di tutte le donne migranti insieme, affinché i loro figli vivano e
crescano serenamente all’interno di una famiglia, il fenomeno degli “orfani
bianchi” possa diventare presto solo un ricordo e nessun bambino venga più
“lasciato indietro”.
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