Lo scorso giugno l’amministrazione Trump ha nominato
Kenneth Marcus sottosegretario per i diritti civili e [la sua nomina] è stata
approvata dal Senato, 50 a 46, pur non avendo ricevuto voti democratici. Alcune
organizzazioni si sono opposte alla nomina di Marcus per varie ragioni: ha
appoggiato la revoca delle disposizioni contro le aggressioni sessuali nei campus,
si è opposto alle agevolazioni a favore delle minoranze riguardo all’educazione
e non è possibile individuare un solo esempio in cui sia stato in disaccordo
con Donald Trump riguardo ai diritti civili.
Alcune delle maggiori preoccupazioni riguardo a Marcus
sono state espresse da attivisti e gruppi che sostengono i diritti dei
palestinesi. Marcus è stato fondatore e presidente del filoisraeliano “Louis D.
Brandeis Center for Human Rights” [Centro per i Diritti Civili Louis D.
Brandeis, politico USA e fervente sionista, ndtr.], un’organizzazione che
intende combattere “il rinascente problema dell’antisemitismo e dell’ostilità
verso Israele nei campus universitari.” Marcus ha fatto pressioni a favore
di una definizione di antisemitismo (a livello federale e statale) che includa
le critiche contro Israele. Ha anche promosso il ritiro dei finanziamenti ai
programmi di studi sul Medio Oriente nelle università ed ha chiesto al
Congresso di approvare l’ Anti-Semitism Awareness Act [legge per la
sensibilizzazione sull’antisemitismo], una norma che censurerebbe le posizioni
a favore dei palestinesi nei campus.
“Quando Marcus si servirà delle accuse di
‘antisemitismo’ per soffocare la libertà di parola su Israele-Palestina nelle
università, dove saranno allora i senatori?”, si è chiesta Debra Shushan, la
responsabile giuridica di “Americans for Peace Now” [associazione USA
moderatamente critica con il governo israeliano, ndtr.] dopo l’approvazione
della nomina di Marcus. Riguardo a questa nomina “Palestine Legal” [associazione
di giuristi a favore del diritto dei cittadini USA di parlare a sostegno dei
palestinesi, ndtr.] ha valutato i danni potenziali della designazione di
Marcus:
Riguardo alle denunce sulla base del Titolo VI [che proibisce discriminazioni in progetti
finanziati pubblicamente, ndtr.], che prendano di mira il sostegno ai
diritti dei palestinesi, Marcus ha dedicato gli ultimi 13 anni a promuoverle, e
non passerà dal ruolo di sostenitore a quello di arbitro.
Avrà l’autorità di indagare su università che
autorizzano il sostegno ai diritti dei palestinesi protetto dal Primo
Emendamento [della
Costituzione USA, che protegge il diritto di parola e di riunione, ndtr.].
“Troverà che le università in
cui è consentito agli studenti criticare Israele violano il Titolo VI della
legge sui diritti civili e obbligherà tali istituti scolastici a inserire
“accordi di risoluzione” o “accordi di applicazione”. Tali accordi
obbligheranno le università a limitare i discorsi a favore dei diritti dei
palestinesi, in violazione del Primo Emendamento. Anche solo la minaccia di un’indagine da parte del
governo federale probabilmente provocherà il fatto che le università
interferiscano nel dibattito dei campus per evitare di essere messe sotto
inchiesta.”
Un anno dopo questo monito si è dimostrato
preveggente.
Lo scorso mese il Dipartimento per l’Educazione (DOE)
di Betsy DeVos [ministra dell’Educazione nominata da Trump nel 2017, ndtr.] ha
minacciato di tagliare i finanziamenti al Consorzio per il Medio Oriente, una
collaborazione tra l’università del North Carolina e la Duke University. In una
lettera pubblica, il DOE chiarisce di ritenere che il programma sia troppo
condiscendente verso l’islam. “Si pone una considerevole enfasi sull
comprendere gli aspetti positivi dell’islam, mentre manca del tutto
un’attenzione simile verso gli aspetti positivi del cristianesimo,
dell’ebraismo e di qualunque altra religione o sistema di credenze in Medio
Oriente,” recita. Per continuare a ricevere finanziamenti, in base al Titolo VI
il programma deve rivedere i suoi criteri e fornire al DOE un’analisi
dettagliata dei suoi progetti di spesa.
La lettera del DOE è nata da un’indagine sul programma
iniziata in giugno. Lo scorso marzo il programma di studi sul Medio Oriente
aveva tenuto una conferenza intitolata “Conflitto contro Gaza: persone,
politiche e possibilità.” L’evento includeva un’esibizione del musicista
palestinese Tamer Nafar, che ha suonato una canzone ironica su un arabo che si
innamora di una soldatessa dell’esercito israeliano. In seguito un blogger
filo-israeliano ha postato immagini decontestualizzate dell’esibizione e la
faccenda è stata ripresa dal senatore repubblicano George Holding, che ha
chiesto a DeVos di indagare su tutto il programma.
Elyse Crystall è docente associata di Inglese e
Letteratura Comparata all’UNC [Università della North Carolina, ndtr.] ed era
presente alla conferenza. Afferma che l’evento è stato sfruttato in
modo cinico per censurare le voci a favore di palestinesi e musulmani nel
campus. “Abbiamo studenti che sono palestinesi, musulmani, arabi,
arabo-americani e sono stati pugnalati alle spalle,” racconta
a Mondoweiss. “Nessuno si preoccupa di come ciò li abbia colpiti.
Sono sconvolti e non sanno dove andare. [Non hanno] nessuno
con cui parlarne.”
Alcuni docenti della Duke recentemente hanno
pubblicato una lettera di condanna della decisione del DOE. “L’inchiesta
federale è il punto più alto di una campagna pluridecennale da parte di
organizzazioni anti-palestinesi contro programmi e corsi di studi accademici
ritenuti non sufficientemente ‘filo-israeliani’,” si afferma. “Questa inchiesta
prende di mira un centro studi sul Medio Oriente, ma dovrebbe preoccupare tutti
noi. Oggi ogni docente e studioso è in pericolo se non si allinea alla
politica nazionale e alle priorità della sicurezza nazionale.” Inoltre oltre
100 studiosi ebrei (compresi nomi quali Noam Chomsky e Judith Butler) hanno
inviato una lettera a DeVOs chiedendole di porre fine a questa “aggressione
infondata” ai programmi di studi sul Medio Oriente:
“Sotto la sua direzione il
ministero dell’Educazione ha condotto una crociata contro chiunque nei campus
universitari osi criticare le violazioni dei diritti umani da parte di Israele.
Infatti il ‘capo per i diritti civili’ da lei designato, Kenneth Marcus, ha
fatto carriera attaccando chi critica l’occupazione israeliana della
Cisgiordania e di Gaza che dura da 52 anni. Per anni Marcus ha cercato di
delegittimare e privare di finanziamenti i programmi di studio sul Medio
Oriente che consentono agli studenti e al corpo docente di criticare il governo
di Israele e il modo in cui tratta il popolo palestinese. Il modo di agire di
Marcus rende evidente come la sua preoccupazione non sia di promuovere la
libertà di parola e la libera discussione accademica, ma soffocarla.”
Molti opinionisti e commentatori hanno ribadito che
sotto Trump stiamo attraversando una crisi della libertà di parola nelle
università, in quanto alcuni punti di vista vengono attaccati o messi a
tacere. Tuttavia, com’era prevedibile, nel dibattito pubblico questa
campagna potenzialmente vasta contro la libertà accademica è ignorata.
(Michael Arria è inviato di Mondoweiss negli USA - traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)
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