Abbiamo le scuole chiuse, gli stadi sbarrati, ma gli uffici e le fabbriche
aperte. Alcuni lavoratori sono stati messi in condizione di lavorare da casa,
ma sono una minoranza. Si sta in sostanza creando una discriminazione tra
lavoratori che stanno al front-office e quelli nelle retrovie”. Per questo, i
firmatari dell’appello, chiedono all’esecutivo di Giuseppe Conte di cessare le mezze misure e varare un decreto che imponga lo stop di ogni
attività anche ai privati. Una specie di ibernazione del Paese. Per
non subire conseguenze troppo negative nel prossimo futuro, il tessuto
lavorativo dovrà però rimboccarsi le maniche e lavorare in agosto, mese tradizionalmente deputato alla pausa
estiva.
“Il panico – si legge – sta montando e bisognerebbe contrastarlo
immediatamente senza dividere il mondo del lavoro, e facendo scelte radicali
per fermare il contagio. Insomma, se si vuole veramente porre un freno al
diffondersi del virus bisogna prendere una decisione conseguenziale: andiamo
tutti in ferie obbligatoriamente per 15 giorni, come fossimo nel mese di
agosto”.
Questi giorni di lavoro “persi” potranno essere
recuperati parzialmente in seguito, riducendo vacanze estive e natalizie.
In altri termini, cambiando il calendario annuale dei giorni festivi e
delle ferie". "Il governo dia un sostegno economico a chi non può
fare a meno di lavorare e dia una seria ricompensa a quei lavoratori che
dovranno continuare ad operare nei servizi essenziali, a partire dal comparto sanitario.
Per le imprese è ugualmente urgente bloccare mutui, fidi e presti bancari, con
una moratoria di almeno un mese, salvo proroghe. Il governo italiano
porti questa istanza a livello della Ue e tutta la popolazione europea gli sarà
riconoscente. Manteniamo i servizi essenziali, ma tutto il resto si prenda una
pausa. Ferie subito.
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