martedì 31 marzo 2020

Coronavirus, Annie Ernaux contro Macron: “Hai tagliato la sanità e adesso parli di guerra”



L'autrice de "Gli anni" e "Il posto", Annie Ernaux, una delle voci letterarie più profonde e amate del nostro presente, scrive una lettera al presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron per rilanciare nel campo presidenziale tutta la retorica, l'uso improprio del linguaggio bellico e persino la fallacia logica delle contraddizioni politiche dei suoi recenti discorsi alla nazione, nonché per le politiche messe in campo durante l'emergenza sanitaria da coronavirus. Cita la censura di cui fu vittima il grande Boris Vian non per farsi schermo ma per scegliere la parte di campo in cui stare, e lo fa a modo suo. Non è un caso che la scrittrice francese sia così amata dai lettori di tutto il mondo.

Innanzitutto, la citazione di Vian: "Ti scrivo una lettera / Che potresti leggere / Se hai tempo. Per te che sei appassionato di letteratura, questa introduzione probabilmente significa qualcosa. È l'inizio della canzone The Deserter di Boris Vian, scritta nel 1954, tra la guerra dell'Indocina e la guerra algerina. Oggi, qualunque cosa tu dica, non siamo in guerra, il nemico qui non è umano, non è il nostro prossimo, non ha né pensato né voglia di fare del male, ignora i confini e le differenze sociali, si riproduce alla cieca saltando da un individuo all'altro. Le armi, poiché tieni a questo lessico bellico, sono i letti degli ospedali, i respiratori, le maschere e i test, ovvero il numero di medici, scienziati, operatori sanitari. Tuttavia, da quando guidi la Francia, sei rimasto sordo alle grida di allarme del mondo della salute".

Un atto di accusa potente contro quelle politica, come nel caso delle politiche messe in campo dai governi voluti dal presidente Emmanuel Macron, che non si ferma ai tagli, ma alla concezione del potere, della visione di società del presidente francese: "Hai preferito ascoltare coloro che sostengono il disimpegno dello Stato, sostenendo l'ottimizzazione delle risorse, la regolazione dei flussi, tutto questo gergo tecnocratico privo di carne".

Perché a sostenere lo stato francese, in questo momento, ci sono "i servizi pubblici che, per la maggior parte, assicurano il funzionamento del Paese: ospedali, istruzione nazionale e le sue migliaia di insegnanti, insegnanti che sono così mal pagati, EDF, l'ufficio postale, la metropolitana e il SNCF. E quelli che, una volta, hai detto che non erano niente, ora sono tutto, quelli che continuano a svuotare la spazzatura, a digitare i prodotti nelle casse, a consegnare le pizze, a garantire questa vita essenziale come la vita intellettuale e materiale."

Una lunga disamina di quelli che sono gli invisibili dei nostri tempi, in epoca da coronavirus: "Sappi, signor Presidente, che non lasceremo più rubare la nostra vita". Ecco il testo integrale, in (francese), della lettera di Ernaux…


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