COSTRUTTORI DI PONTI, COMBATTENTI NONVIOLENTI PER LA
LIBERAZIONE DELL'UMANITA'
A distanza
di tanti anni l'una dall'altra due persone valorose, che per noi sono stati
anche due amici molto cari, oltre che maestri e compagni di lotte, ci hanno
lasciato nel piu' tragico dei modi, ponendo volontariamente fine ai propri
giorni.
Il 3 luglio del 1995 Alex Langer, nella campagna fiorentina; era nato nel 1946.
Il 20 luglio 2020 Paolo Finzi, lungo la linea ferroviaria nei pressi di Forli';
era nato nel 1951.
Non sono le sole persone della cui generosa vicinanza e benevolenza abbiamo
avuto la fortuna e il privilegio di fruire che hanno cessato di vivere con un
gesto volontario, che anch'esso ci interpella nel profondo, come nel profondo
le loro vite, le loro esperienze e riflessioni, ci hanno interpellato e
vieppiu' persuaso all'impegno comune per il bene comune dell'umanita'.
Ma in Alex e in Paolo vi erano alcune qualita' comuni che sempre ci hanno
commosso: la mitezza che ascolta e comprende ed accoglie e lenisce il dolore e
umanizza la vita, la virtu' dialogica e maieutica, l'essere costruttori di
ponti tra diversi, l'essere combattenti nonviolenti per la liberazione
dell'umanita', il loro urgente incessante assoluto schierarsi dalla parte delle
vittime e contro tutti i poteri oppressivi.
Persone cosi' e' naturale che vivano nel conflitto, che sperimentino
quotidianamente l'incomprensione, lo scacco, l'angoscia, e non di rado la
persecuzione; che agiscano in contesti critici, nel vivo delle lotte, tra le
contraddizioni piu' laceranti; e che sperimentino i limiti piu' dolorosi, le
prove piu' incerte; e che nei loro esperimenti di verita', nel loro operare per
la condivisione del bene e dei beni, debbano incontrare sovente la banalita'
del male e il male radicale che sono una stessa cosa.
Eppure sono persone entusiaste della vita, della bellezza del mondo, sempre
pronte ad andare dove vengono chiamate, sia per prendere parte a una lotta, sia
per partecipare a un incontro di convivialita' nel senso forte che Ivan Illich
attribuiva a questa parola, sia per recare una testimonianza, una parola saggia
e sapiente, o la memoria di ferite che non si rimarginano.
E nel loro andare, nel loro tessere relazioni e confortare animi, chiarire
situazioni ed esortare al vero e al giusto e al bene, nel loro ricordare, nel
loro condividere, nel loro lottare, sempre portano la luce dell'ironia
(soprattutto dell'autoironia) e della pazienza; ma un'ironia che non e' mai ne'
futile ne' gratuita; e una pazienza che non e' mai corriva o rassegnata; no, la
loro era l'attitudine di quel verso di Franco Fortini: "ironia che resiste,
e contesa che dura".
*
Poi, naturalmente, c'erano anche le differenze, e tutto cio' che connota
l'esistenza di un essere umano che non si svolge mai "in vitro" ma
sempre tra i turbini e le lacerazioni, tra i limiti e le contraddizioni, nelle
scelte impegnative e nelle decisioni irreversibili da prendere sempre senza il
tempo necessario, da prendere sempre sotto la pressione degli eventi, da
prendere sempre nella coscienza della complessita' delle situazioni, tra le
perplessita' e le incertezze, e sovente senza la possibilita' di avvalersi del
vecchio principio di precauzione, perche' la violenza, la menzogna e la
barbarie dei poteri oppressivi, schiavisti e sterministi sempre preme ed e' sul
punto di dilagare, e allora qui e adesso tu, proprio tu devi opporti, tu,
proprio tu, devi essere l'argine. Cosciente di correre il rischio che quella
pressione, quel peso insostenibile, quella macchina divoratrice, quel vuoto
orrore affamato di vite umane, ti spezzi, ti spazzi via, e la tua azione
resistente, la tua azione misericorde, la tua azione generosa e doverosa sia
stata vana.
Alex Langer era cresciuto in un ambiente multietnico e multiculturale tra vivi
attriti e vivi incroci, cattolico come don Milani, militante della nuova
sinistra nel decennio fiammeggiante e corrusco, aggettante e tragico, a cavallo
tra la fine degli anni Sessanta e la fine degli anni Settanta, fu poi tra i
fondatori del movimento dei Verdi, e tenne insieme le ragioni della liberazione
dell'umanita', della difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, della
convivenza e della condivisione del bene e dei beni, della difesa della natura,
negli ultimi anni della sua vita lottando con tutte le sue forze contro i
poteri totalitari e genocidi che menavano strage nel cuore d'Europa nell'indifferenza
generale.
Paolo Finzi, figlio di resistenti antifascisti, giunto giovanissimo all'ideale
anarchico, compagno di lotta di Pino Pinelli, fu il piu' giovane degli
anarchici perseguitati dopo la strage di piazza Fontana; fondo' ed e' stato
lungo cinque decadi lo "spiritus rector" di "A. Rivista
anarchica", che e' una delle piu' belle riviste di politica e cultura che
esistono in Italia; impegnato in tutte le riflessioni e ricerche libertarie, in
tutte le lotte anarchiche e nonviolente, ha scritto libri (e poi anche altre
pubblicazioni multimediali) su due figure luminose dell'anarchia: Errico
Malatesta e Alfonso Failla, sulla Resistenza di Matilde Bassani Finzi sua
madre; sul popolo rom e sul suo sterminio da parte dei nazisti; su Fabrizio De
Andre' di cui fu amico ed esegeta; e sia su "A" sia in dossier e
altri testi specifici molto ha scritto sul contributo anarchico alla
Resistenza, su Pino Pinelli e sulla strage di Stato, su molti temi e molte
figure che insieme costituiscono una costellazione di studi e ricerche di
vastita' e profondita' tali da meravigliare chi non immagina che si possa
essere insieme uno strenuo militante nel vivo delle lotte ed uno studioso e un
suscitatore di studi cosi' aperto, ad un tempo rigoroso e poliedrico, capace di
dare sensibile ascolto - e restituire fedele rappresentazione ed aggettante
interpretazione - ad ogni esperienza e riflessione che arricchisse la teoria e
le pratiche libertarie, solidali, di difesa nitida e intransigente - e di
comprensione accurata e accudente - della dignita' umana e del mondo vivente.
*
L'ecologista per antonomasia Alex Langer e l'anarchico per antonomasia Paolo
Finzi.
Ma abbiamo la convinzione che certi epiteti stereotipati non rendessero loro
piena giustizia.
L'ecologia integrale (equosolidale, sociale e nonviolenta) di Alex, e
l'anarchia integrale (di opposizione a tutti gli stati, a tutte le chiese, a
tutti i poteri) di Paolo, non configurano due universi di discorso separati ed
incomunicabili, ma al contrario sono esperienze fortemente intrecciate,
costantemente aperte e reciprocamente attrattive, come tutte le esperienze e
riflessioni femministe, ecologiste, socialiste, libertarie, antispeciste,
nonviolente, che tutte convergono in una speranza e prospettiva di umanesimo
integrale, di liberazione comune, di convivenza solidale, di relazione
universalmente rispettosa e accudente fra tutti gli esseri umani, e fra gli
esseri umani e gli altri esseri viventi e l'intero mondo vivente.
Noi crediamo che molte differenze tra le persone, i movimenti, le
organizzazioni e finanche le istituzioni orientate in modo rigoroso alla
resistenza contro ogni oppressione, alla condivisione di tutto il bene e di
tutti i beni, alla liberazione dell'umanita', alla difesa dei diritti umani di
tutti gli esseri umani e alla difesa e all'accudimento della biosfera, siano
piu' di linguaggio che di sostanza: e che figure come quella di Alexander
Langer e quella di Paolo Finzi siano illuminante testimonianza di questa
profonda unita' d'intenti e di orientamento verso il bene comune che unisce i
soggetti individuali e collettivi che sull'umana esistenza ragionano con
visione non offuscata, con non alienata coscienza, con viva empatia e nitida
intellezione. Come ci hanno insegnato Simone Weil e Hannah Arendt, Rosa Luxemburg
e Virginia Woolf.
Capita raramente tra gli uomini: cosi' forte e' il peso e lo stigma di millenni
di tradizione oppressiva maschilista e patriarcale; solo il pensiero delle
donne, il movimento di liberazione delle donne costituiscono la corrente calda
e il massimo inveramento storico della nonviolenza in cammino, di tutte le
esperienze e riflessioni intese a promuovere la liberazione dell'umanita' e la
salvezza dell'intero mondo vivente.
Tra i non molti uomini postisi concretamente, esistenzialente, empaticamente
alla scuola del pensiero e delle lotte delle donne Alex e Paolo sono stati un
esempio e un appello.
Nel loro sentire ed agire non li guastava la presunzione ne' il rancore, che
pure offuscano tante persone dotate di buone qualita'; preferivano subire
ingiurie anziche' commettere torti; e sceglievano comunque di opporsi sempre ad
ogni abuso, ad ogni oppressione, ad ogni iniquita', sceglievano comunque di
essere sempre realmente, pienamente solidali con le vittime, con tutte le
vittime. Erano parte del movimento delle oppresse e degli oppressi, sapevano di
avere un ruolo anche - per cosi' dire - pedagogico, ma della loro autorevolezza
intellettuale e morale non abusarono mai per imporre un'autorita' personale,
ne' per ottenere privilegi o gratificazioni.
*
Chi materialmente scrive queste righe, che ha cercato di vivere secondo quel
consiglio di Epicuro ("lathe biosas") pur avendo dedicato - nei
limiti delle sue capacita' e possibilita' - alla lotta politica contro
l'oppressione e l'ingiustizia l'intera vita, tante volte resto' sorpreso
ricevendo da entrambi un'affettuosa, generosa attenzione (visite e abbracci,
lettere e telefonate, pubblicazioni in dono, inviti a prendere parte a
iniziative); e sentiva che uguale attenzione sapevano riservare a tutte le
persone che avevano incrociato lungo i sentieri delle loro vite; persone che
ricordavano una per una e che tenevano insieme in una trama relazionale che
prefigurava l'internazionale futura umanita', la civile convivenza, la societa'
universale in cui da ciascuno sia donato secondo le sue capacita' e a ciascuno
sia donato secondo i suoi bisogni: il sogno e il programma della prima
Internazionale allo stato nascente, e di ogni autentico movimento di
liberazione, di ogni persona che si ferma a pensare e nella sua mente, nel suo
cuore, riscopre la regola aurea di ogni morale decente: agisci nei confronti
delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di
te; sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Li ricordiamo quindi come si deve ricordare ogni persona, e massime le persone
amate: per l'insieme della vita (in cui, certo, c'e' anche il momento della
morte, ma che quel momento non fagociti e non annichilisca il senso e il valore
dell'intero cammino percorso e degli ideali affermati e vissuti fino
all'estremo), per quanto di buono hanno saputo donare, per l'esempio e le
seminagioni e le sementi che lasciano.
Ricordandoli cosi', Alex Langer e Paolo Finzi, ci esortano ancora alla lotta
nonviolenta per la liberazione comune e per l'accudimento dell'intero mondo
vivente; ci esortano ancora ad opporci al fascismo ed a tutti i poteri
oppressivi.
Tessitori di pace, intransigenti difensori dei diritti umani di tutti gli
esseri umani - il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta', a una sobria
felicita', alla condivisione del bene e dei beni -; persuasi della nonviolenza
concretamente agita nel conflitto necessario; li ricordiamo e li salutiamo
ancora una volta con gratitudine che non si estingue. Ed ai loro familiari ed
amici e compagni una volta ancora attestiamo la nostra vicinanza.
*
Ed e' anche nel ricordo della loro lotta, del loro esempio, del loro lascito,
naturalmente senza la pretesa di interpretarli e di rappresentarli e sapendo
che su alcune nostre proposte di riflessione e d'iniziativa potevano ovviamente
avere opinioni diverse e fin opposte, che ancora una volta riproponiamo ad ogni
persona di volonta' buona quattro impegni su cui da anni - da decenni - veniamo
insistendo:
1. riconoscere a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da
devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e
nel nostro continente in modo legale e sicuro, ove necessario mettendo a
disposizione adeguati mezzi di trasporto pubblici e gratuiti; e' l'unico modo
per far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le
mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani;
2. abolire la schiavitu' e l'apartheid in Italia; riconoscendo a tutti gli
esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e
politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio
"una persona, un voto": un paese in cui un decimo degli effettivi
abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia;
3. abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e
dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese;
si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del
diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli
esseri umani;
4. formare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e
all'uso delle risorse della nonviolenza; poiche' compito delle forze
dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la
conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno
bisogno.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Abolire le guerre e le armi, abolire ogni struttura oppressiva, abolire ogni
schiavitu', riconoscere l'umanita' di ogni essere umano.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la liberazione
dell'umanita' e la salvezza dell'intero mondo vivente.
La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' il cammino dell'umanita' verso
l'universale solidarieta'.
Il
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della
biosfera" di Viterbo
Viterbo, 8
agosto 2020
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