domenica 2 agosto 2020

La Ragioneria dello Stato e gli organici scolastici - Renata Puleo





Le difficoltà connesse all’avvio dell’anno scolastico 2020/21  sono attinenti al nesso fra spazi disponibili per consentire un numero ridotto di alunni, formazione delle sezioni e delle classi in presenza, numero di insegnanti necessari a garantire la ripresa della didattica ordinaria. Nel disegno di legge DL 19 maggio 2020 n.34 contenente, fra le varie misure, un articolo sull’incremento degli organici scolastici, il Governo presenta la sua proposta di deroga alle disposizioni vigenti sulla formazione delle classi. Una proposta non derivante dalla discussione in Parlamento di una nuova norma che abroghi le precedenti e sani la difficilissima situazione, frutto non solo della pandemia. Nel comma b di quell’articolo, laddove si parla dell’attivazione temporanea di incarichi, non stabilizzabili, e dunque suscettibili di revoca  per giusta causa in qualsiasi momento, troviamo sulla parola “posti” un tratto di penna. La correzione è opera del solerte funzionario della Ragioneria: senza revisione delle norme di bilancio non è opportuno utilizzare un  vocabolo che potrebbe dare adito ad un’interpretazione pericolosa, foriera di futuri equivoci con le Organizzazioni Sindacali. Infatti un posto è suscettibile di diventare proprio ciò che il comma vuole escludere: una unità-organico stabilizzata. Il ruolo dei funzionari, della burocrazia qualificata a tenere in ordine i conti, è capace con un tratto di penna di raffreddare l’ardore politico di qualsiasi ministro, anche se a capo del Ministero dell’Economia e Finanze.


La Ministra Lucia Azzolina che, com’è noto, tanto tuonò contro le classi sovraffollate, una volta arrivata a dirigere il dicastero durante l’emergenza pandemica, non ha fatto che contraddirsi sui numeri, sull’incremento dei posti, sul concorso ordinario e straordinario, sull’eventualità di sforare sui conti. Non è solo frutto di una personale, indiscutibile, incapacità a gestire il problema delicato del rapporto fra docenti e alunni in epoca di distanziamento e di DaD, è anche la conseguenza del perverso legame esistente fra la parte del decisore politico e quella dell’esecutore burocratico. Infatti, anche un Ministro dotato di ben altro calibro come Gualtieri ha le sue difficoltà nel momento in cui – assunta una decisione politica che comporti un onere di spesa – deve chiedere il parere obbligatorio e vincolante alla Ragioneria Generale dello Stato. Qui entra in gioco il ruolo dei funzionari, della burocrazia qualificata a tenere in ordine i conti, capace con un tratto di penna di raffreddare l’ardore politico di qualsiasi ministro, anche se a capo del Ministero dell’Economia e Finanze. Faccio riferimento, a titolo di esempio, al Disegno di Legge presentato dal Presidente del Consiglio Conte e dal Ministro Gualtieri per la conversione in legge del DL 19 maggio 2020 n.34 contenente, fra le varie misure urgenti sul lavoro e la tutela della salute, l’articolo 231-bis sull’incremento degli organici scolastici di ogni ordine e grado: “Misure per la ripresa dell’attività didattica in presenza”.
Le difficoltà connesse all’avvio dell’anno scolastico 2020/21 sappiamo sono strettamente attinenti al nesso fra spazi disponibili per consentire un numero ridotto di alunni, formazione delle sezioni e delle classi in presenza, numero di insegnanti necessari a garantire la ripresa della didattica ordinaria. Dopo giorni e giorni di tentennamenti, di espressione di parere da parte degli esperti di vari tavoli e task force, di pressione esercitata da educatori e famiglie perché si cogliesse finalmente l’occasione per emendare il taglio spaventoso di posti operato negli anni a decorrere dal 2008, il Governo presenta – nel disegno di legge su citato – la sua proposta di deroga alle disposizioni vigenti sulla formazione delle classi. Una proposta molto prudente, non derivante dalla discussione in Parlamento di una nuova norma che abroghi le precedenti e sani la difficilissima situazione frutto – come ho ricordato – non solo della pandemia. Eppure, al comma b dell’articolo, laddove si parla dell’attivazione temporanea di incarichi, non stabilizzabili, e dunque suscettibili di revoca per giusta causa in qualsiasi momento, troviamo sulla parola “posti” un tratto di penna. La correzione è opera del solerte funzionario della Ragioneria: senza revisione delle norme di bilancio non è opportuno utilizzare un vocabolo che potrebbe dare adito ad un’interpretazione pericolosa, foriera di futuri equivoci con le Organizzazioni Sindacali. Infatti un posto è suscettibile di diventare proprio ciò che il comma vuole escludere: una unità-organico stabilizzata.
Così, mentre i conti dello stato continuano a rimanere in ostaggio delle compatibilità di spesa previste dalla normativa europea e consolidatesi nei Documenti di Economia e Finanza annuali, vengono confermati i dati degli organici 2019/20. Infatti, il MIUR, o meglio il suo funzionariato che agisce in modo automatico senza far ricorso ad alcun elemento di compatibilità politica, nemmeno legata all’attuale contingenza, pubblica – il 10 aprile, in piena pandemia – la nota 487  in cui si confermano i parametri generali, basati sulla legislazione vigente e sulla serie storica dell’ultimo triennio (valutazione incremento/decremento popolazione scolastica per situazione “socio-economica e orografica”). Gli Uffici periferici si adeguano e la mobilità viene bandita sulla base dei posti disponibili che non copriranno nemmeno i pensionamenti[1]. L’inizio d’anno 2020/21 si configura come una catastrofe annunciata, forse la fine della Scuola della Repubblica.
Un commento a parte andrebbe fatto sugli organici del sostegno. Dati che sottolineano la gravissima situazione dell’inclusione scolastica, tanto sbandierata e fortemente penalizzata sia prima della pandemia che durante come rassegna il documento prodotto dall’Associazione First.


[1] Ancora più grave si prospetta la situazione dell’organico del sostegno. Molti posti sono stati convertiti in posto-cattedra nel movimento dei trasferimenti per l’as 2020/21. Ciò configurerà successive e tardive assegnazioni e i soliti ricorsi ai TAR da parte delle famiglie. https://firstfederazione65.it/wp-content/uploads/2020/06/Proposte-First-per-ordinato-avvio-anno-scolastico-2020-2021-10062020.pdf



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