L’Italia non è mai stata così
sicura negli spazi della vita pubblica. Ma è sempre più pericolosa nella sfera
privata e familiare, soprattutto per le donne. Il “Dossier
Viminale”, presentato a Milano in occasione della tradizionale riunione di
Ferragosto del “Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica”
presieduto dalla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, sconfessa innanzitutto, dati alla mano,
“l’allarme sicurezza” costantemente agitato dalle forze politiche di destra e
dai gruppi di informazione che li spalleggiano. Ed offre
informazioni preziose per porre maggior attenzione ad alcuni fenomeni che
stanno emergendo, spesso sottovalutati.
I dati, innanzitutto. Nell’ultimo
anno (agosto 2019-luglio 2020) sono calati tutti i delitti in generale
(-18,2%), tranne le frodi informatiche (+12,4%), e principalmente i furti
(-26,6%), le rapine (-21,1%) e le truffe (-11,3%), cioè tutti quei reati che
più preoccupano i cittadini. Attenzione: il calo dei reati non è dovuto
all’emergenza Covid-19: anzi, nei tre mesi (9 marzo – 3 giugno) di
lockdown l’incidenza dei furti e delle rapine risulta maggiore rispetto alla
media annuale.
Nell’ultimo anno sono diminuiti
soprattutto gli omicidi (-16,8%): i 278 omicidi volontari commessi tra agosto
2019 e luglio 2020 rappresentano il minimo storico mai registrato in Italia
dagli anni Cinquanta. Sono diminuiti, ma solo di poco (tre casi),
anche gli omicidi nella sfera familiare e affettiva che però si conferma
l’ambito di maggior pericolosità. Oggi, infatti, più della metà (il 53,6%) degli omicidi in Italia avviene nel contesto
familiare-affettivo: su un totale di 278 omicidi sono ben 149 gli omicidi
familiari. Di questi ben 58 omicidi, cioè quasi quattro omicidi familiari su
dieci, si sono verificati proprio nel trimestre di lockdown a dimostrazione
della forte rischiosità degli spazi ristretti della vita privata in particolare
per le donne: 44 donne, a fronte di 14 uomini, sono state uccise in
famiglia durante il lockdown.
Che la famiglia sia sempre più pericolosa per le donne è confermato da un altro
dato: gli ammonimenti dei Questori per violenza domestica sono diminuiti
nell’ultimo anno (1.068), ma tre anni fa erano stati solo 667 e, soprattutto, è
aumentato il numero degli allontanamenti (398) di cui 156 durante il lockdown.
Sono diminuite invece le denunce per stalking (13.579) di cui sono vittime in
tre casi su quattro le donne.
Calano ormai da anni gli omicidi della
criminalità comune e soprattutto della criminalità organizzata (solo 19
nell’ultimo anno), ma – come detto – rimangono invece pressoché invariati
quelli in ambito familiare dove però aumentano gli omicidi che hanno come
vittime le donne: erano stati 92 tra il 2018-19 mentre sono stati 104 tra
agosto 2019 e luglio 2020.
Proprio questo dato dovrebbe portare ad una maggior attenzione agli omicidi che
avvengono nell’ambito familiare e affettivo. Se, da un lato, va contrastata la cultura patriarcale che ne
è all’origine e perpetua l’immagine della donna come una proprietà, si rendono
sempre più necessarie, oltre ai provvedimenti di allontanamento, efficaci
misure di sostegno alle donne. Ma occorrerebbe porre attenzione anche ad
altri dati. L’Osservatorio OPAL di Brescia da alcuni anni pubblica un database
degli omicidi con armi detenute da legali detentori di armi: nel periodo tra
agosto 2019 e luglio 2020 a fronte di 104 omicidi di donne rilevati dal
Viminale, ben 27 sono stati commessi con armi legalmente detenute. Ciò
significa che più di un omicidio
su quattro in ambito familiare-affettivo è commesso con armi in possesso di
legali detentori.
E’ un dato già riscontrato l’anno scorso che manifesta ormai una
tendenza: le armi detenute con
licenza nelle case degli italiani solo raramente, infatti, servono a scopi
difensivi, mentre sempre più spesso vengono utilizzate per
ammazzare la moglie, la ex compagna, un vicino e per suicidarsi. Sarebbe pertanto necessario che il Viminale, nel prossimo
rapporto, dedicasse una specifica attenzione all’incidenza delle armi
regolarmente detenute sugli omicidi, specie quelli familiari: sono
informazioni indispensabili per valutare l’efficacia delle norme in vigore e la
necessità di maggiori controlli sui legali detentori di armi.
* Analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche
di sicurezza e difesa (OPAL)
Articolo pubblicato anche dal manifesto
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