siccome non si trova niente della loro vita dopo i libri, allora Giovanni Arpino ce lo racconta lui, cosa fanno e come vivono quei personaggi.
geniale e bellissimo, non privatevene.
…Guidati dalla penna di Arpino, i personaggi
mantengono intatta l’indole primigenia e se anche la scrittura si
piega a rievocare nello stile quella dell’opera originaria, nondimeno alcuni
racconti rivelano una vena creativa che manipola le situazioni e i generi,
concedendo all’autore di sperimentare.
La già
citata forma del diario è affiancata da quella delle fiabe nei casi di
Cappuccetto Rosso e Pinocchio, ma la storia di Alice, che ritroviamo ormai
nonna, assume contorni se possibile ancora più surreali. Se è gustosa la
vicenda del dottor Faust, diventato neurochirurgo, credo non possa dispiacere
lo stravolgimento fantascientifico che ha investito il mondo in cui vive
Tarzan.
La lettura
impegna complessivamente per poco tempo e risulta piacevole: ciascun lettore
rimarrà colpito da particolari diversi, ma è evidente che una
conoscenza diretta e non meramente scolastica dei romanzi e delle fiabe da cui
sono nati i protagonisti dei racconti permettono di godere maggiormente dei
riferimenti e dell’inventiva di Arpino.
Storie
d’altre storie non
può essere ridotta a una raccolta di esercizi di scrittura: i racconti sono,
infatti, l’occasione per dare spazio a riflessioni su libertà e aspettative
deluse. La maggior parte dei protagonisti rimpiange il proprio passato che
brilla davanti alla decadenza e alle fatiche del presente…
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Tutti abbiamo le nostre storie preferite e con esse i
nostri personaggi del cuore. Li abbiamo amati così tanto da rileggere più volte
il racconto delle loro avventure e magari ci siamo chiesti che ne è stato di
loro "dopo". Pinocchio, per esempio, ha smesso di dare retta ai
cattivi compagni? E Cappuccetto Rosso come sarà diventata da grande? In
"Storie d'altre storie" Arpino costruisce una galleria di ritratti
degli eroi del nostro immaginario, presentandoli nella loro vita
"vera", quella che potrebbero aver vissuto a partire dalla vicenda
che li ha resi immortali. Arpino dà loro voce provando a raccontare che cosa è
successo da allora, che strada hanno preso e attraverso quale intreccio di
speranze, desideri, delusioni, affetti e meschinità si è formato il tessuto
della loro vita. In queste pagine ritroviamo Cappuccetto Rosso e il Cacciatore,
Sandokan, Marian e Yanez, Frankenstein e la sua mamma, il dottor Faust e il
Diavolo, ma anche Lolita, il capitano Achab, Marlowe. Piccoli cammei ricchi di
fantasia, umanità e ironia nello stile vitale ed estroso di un grande scrittore
del '900 italiano.
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…Il tratto in comune di questi personaggi famosissimi è
però una nota di malinconia. Tutti i grandi eroi che ci hanno accompagnato
nella nostra vita di lettori hanno cambiato vita. Il mondo moderno che non si
fregia più di personaggi sani, umili e coraggiosi ha fatto sì che i nostri
beniamini cadessero in disgrazia. Il lieto fine delle favole era quindi solo
momentaneo, almeno per Arpino, che dà un quadro quasi crudele del nostro mondo
facendolo passare per le vite dei personaggi che abbiamo amato. I racconti di
Arpino sono però dei non finiti, delle istantanee e insinuano nel lettore il
dubbio che ci potrebbe essere un’altra via d’uscita, anche per gli eroi in
decadenza…
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