Alle 17,45 (ora locale) l’ex presidente
Luiz Inácio Lula da Silva ha lasciato la Sovraintendeza della Polizia federale
di Curitiba in cui era detenuto da 580 giorni. La liberazione è avvenuta in
conseguenza della decisione del STF/Supremo tribunale federale in data 7
novembre che ribadisce che condannati in seconda istanza non possono essere
incarcerati prima della senzenza definitva come previsto dalla Costituzione
brasiliana. La detenzione arbitraria compiuta dai giudici di Curitiba e
Florianopolis si somma quindi alla immane manipolazione del processo contro Lula
documentata dagli atti processuali e anche dalle registrazioni rese pubbliche
da Intercept Brasile.
All’uscita dal luogo di detenzione Lula si
è fermato presso l’accampamento Vigilia Lula Livre/Veglia Lula Livre in cui per
mesi e mesi militanti di partiti, movimenti sociali, gente comune hanno appunto
vigilato a pochi metri di distanza dal luogo di detenzione. Ecco il testo del
suo discorso.
È molto tempo che non vi vedo. Cari
compagni e care compagne, non potete capire la dimensione del significato di trovarmi
qui, con voi. Io, che per tutta la vita ho conversato con il popolo brasiliano,
io non pensavo che oggi avrei potuto essere qui conversando con uomini e donne
che durante 580 giorni hanno gridato, qui, “Buongiorno, Lula”, hanno gridato
“Buon pomeriggio, Lula”, hanno gridato “Buonanotte, Lula”.
Non importa se pioveva, non importa se ci
fossero 40 gradi, non importa se ci fossero zero gradi, ogni santo giorno voi
eravate l’alimento della democrazia di cui avevo bisogno per resistere.
L’infamia che il lato marcio dello Stato brasiliano ha fatto verso di me e
verso la società brasiliana, il lato marcio della Giustizia, il lato marcio del
Ministero Pubblico, il lato marcio della Polizia Federale, il lato marcio
dell’Agenzia delle Entrate. Tramestarono, lavorarono per cercare di
criminalizzare la sinistra, il PT/Partito dei lavoratori e Lula. E non potrei
andare via di qui senza salutarvi.
In primo luogo voglio salutare i compagni
che hanno lavorato qui giorno e notte (Lula legge una lista di persone).
Devo ringraziare il mio avvocato e sua moglie. Devo salutare la nostra
presidente del PT, Gleisi Hoffman. Devo salutare quello che quasi è stato il
nostro presidente se non fosse stato scippato, Fernando Haddad (Lula continua a ringraziare diverse persone). Bolsonaro,
lui ha oltre 20 persone che fanno il suo Twitter. Io ho una sola persona, la
Nicole (Lula la abbraccia).
Ne ho già parlato, ma non tutti voi la
conoscete. Voglio presentarvi la mia futura compagna, Rosângela. Sapete
che ho avuto l’audacia come detenuto di trovare una innamorata, che è
innamorata e anche accetta di sposarmi. Ha molto coraggio.
In verità io non avrei neanche parlato
qui, perché da 580 giorni sto in una stanza, ascoltandovi tutti i giorni,
ascoltando le vostre musiche. Anzi, volevo congratularmi con chi ha scelto di
suonare Massa Falida, che era la musica che negli anni 80 usavo
per fermare il lavoro per fare assemblea.
Immaginavo che, quando sarei uscito, avrei
incontrato ogni compagno della veglia per dare un abbarccio, un bacio, perché
non potete sapere il significato e l’importanza che voi siete stati per me.
Sono rimasto più forte, più coraggioso. Voglio che voi sappiate che, oltre a
continuare a lottare per migliorare la vita del popolo brasiliano, che è una
tragedia, oltre a lottare per non permettere che questa gente svenda il paese,
voglio dire con voce forte e chiara, voglio fare sapere il lato menzognero
della Polizia Federale che ha condotto l’indagine contro di me. Il lato
menzognero e vile del Ministero Publico e del Gruppo di Lavoro (della Lava
Jato).
Moro e il TRF-4/ – Tribunale regionale
federale della quarta regione – devono sapere: loro non hanno arrestato un
uomo, loro hanno cercato di uccidere una idea. E una idea non scompare. E
voglio lottare per provare che esiste una banda di mafiosi in questo Paese, che
ha fatto questa porcheria per tentare, guidati dalla Rete Globo di Televisione,
di creare l’immagine che il PT doveva essere criminalizzato e che Lula era un
bandito. Se si prende Dallagnol, se si prende Moro, se si prendono alcuni
commissari che hanno fatto l’indagine, ciò che rimane non è il 10% dell’onestà
che io rappresento in questo Paese.
Loro devono sapere che carattere e dignità
non sono qualche cosa che si compra al shopping center, non è qualche cosa che si compra al mercato,
non è qualche cosa che si compra al bar. Io ho acquisito tutto ciò che ho nella
vita da una donna che nacque analfabeta, che ha avuto tutti i figli senza
ospedale, tutto con la levatrice, e che mi ha insegnato ad avere dignità. E che
è morta analfabeta. E è la donna Lindu che mi fa dire a questa gente che ha
cercato di condannarmi: io esco da qui senza odio.
A 74 anni, il mio cuore ha spazio solo per
amore. Perché l’amore vincerà in questo Paese. Non è l’odio che vincerà in questo
Paese. Ma loro devono sapere che per un “nordestino” che è nato a Garanhuns,
che è venuto a San Paolo a 7 anni, che ha avuto fame, che è andato via di là, è
venuto a San Paolo e non è morto di fame fino a 17 anni, non c’è niente che lo
vinca. E non sarà una menzogna. Voglio dirvi che adesso io sto andando a San
Paolo, domani ho un incontro nel Sindacato dei Metameccanici (di San Bernardo)
e poi, le porte del Brasile saranno aperte perché io possa percorrere questo
Paese per discutere con il nostro popolo una via di uscita.
Ieri ho visto nella televisioni i dati
dell’IBGE/Istituto brasiliano di geografia e statistica. Dopo che io fui arrestato,
dopo che loro scipparono Haddad, il Brasile non è migliorato, il Brasile è
peggiorato. Il popolo ha più fame, il popolo è disoccupato, il popolo non ha
lavoro con contratto stabile. Il popolo lavora come Uber, il popolo lavora per
consegnare pizze, il popolo sta lavorando senza nessun rispetto. E ancora ieri
ho visto la notizia che non ci sarà aumento del salario minimo nei prossimi due
anni. E inoltre, dopo che il Brasile ha avuto un ministro dell’Educazione del
livello di Haddad, hanno messo un ministro dell’Educazione grossolano che cerca
di distruggere la nostra università.
Dunque, io esco da qui e voglio che voi
sappiate che esco da qui con il maggiore sentimento di gratitudine che un
essere umano può avere per un altro. È quello che sento per voi. E non ho astio
verso i poliziotti federali, verso i carcerieri, ho la volontà di provare che
questo Paese può essere molto migliore nel momento in cui non abbia un governo
che mente attraverso Twitter come Bolsonaro mente, che abbia il coraggio di
conversare con il suo popolo per trovare le soluzioni per i problemi del Paese.
A voi tutti, grazie, dal fondo del cuore, grazie. Non posso pagare il mio
debito verso di voi se non dicendo che vi sarò eternamente grato e fedele nella
lotta. Che Dio benedica ogni uomo e ogni donna e che ci faccia continuare nella
lotta. Grazie per il grido Lula Livre di
questo 580 giorni.
Fonte: Carta Capital, traduzione di Teresa
Isenburg, precedenti articoli su www.latinoamerica-online.it
Nessun commento:
Posta un commento