venerdì 16 luglio 2021

Il Moloch scientifico - Giuseppe Giannini

 


L’evento Covid sta rimodellando la realtà. In senso soggettivo, per quanto riguarda le esperienze più o meno dirette, soprattutto in riferimento ai traumi psicologici, e alla capacità di approcciarsi e relazionarsi agli altri. E, in maniera generalizzata, per quanto riguarda la collettività, il corpo sociale. Un fenomeno sindemico attraverso il quale sono venute alla ribalta tutte le falle del sistema di governo mondiale.

Non sono bastate sofferenze e morti. I danni economici e sociali e la perdita di milioni di vite non hanno smosso le coscienze dei decisori ed esecutori politici. Invece di interrogarsi sulle cause, attrezzarsi per affrontare “il nemico”, potenziando le strutture sanitarie e garantendo una struttura pubblica efficiente e un indennizzo (reddito) a chi, come conseguenza del virus, ha perso la sicurezza economica, si è deciso di agire diversamente.

Le democrazie liberali hanno scelto i lockdown non mirati, i coprifuoco e i distanziamenti, scaricando sui comportamenti individuali “devianti” ogni responsabilità sistemica. Se c’era qualcuno da sacrificare (la popolazione mondiale) non potevano di certo essere i grossi interessi economico-finanziari. Si è scelta la strada della cura e non quella della prevenzione. Il vaccino come unica soluzione e, ad esempio, in Italia il protocollo ministeriale della “vigile attesa”, rifiutando la terapia domiciliare.

Vi è dunque un interesse alla cura e non un diritto alle cure. Altrimenti non si spiegherebbe come mai la proprietà intellettuale e i brevetti la fanno ancora da padrone. Il sapere (?) degli uomini di scienza a guida delle società presenti e future. In un’epoca contrassegnata dalla scomparsa dell’idea di un avvenire minimamente immaginabile, che ha fatto della retromania e dell’effetto nostalgia l’ancora a cui legarsi per superare i tempi bui, ci si rimette nelle mani di un’ideologia che procede attraverso sperimentazioni, alla continua ricerca di cavie, con il solo fine di apparire credibile di fronte alle masse acquiescenti.

Quali saranno le conseguenze per il vivente, così come l’abbiamo conosciuto e definito fino ad ora? Da quando la politica ha perso la sua supremazia, affidandosi alla capacità autoregolativa del’economia (e del mercato) essa versa in stato vegetativo. Dal capitalismo alla globalizzazione neoliberista, sino alla rinnovata supremazia della razionalità tecnico-scientifica.

“Il terrore e la civiltà sono inseparabili”(…) “L’odio-amore per il corpo tinge di sé tutta la civiltà moderna. Il corpo come ciò che è inferiore e asservito, viene ancora deriso e maltrattato, e insieme desiderato come ciò che è vietato, reificato, estraniato”.

(Max Horkheimer & Theodor Adorno –Dialettica dell’Illuminismo).

Gli individui moderni sono destituiti dalla loro originalità e si trasformano in meri esemplari della forma-valore, in esseri umani confezionati” (…)” La promessa dell’universalismo giuridico occidentale attenta alla vita umana: è la promessa di rendere tutti gli uomini uguali, di riconoscerli in quanto resi omogenei alla forma-valore e di amputare loro, alla maniera di Procuste, tutti gli organi che non si integrano in questa forma”

(Robert Kurz-Ragione sanguinaria).

Ne conseguono: il riordinamento dei poteri, la supremazia delle economie delle élite e la medicalizzazione delle società. ”La medicina si è sviluppata alla fine del XVIII secolo per ragioni economiche. Non bisogna dimenticare che la prima epidemia studiata in Francia nel XVIII secolo, e che diede luogo ad una raccolta di dati, su scala nazionale, non era una vera epidemia, ma in realtà una epizootia”(…) Si era fatto ricorso alla medicina come a uno strumento di conservazione e rinnovamento della forza lavoro per il funzionamento della società moderna (…) Ma quel che appare all’inizio del XX secolo è che la medicina può essere pericolosa non a causa della sua ignoranza, ma per il suo sapere, proprio perché essa è una scienza”.

(Michel Foucault – La medicalizzazione indefinita).

“In un certo senso, più che l’uomo è stata l’industrializzazione a trarre profitto dai progressi della medicina: si è infatti riusciti a far lavorare la gente più regolarmente in condizioni più disumanizzanti“(…) E il medico si è trasformato in mago, unico essere in grado di compiere miracoli che esorcizzano la paura che nasce dal sopravvivere in un mondo divenuto minaccioso”

(Ivan Illich –Due soglie di mutazione).

La medicina è dunque diventata l’alleata perfetta del capitalismo. E, dopo decenni di smantellamento dei servizi sanitari nazionali e di fondi ai privati, l’assetto definitivo su strutture, ricerche e finanziamenti è stato suggerito dalle lobby farmaceutiche. Esse dettano le priorità e quali iter seguire. Con l’accesso ad una mole infinita di dati sono in grado di profilare il paziente-consumatore ideale. Nel capitalismo della sorveglianza è nata una nuova fede: il “Dataismo”. Il Dataismo si presenta come un nuovo illuminismo, ma essendo in grado di scrutare sin dentro la psiche conduce a un totalitarismo digitale

(Byung-Chul Han –Psicopolitica).

Ci troviamo immersi in una società distopica, isolati e ancorati ciecamente nella fede nel progresso senza valutare opzioni alternative. Chi ne pagherà le conseguenze?

da qui

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