venerdì 13 dicembre 2019

Un procuratore libertario e radicale per San Francisco - Alessandro Fioroni




Una giustizia per i più poveri
Una giustizia per i più poveri. «Come difensore pubblico, lavoro ogni giorno per garantire pari giustizia alle persone che non possono permettersi un avvocato. Sto correndo per la carica di procuratore distrettuale per assicurarmi che il sistema giudiziario criminale funzioni per tutti, non solo per i ricchi e i potenti». Le parole sono quelle di Chesa Boudin, avvocato, poi eletto come responsabile della giustizia a San Francisco.

Elezione a sorpresa
La sua nomina, dopo le elezioni che si sono svolte nello scorso novembre, è atto amministrativo di forte contenuto politico. Boudin infatti ha battuto l’altra candidata, Suzy Loftus, che aveva dalla sua parte il sostegno della maggior parte del potente partito democratico californiano. Il nuovo procuratore distrettuale si è presentato con una piattaforma che, nei pronostici, lo vedeva sfavorito. Boudin infatti ha presentato proposte nettamente radicali.

Programma radicale
Il cavallo di battaglia è stata l’abolizione della libertà su cauzione che permette ai più ricchi molto spesso di non essere perseguiti per i propri reati. Inoltre, prestare grande attenzione alla riabilitazione oltre che alla punizione. Una democratizzazione del sistema penale che tende a colpire maggiormente le minoranze e i poveri. Boudin infatti, almeno nelle intenzioni, tenterà di cambiare le politiche di carcerazione di massa che hanno caratterizzato gli Stati Uniti a partire dagli anni ’90.

L’onda lunga della sinistra americana
San Francisco, una delle città più a “sinistra”, dunque si allinea all’ondata di nomine di procuratori progressisti che si sono succedute nell’ultimo anno. Nel 2018, sono stati eletti candidati riformatori radicali in Texas, Missouri, Alabama, Carolina del Nord e Maine. Quest’anno è stata la volta di Mississippi e Virginia che sono entrati a far parte della lista. Non a caso il candidato democratico alla presidenza Bernie Sanders ha parlato di «vittoria storica» e che «ora è il momento di trasformare fondamentalmente il nostro sistema razzista di giustizia penale ponendo fine all’incarcerazione di massa, alla fallita guerra alla droga e alla criminalizzazione della povertà».

Una biografia controcorrente
Si tratta dunque di una vittoria tutta politica, data anche dalla biografia del neo procuratore. Boudin infatti è il figlio di due militanti dei Weather Underground, un’organizzazione estremista di sinistra operante negli Usa tra gli anni ’70 e gli ’80. I genitori, David Gilbert e Kathy Boudin, sono stati arrestati nel 1981 per l’assalto ad un furgone blindato (l’autofinanziamento della rivoluzione) dove morirono una guardia privata e due poliziotti.
Il padre sta scontando l’ergastolo mentre la madre è uscita nel 2003. Successe tutto quando Boudin aveva appena 14 mesi e fu cresciuto da altri due esponenti radicali Bill Ayers e Bernardine Dohrn. Tutto ciò non poteva non pesare sulla formazione e sulla cultura del procuratore il quale non ha nascosto le sue idee dichiarando: «Crescere in una famiglia dove la gente pensa e dove c’è coscienza politica ha avuto un impatto. I miei genitori hanno sempre preso posizione per quello in cui credevano. Per me sono stati un esempio, anche se non sono d’accordo con tutte le loro scelte».

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