NOVE TESI E UNA TRACCIA PER UN ORIENTAMENTO NONVIOLENTO DURANTE E CONTRO
L'EPIDEMIA IN CORSO
"Todo desparecio': cambio' la suerte
voces alegres en silencio mudo:
mas aun el tiempo da en estos despojos
espectaculos fieros a los ojos:
y miran tan confusos lo presente,
que voces de dolor el alma siente"
(Rodrigo Caro, Cancion a las ruinas de Italica, vv. 29-34)
1. Disinquinare il linguaggio
Dinanzi a questioni complesse occorre ragionare, non ripetere meccanicamente motti insensati.
Chi continua a vociferare che "siamo in guerra" e che "andra' tutto bene" con le sue parole rivela solo di essere un fascista ed un irresponsabile, ovvero una vittima della violenza e della stupidita' dei potenti.
Non siamo in guerra, ed anzi siamo di fronte a una tragedia che richiede all'umanita' di cessare tutte le guerre e di unirsi in un impegno comune per il bene comune, che richiede all'umanita' la scelta dell'universale fraternita' e sorororita': la scelta nitida e intransigente, concreta e coerente, della nonviolenza accudente e liberatrice.
E non andra' tutto bene se non vi sara' l'impegno persuaso ed attivo di ogni persona, di ogni cellula sociale, di ogni struttura civile e di ogni istituzione democratica a fare al meglio quanto possibile e necessario secondo scienza e coscienza: a contrastare tutte le morti e tutte le iniquita', a prendersi cura di ogni persona e dell'intero mondo vivente, unica casa comune che abbiamo.
Abbandonare il linguaggio bellico e' uscire dall'ideologia della violenza, e' iniziare a pensare e praticare la condivisione del bene e dei beni, la responsabilita' nella verita', la pace con mezzi di pace, il diritto come riconoscimento di dignita' ed eliminazione degli abusi, la solidarieta' come liberazione comune dall'oppressione e come convivenza di tutte e tutti nel riconoscimento dell'eguaglianza di diritti e della preziosa diversita' di ogni persona.
Abbandonare la falsa consolazione delle ingenue illusioni e' uscire dalla subalternita' al disordine costituito ed assumere nelle proprie mani il compito di inverare l'umanita' dell'umanita'.
Dire la verita'.
Negare il consenso alla menzogna e all'abuso.
Opporsi a tutti i poteri oppressori.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
*
2. Le tre verita' del coronavirus
Ernesto Balducci ci richiamo' una volta a riconoscere "le tre verita' di Hiroshima": che l'umanita' e' ormai unificata in un unico destino di vita e di morte, che il dovere di fare la pace e l'istinto di conservazione ormai coincidono, che la guerra e' uscita per sempre dalla sfera della razionalita'.
La vicenda del coronavirus conferma e rimodula quelle tre verita'.
In primo luogo ci richiama alla fragilita' costitutiva di ogni sistema vivente, di ogni essere vivente, e quindi di ogni essere umano. Da questo riconoscimento della nostra fragilita' costitutiva discende il primo valore morale e civile: il dovere della comune solidarieta', il compito di prendersi cura di chi ha bisogno di aiuto, riconoscere ed inverare il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
In secondo luogo ci richiama alla fragilita' costitutiva di ogni struttura sociale, di ogni costruzione culturale, di ogni assetto istituzionale. La civile convivenza, il morale condursi, la democrazia come metodo e come sistema, il nesso tra giustizia e liberta', sono impegno diuturno che richiede vigilanza critica, comprensione e cura reciproca, generosa disposizione a privilegiare il bene comune anziche' l'appropriazione privata e l'esaurimento delle risorse - quelle naturali, ma anche quelle culturali, storiche, civili - necessarie a tutte e tutti la cui preservazione e riproduzione sociale e' il fondamento stesso della vita dell'umanita'.
In terzo luogo ci richiama alla fragilita' costitutiva del mondo vivente: da decenni ormai l'umanita' sa che puo' distruggere se stessa e desertificare irreversibilmente questo che a nostra conoscenza e' l'unico mondo vivente. Che questo crimine non sia mai compiuto.
Ci convoca quindi a cogliere il nesso che lega insieme in un unico nodo guerre e fame, armamenti e carestie, dittature e migrazioni, razzismo e schiavitu', sfruttamento dell'uomo sull'uomo e distruzione della natura, consumismo sfrenato e disastro climatico.
Ci convoca a contrastare non solo un modello di sviluppo insostenibile per l'umanita' e per la biosfera, non solo un modo di produzione iniquo e onnidistruttivo, ma anche il consumismo illimitato delle classi proprietarie e l'accecamento e le mutilazioni che esso impone, ma anche l'alienazione e la furia della societa' dello spettacolo, ma anche l'ideologia e le prassi della falsa coscienza e dell'universale mercificazione.
In breve: come ogni evento disvelatore, come ogni grande tragedia - momento di lutto e di decisione, apokalipsis e kairos -, l'attuale frangente ci convoca a una scelta, a una conversione, a una metanoia: ci convoca alla scelta della nonviolenza.
*
3. Economia ed ecologia, chiudere il cerchio
Da insieme di regole per la gestione della casa l'economia nel corso della storia si e' fatta scienza del sistematico sfruttamento dell'uomo sull'uomo e della crescente ed illimitata rapina e devastazione di una natura invece limitata ed esauribile; dire capitalismo e' dire universale asservimento, progressiva ed irreversibile distruzione della biosfera e con essa dell'umanita' intera. Al totalitarismo intrinseco ed onnidivoratore del capitale astratto occorre opporre la gestione socialista della produzione e della riproduzione sociale, del rapporto tra umanita' e natura, custodendo le fonti della vita, condividendo le risorse necessarie, garantendo ad ogni persona la soddisfazione dei suoi bisogni e ad ogni persona chiedendo di contribuire al bene comune secondo le sue capacita'.
Economia deve divenire norma di tutela della casa comune che e' il mondo che abitiamo, e di gestione, preservazione e riproduzione della vita, e per questo deve essere illuminata dall'ecologia, come scienza e sapienza dei limiti e del valore della casa comune, il mondo vivente di cui l'umanita' e' parte e custode.
Usare dei concetti di giustizia sociale ed ecologica, di capacita' di carico e di impronta ecologica, per ridefinire cio' che si puo' fare e cio' che non si puo' fare; abolire alcuni consumi, ridurne drasticamente altri, ricostruire la convivialita' su basi di uguaglianza di diritti e dignita' e di universale accudimento.
*
4. Sapere e sapienza, techne e psiche
Molto ha da farsi perdonare la scienza che si e' prostituita alla violenza, ha approntato risorse alla violenza, ha costruito ideologie e prassi di violenza, ha "naturalizzato" la violenza dei potenti contro l'umanita' facendosi merce e strumento di oppressione.
Nulla e' neutrale, nemmeno la scienza, e meno che mai la tecnologia. Ma la scienza e' anche un bene e un valore: interrogarsi e cercare, comprendere e comunicare, discutere e condividere, sperimentare e criticare, tramandare ed estendere le conoscenze, tutto cio' costituisce il primo passo dell'ominizzazione e il primo impegno della civilta'; e tecnica puo' essere realizzare cio' che e' utile a tutte e tutti, cio' che e' buono per la vita.
Quando diciamo "in scienza e coscienza" questo intendiamo: che il sapere va unito alla sapienza, che e' altro nome della saggezza, della generosita', dell'universale riconoscimento e riconoscenza, dell'universale benevolenza.
*
5. Morale e politica. Da Machiavelli al principio responsabilita'
Dinanzi a questioni complesse occorre ragionare, non ripetere meccanicamente motti insensati.
Chi continua a vociferare che "siamo in guerra" e che "andra' tutto bene" con le sue parole rivela solo di essere un fascista ed un irresponsabile, ovvero una vittima della violenza e della stupidita' dei potenti.
Non siamo in guerra, ed anzi siamo di fronte a una tragedia che richiede all'umanita' di cessare tutte le guerre e di unirsi in un impegno comune per il bene comune, che richiede all'umanita' la scelta dell'universale fraternita' e sorororita': la scelta nitida e intransigente, concreta e coerente, della nonviolenza accudente e liberatrice.
E non andra' tutto bene se non vi sara' l'impegno persuaso ed attivo di ogni persona, di ogni cellula sociale, di ogni struttura civile e di ogni istituzione democratica a fare al meglio quanto possibile e necessario secondo scienza e coscienza: a contrastare tutte le morti e tutte le iniquita', a prendersi cura di ogni persona e dell'intero mondo vivente, unica casa comune che abbiamo.
Abbandonare il linguaggio bellico e' uscire dall'ideologia della violenza, e' iniziare a pensare e praticare la condivisione del bene e dei beni, la responsabilita' nella verita', la pace con mezzi di pace, il diritto come riconoscimento di dignita' ed eliminazione degli abusi, la solidarieta' come liberazione comune dall'oppressione e come convivenza di tutte e tutti nel riconoscimento dell'eguaglianza di diritti e della preziosa diversita' di ogni persona.
Abbandonare la falsa consolazione delle ingenue illusioni e' uscire dalla subalternita' al disordine costituito ed assumere nelle proprie mani il compito di inverare l'umanita' dell'umanita'.
Dire la verita'.
Negare il consenso alla menzogna e all'abuso.
Opporsi a tutti i poteri oppressori.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
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2. Le tre verita' del coronavirus
Ernesto Balducci ci richiamo' una volta a riconoscere "le tre verita' di Hiroshima": che l'umanita' e' ormai unificata in un unico destino di vita e di morte, che il dovere di fare la pace e l'istinto di conservazione ormai coincidono, che la guerra e' uscita per sempre dalla sfera della razionalita'.
La vicenda del coronavirus conferma e rimodula quelle tre verita'.
In primo luogo ci richiama alla fragilita' costitutiva di ogni sistema vivente, di ogni essere vivente, e quindi di ogni essere umano. Da questo riconoscimento della nostra fragilita' costitutiva discende il primo valore morale e civile: il dovere della comune solidarieta', il compito di prendersi cura di chi ha bisogno di aiuto, riconoscere ed inverare il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
In secondo luogo ci richiama alla fragilita' costitutiva di ogni struttura sociale, di ogni costruzione culturale, di ogni assetto istituzionale. La civile convivenza, il morale condursi, la democrazia come metodo e come sistema, il nesso tra giustizia e liberta', sono impegno diuturno che richiede vigilanza critica, comprensione e cura reciproca, generosa disposizione a privilegiare il bene comune anziche' l'appropriazione privata e l'esaurimento delle risorse - quelle naturali, ma anche quelle culturali, storiche, civili - necessarie a tutte e tutti la cui preservazione e riproduzione sociale e' il fondamento stesso della vita dell'umanita'.
In terzo luogo ci richiama alla fragilita' costitutiva del mondo vivente: da decenni ormai l'umanita' sa che puo' distruggere se stessa e desertificare irreversibilmente questo che a nostra conoscenza e' l'unico mondo vivente. Che questo crimine non sia mai compiuto.
Ci convoca quindi a cogliere il nesso che lega insieme in un unico nodo guerre e fame, armamenti e carestie, dittature e migrazioni, razzismo e schiavitu', sfruttamento dell'uomo sull'uomo e distruzione della natura, consumismo sfrenato e disastro climatico.
Ci convoca a contrastare non solo un modello di sviluppo insostenibile per l'umanita' e per la biosfera, non solo un modo di produzione iniquo e onnidistruttivo, ma anche il consumismo illimitato delle classi proprietarie e l'accecamento e le mutilazioni che esso impone, ma anche l'alienazione e la furia della societa' dello spettacolo, ma anche l'ideologia e le prassi della falsa coscienza e dell'universale mercificazione.
In breve: come ogni evento disvelatore, come ogni grande tragedia - momento di lutto e di decisione, apokalipsis e kairos -, l'attuale frangente ci convoca a una scelta, a una conversione, a una metanoia: ci convoca alla scelta della nonviolenza.
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3. Economia ed ecologia, chiudere il cerchio
Da insieme di regole per la gestione della casa l'economia nel corso della storia si e' fatta scienza del sistematico sfruttamento dell'uomo sull'uomo e della crescente ed illimitata rapina e devastazione di una natura invece limitata ed esauribile; dire capitalismo e' dire universale asservimento, progressiva ed irreversibile distruzione della biosfera e con essa dell'umanita' intera. Al totalitarismo intrinseco ed onnidivoratore del capitale astratto occorre opporre la gestione socialista della produzione e della riproduzione sociale, del rapporto tra umanita' e natura, custodendo le fonti della vita, condividendo le risorse necessarie, garantendo ad ogni persona la soddisfazione dei suoi bisogni e ad ogni persona chiedendo di contribuire al bene comune secondo le sue capacita'.
Economia deve divenire norma di tutela della casa comune che e' il mondo che abitiamo, e di gestione, preservazione e riproduzione della vita, e per questo deve essere illuminata dall'ecologia, come scienza e sapienza dei limiti e del valore della casa comune, il mondo vivente di cui l'umanita' e' parte e custode.
Usare dei concetti di giustizia sociale ed ecologica, di capacita' di carico e di impronta ecologica, per ridefinire cio' che si puo' fare e cio' che non si puo' fare; abolire alcuni consumi, ridurne drasticamente altri, ricostruire la convivialita' su basi di uguaglianza di diritti e dignita' e di universale accudimento.
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4. Sapere e sapienza, techne e psiche
Molto ha da farsi perdonare la scienza che si e' prostituita alla violenza, ha approntato risorse alla violenza, ha costruito ideologie e prassi di violenza, ha "naturalizzato" la violenza dei potenti contro l'umanita' facendosi merce e strumento di oppressione.
Nulla e' neutrale, nemmeno la scienza, e meno che mai la tecnologia. Ma la scienza e' anche un bene e un valore: interrogarsi e cercare, comprendere e comunicare, discutere e condividere, sperimentare e criticare, tramandare ed estendere le conoscenze, tutto cio' costituisce il primo passo dell'ominizzazione e il primo impegno della civilta'; e tecnica puo' essere realizzare cio' che e' utile a tutte e tutti, cio' che e' buono per la vita.
Quando diciamo "in scienza e coscienza" questo intendiamo: che il sapere va unito alla sapienza, che e' altro nome della saggezza, della generosita', dell'universale riconoscimento e riconoscenza, dell'universale benevolenza.
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5. Morale e politica. Da Machiavelli al principio responsabilita'
Non tutto cio' che si puo' fare va fatto. Non tutto cio' che e' reale e'
razionale. Non tutto cio' che e' vero e' giusto.
Quello tra morale e politica e' un altro cerchio da chiudere. Machiavelli ci ha rivelato la verita' effettuale dell'agire dei potenti, occorre che alla violenza dei potenti il movimento delle oppresse e degli oppressi opponga la sua verita' - la verita' di cui solo le vittime sono portatrici - e la sua lotta, la lotta per l'universale liberazione, che coincide con l'impegno per il bene comune dell'umanita'; la lotta nonviolenta per l'estinzione di ogni violenza; la lotta nonviolenta che invera la democrazia che e' insieme conflittuale e cooperativa; la lotta nonviolenta che pratica la coerenza tra i mezzi e i fini.
Etica e politica devono ormai ricongiungersi.
*
6. Contro la solitudine
Convocano alla nonviolenza le catastrofi. Chiamano ogni persona di volonta' buona ad un'assunzione di responsabilita'.
Alla decisione di non abbandonare nessuno alla solitudine, alla paura, al dolore e alla morte.
Alla decisione di fare la politica dell'umanita'.
E quindi alla decisione di opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni.
Alla decisione di lottare in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa dell'intero mondo vivente unica casa comune dell'umanita' intera.
*
7. L'ora della nonviolenza. L'antibarbarie
Alla barbarie dei poteri dominanti opponiamo la scelta della nonviolenza che convoca al primo dovere: rispettare e salvare tutte le vite.
Alla violenza dei poteri dominanti opponiamo la scelta della nonviolenza che convoca al primo dovere: rispettare e salvare tutte le vite.
Alla stoltezza ed all'irresponsabilita' dei poteri dominanti opponiamo la scelta della nonviolenza che convoca al primo dovere: rispettare e salvare tutte le vite.
*
8. Che fare
Salvare le vite, prendersi cura del mondo, opporsi a tutte le violenze, porsi dalla parte delle vittime, essere responsabili per ogni altra, per ogni altro (poiche' l'altro di ogni altro sei tu, e la regola aurea della morale e': agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te).
E' la lezione del femminismo, che e' il massimo inveramento storico e la corrente calda della lotta nonviolenta per la liberazione e la salvezza dell'umanita'.
E' la lezione dell'ecologia, che e' la nonviolenza nella relazione non solo tra persona e persona ma anche tra umanita' e mondo vivente.
E' la storia e il messaggio del movimento di liberazione delle oppresse e degli oppressi, del movimento socialista e libertario, che nella sua teoria e nella sua prassi afferma il nesso inscindibile tra liberta', eguaglianza e solidarieta', ovvero la responsabilita' che ogni essere umano riconosce e raggiunge, la condivisione del bene e dei beni, l'inveramento della civilta' nella misericordia, il riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.
*
9. In pratica, qui e adesso
Ragionare con la propria testa e praticare la virtu' dell'attenzione e della benevolenza.
Il primo dovere e' salvare le vite, e quindi prendersi cura in primo luogo delle vite delle persone piu' in pericolo.
E quindi:
a) seguire le regole di condotta personale che ragionevolmente contrastano nel modo piu' efficace il diffondersi del contagio; ed approntare gli interventi sociali e legislativi affinche' tutte le persone possano farlo, e nessuna persona sia esposta al contagio perche' priva di alloggio, di cibo e degli altri beni essenziali per la vita.
b) al livello della produzione e riproduzione sociale, delle decisioni collettive, dei pubblici servizi, delle istituzioni democratiche: approntare tutti gli interventi che garantiscano la vita delle persone, l'assistenza e le cure necessarie a chi ne ha bisogno, il mantenimento dei diritti umani e dello stato di diritto cosi' come sanciti dalla Costituzione della repubblica.
c) non delegare la riflessione e le scelte ai potenti e agli "esperti" del principe, ogni essere umano e' un essere pensante, ogni essere umano ha una intelligenza, una coscienza e una responsabilita'.
d) pensare seriamente i propri pensieri, ascoltare con attenzione e vagliare criticamente le informazioni e le opinioni altri, dire la verita'.
e) e quindi anche preparare fin d'ora un'alternativa democratica, antifascista, nonviolenta al peggior parlamento nella storia della repubblica e ad un governo che per meta' e' composto da meta' del governo precedente, quello scellerato che nel 2018-2019 impose mostruose antileggi razziste e commise abominevoli crimini contro l'umanita'. Si torni al piu' presto alla legalita' costituzionale. Si torni al piu' presto alla democrazia e alla civilta'. E quindi preparare fin d'ora una coalizione antifascista e nonviolenta (le due parole sono in realta' sinonime, ma e' meglio esplicitarlo) che con un programma ecologista, femminista, socialista e libertario si proponga l'obiettivo di ripristinare la piena vigenza della Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista, la piena attuazione del suo dettato, del suo spirito, del suo programma.
f) praticare la solidarieta': chi ha qualche risorsa la condivida; chi sa qualcosa di utile la dica; chi puo' fare qualcosa di buono lo faccia. Chi salva una vita salva il mondo.
*
10. Alcune letture, in guisa di postilla
Cio che e' proprio dell'umanita' e' l'uso del linguaggio, e cio' che resta del linguaggio e' la scrittura. Per questo occorre leggere i libri. Senza i libri non vi e' memoria, senza memoria il sapere muore e l'umanita' si disumanizza. Occorre leggere i libri per conoscere e interpretare, per comprendere e valutare, per sapere di piu' e per ragionare meglio.
E tra i libri che possono essere piu' utili: Guenther Anders, L'uomo e' antiquato; Hannah Arendt, Vita activa; Albert Camus, la peste; Ivan Illich, La convivialita'; Hans Jonas, Il principio responsabilita'; Vandana Shiva, Il bene comune della Terra; Susan Sontag, Malattia come metafora e Dinanzi al dolore degli altri; Simone Weil, La prima radice; Virginia Woolf, Le tre ghinee.
Ma anche: Lucrezio e Leopardi, Diderot, i Manoscritti economico-filosofici del 1844, gli scritti e le lettere di Rosa Luxemburg, Ernst Bloch ed Herbert Marcuse, e necessariamente: I sommersi e i salvati e tutte le altre opere di Primo Levi, Arcipelago Gulag e i Racconti della Kolyma, Omaggio alla Catalogna e le Memorie di un rivoluzionario, Vita e destino, e i libri di Nuto Revelli, e tutte le opere di Franca e Franco Basaglia, i seminari di Foucault, i molti scritti di Luce Fabbri ancora da tradurre in italiano.
Ed ancora, sul nostro esistere e consistere: tutte le tragedie greche, Don Chisciotte, Il nipote di Rameau, Bartleby lo scrivano, Dostoevskij e Tolstoj, Kafka.
Ed anche almeno l'antologia a cura di Adriana Cavarero e Franco Restaino sulle filosofie femministe, e il libro di Wanda Tommasi su I filosofi e le donne.
Tra i grandi programmi politici di emancipazione dell'umanita': il discorso della montagna, le molte decisive pagine contro la guerra di Erasmo, La ginestra, il Manifesto del partito comunista, Le tre ghinee, Il secondo sesso, il libro di Giuliano Pontara su Gandhi e tutti quelli di Vandana Shiva.
E vorremmo ancora aggiungere alcuni libri di Giulio A. Maccacaro, di Norberto Bobbio, di Pietro Ingrao, di Luigi Ferrajoli; di Simone de Beauvoir, di Laura Conti, di Carla Ravaioli, di Luce Irigaray. Ma fermiamoci qui.
E infine un solo libro che li riassume tutti: Gli ultimi giorni dell'umanita' di Karl Kraus. Che ci parla non solo della prima guerra mondiale, ma del nostro presente e del nostro futuro, dell'orrore del mondo e della follia di cui siamo vittime, e ci convoca ai nostri doveri.
Ma tutti i grandi libri sono utili, sapendo che nessuno ha tutta la verita' ma tutti ne recano una parte, e che quella parte gia' dischiude il cammino al vero, al giusto, al bene.
Salvare le vite e' il primo dovere. Chi salva una vita salva il mondo.
Sii tu l'umanita'come dovrebbe essere. Sii tu la nonviolenza in cammino.
Quello tra morale e politica e' un altro cerchio da chiudere. Machiavelli ci ha rivelato la verita' effettuale dell'agire dei potenti, occorre che alla violenza dei potenti il movimento delle oppresse e degli oppressi opponga la sua verita' - la verita' di cui solo le vittime sono portatrici - e la sua lotta, la lotta per l'universale liberazione, che coincide con l'impegno per il bene comune dell'umanita'; la lotta nonviolenta per l'estinzione di ogni violenza; la lotta nonviolenta che invera la democrazia che e' insieme conflittuale e cooperativa; la lotta nonviolenta che pratica la coerenza tra i mezzi e i fini.
Etica e politica devono ormai ricongiungersi.
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6. Contro la solitudine
Convocano alla nonviolenza le catastrofi. Chiamano ogni persona di volonta' buona ad un'assunzione di responsabilita'.
Alla decisione di non abbandonare nessuno alla solitudine, alla paura, al dolore e alla morte.
Alla decisione di fare la politica dell'umanita'.
E quindi alla decisione di opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni.
Alla decisione di lottare in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa dell'intero mondo vivente unica casa comune dell'umanita' intera.
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7. L'ora della nonviolenza. L'antibarbarie
Alla barbarie dei poteri dominanti opponiamo la scelta della nonviolenza che convoca al primo dovere: rispettare e salvare tutte le vite.
Alla violenza dei poteri dominanti opponiamo la scelta della nonviolenza che convoca al primo dovere: rispettare e salvare tutte le vite.
Alla stoltezza ed all'irresponsabilita' dei poteri dominanti opponiamo la scelta della nonviolenza che convoca al primo dovere: rispettare e salvare tutte le vite.
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8. Che fare
Salvare le vite, prendersi cura del mondo, opporsi a tutte le violenze, porsi dalla parte delle vittime, essere responsabili per ogni altra, per ogni altro (poiche' l'altro di ogni altro sei tu, e la regola aurea della morale e': agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te).
E' la lezione del femminismo, che e' il massimo inveramento storico e la corrente calda della lotta nonviolenta per la liberazione e la salvezza dell'umanita'.
E' la lezione dell'ecologia, che e' la nonviolenza nella relazione non solo tra persona e persona ma anche tra umanita' e mondo vivente.
E' la storia e il messaggio del movimento di liberazione delle oppresse e degli oppressi, del movimento socialista e libertario, che nella sua teoria e nella sua prassi afferma il nesso inscindibile tra liberta', eguaglianza e solidarieta', ovvero la responsabilita' che ogni essere umano riconosce e raggiunge, la condivisione del bene e dei beni, l'inveramento della civilta' nella misericordia, il riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.
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9. In pratica, qui e adesso
Ragionare con la propria testa e praticare la virtu' dell'attenzione e della benevolenza.
Il primo dovere e' salvare le vite, e quindi prendersi cura in primo luogo delle vite delle persone piu' in pericolo.
E quindi:
a) seguire le regole di condotta personale che ragionevolmente contrastano nel modo piu' efficace il diffondersi del contagio; ed approntare gli interventi sociali e legislativi affinche' tutte le persone possano farlo, e nessuna persona sia esposta al contagio perche' priva di alloggio, di cibo e degli altri beni essenziali per la vita.
b) al livello della produzione e riproduzione sociale, delle decisioni collettive, dei pubblici servizi, delle istituzioni democratiche: approntare tutti gli interventi che garantiscano la vita delle persone, l'assistenza e le cure necessarie a chi ne ha bisogno, il mantenimento dei diritti umani e dello stato di diritto cosi' come sanciti dalla Costituzione della repubblica.
c) non delegare la riflessione e le scelte ai potenti e agli "esperti" del principe, ogni essere umano e' un essere pensante, ogni essere umano ha una intelligenza, una coscienza e una responsabilita'.
d) pensare seriamente i propri pensieri, ascoltare con attenzione e vagliare criticamente le informazioni e le opinioni altri, dire la verita'.
e) e quindi anche preparare fin d'ora un'alternativa democratica, antifascista, nonviolenta al peggior parlamento nella storia della repubblica e ad un governo che per meta' e' composto da meta' del governo precedente, quello scellerato che nel 2018-2019 impose mostruose antileggi razziste e commise abominevoli crimini contro l'umanita'. Si torni al piu' presto alla legalita' costituzionale. Si torni al piu' presto alla democrazia e alla civilta'. E quindi preparare fin d'ora una coalizione antifascista e nonviolenta (le due parole sono in realta' sinonime, ma e' meglio esplicitarlo) che con un programma ecologista, femminista, socialista e libertario si proponga l'obiettivo di ripristinare la piena vigenza della Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista, la piena attuazione del suo dettato, del suo spirito, del suo programma.
f) praticare la solidarieta': chi ha qualche risorsa la condivida; chi sa qualcosa di utile la dica; chi puo' fare qualcosa di buono lo faccia. Chi salva una vita salva il mondo.
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10. Alcune letture, in guisa di postilla
Cio che e' proprio dell'umanita' e' l'uso del linguaggio, e cio' che resta del linguaggio e' la scrittura. Per questo occorre leggere i libri. Senza i libri non vi e' memoria, senza memoria il sapere muore e l'umanita' si disumanizza. Occorre leggere i libri per conoscere e interpretare, per comprendere e valutare, per sapere di piu' e per ragionare meglio.
E tra i libri che possono essere piu' utili: Guenther Anders, L'uomo e' antiquato; Hannah Arendt, Vita activa; Albert Camus, la peste; Ivan Illich, La convivialita'; Hans Jonas, Il principio responsabilita'; Vandana Shiva, Il bene comune della Terra; Susan Sontag, Malattia come metafora e Dinanzi al dolore degli altri; Simone Weil, La prima radice; Virginia Woolf, Le tre ghinee.
Ma anche: Lucrezio e Leopardi, Diderot, i Manoscritti economico-filosofici del 1844, gli scritti e le lettere di Rosa Luxemburg, Ernst Bloch ed Herbert Marcuse, e necessariamente: I sommersi e i salvati e tutte le altre opere di Primo Levi, Arcipelago Gulag e i Racconti della Kolyma, Omaggio alla Catalogna e le Memorie di un rivoluzionario, Vita e destino, e i libri di Nuto Revelli, e tutte le opere di Franca e Franco Basaglia, i seminari di Foucault, i molti scritti di Luce Fabbri ancora da tradurre in italiano.
Ed ancora, sul nostro esistere e consistere: tutte le tragedie greche, Don Chisciotte, Il nipote di Rameau, Bartleby lo scrivano, Dostoevskij e Tolstoj, Kafka.
Ed anche almeno l'antologia a cura di Adriana Cavarero e Franco Restaino sulle filosofie femministe, e il libro di Wanda Tommasi su I filosofi e le donne.
Tra i grandi programmi politici di emancipazione dell'umanita': il discorso della montagna, le molte decisive pagine contro la guerra di Erasmo, La ginestra, il Manifesto del partito comunista, Le tre ghinee, Il secondo sesso, il libro di Giuliano Pontara su Gandhi e tutti quelli di Vandana Shiva.
E vorremmo ancora aggiungere alcuni libri di Giulio A. Maccacaro, di Norberto Bobbio, di Pietro Ingrao, di Luigi Ferrajoli; di Simone de Beauvoir, di Laura Conti, di Carla Ravaioli, di Luce Irigaray. Ma fermiamoci qui.
E infine un solo libro che li riassume tutti: Gli ultimi giorni dell'umanita' di Karl Kraus. Che ci parla non solo della prima guerra mondiale, ma del nostro presente e del nostro futuro, dell'orrore del mondo e della follia di cui siamo vittime, e ci convoca ai nostri doveri.
Ma tutti i grandi libri sono utili, sapendo che nessuno ha tutta la verita' ma tutti ne recano una parte, e che quella parte gia' dischiude il cammino al vero, al giusto, al bene.
Salvare le vite e' il primo dovere. Chi salva una vita salva il mondo.
Sii tu l'umanita'come dovrebbe essere. Sii tu la nonviolenza in cammino.
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti
umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
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DA VICINO E DA LONTANO".
UN APPELLO ALLE PERSONE DI VOLONTA' BUONA
"Allora i passi saranno contati
da vicino e da lontano;
allora questa vita sara' raccontata
come il sogno di sempre"
(Hannah Arendt)
Scriviamo questa lettera alle persone di volonta' buona, ai
movimenti della societa' civile ed alle istituzioni democratiche nel mezzo
della "settimana d'azione contro il razzismo" ufficialmente promossa
da un organo dello stesso governo italiano (l'Unar, l'Ufficio nazionale
antidiscriminazioni razziali, che e' articolazione di un ministero).
*
Scriviamo questa lettera per chiedervi di scrivere una lettera alla Ministra dell'Interno - e tramite essa all'intero governo - affinche' il governo prenda tre decisioni necessarie ed urgenti.
La prima: includere - e con assoluta priorita' - tra i destinatari degli aiuti che le istituzioni stanno approntando in questa acuta emergenza le persone che di aiuto hanno piu' necessita', per le quali riconoscimento, rispetto, assistenza sociale e materiali provvidenze in questa drammatica situazione possono fare la differenza tra la vita e la morte: le persone piu' povere, piu' sfruttate, piu' oppresse, piu' emarginate, piu' rapinate da un'organizzazione sociale iniqua; le persone che non hanno un lavoro, che non hanno una casa, che non hanno in concreto una protezione sociale reale; le persone che subiscono condizioni di concreto abuso, di effettuale schiavitu', di privazione dei diritti fondamentali, di vero e proprio apartheid; le persone piu' fragili e piu' bisognose di aiuto; le persone piu' sole e piu' spaventate; le vittime contro cui da anni politicanti irresponsabili e razzisti, imprenditori schiavisti e poteri mafiosi hanno scatenato la piu' brutale, scellerata violenza.
La seconda: abrogare immediatamente le mostruose misure razziste contenute nei due abominevoli "decreti sicurezza della razza" imposti dal folle feroce governo che nel 2018-2019 ha fatto strame della Costituzione della Repubblica italiana, del diritto internazionale e dello stesso senso di umanita', giungendo all'abominio di cercar di impedire che i naufraghi in pericolo di morte in mare venissero soccorsi e recati in salvo nel nostro paese.
La terza: decidere finalmente di far cessare il regime di vero e proprio apartheid che nega ad oltre cinque milioni di persone che in Italia vivono ed arricchiscono materialmente, culturalmente e valorialmente il nostro paese con il loro lavoro e la loro presenza, pienezza di diritti sociali, civili, politici: il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto": e' tempo che questo principio valga anche per tutte le persone che vivono in Italia.
*
Come tutte le catastrofi la tragedia dell'epidemia di Coronavirus disvela ineludibili verita': che siamo un'unica umana famiglia in un unico mondo vivente di cui siamo insieme parte e custodi; che norma dell'umanita' e' il prestarsi reciproco aiuto; che siamo esseri fragili e perituri, come fragile e perituro e' il mondo vivente, la biosfera; che umanita' significa non solo l'insieme degli esseri umani, ma il loro agire umanamente gli uni verso gli altri, applicando la "regola aurea" attestata da tutte le grandi tradizioni culturali: "agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te"; che occorre - come scrisse memorabilmente don Milani - che ogni persona si senta responsabile di tutto.
L'epidemia in corso ci convoca alla responsabilita', alla solidarieta', alla misericordia, alla condivisione del bene e dei beni: ci convoca a una condotta morale e civile coerente con i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica italiana, una condotta morale e civile che inveri i valori supremi e il nitido dettato del fondamento del nostro ordinamento giuridico democratico.
Dovessero essere per alcuni di noi gli ultimi giorni della propria esistenza, ebbene, che le ultime nostre parole ed azioni siano veritiere, giuste, intese al recare soccorso a chi di soccorso ha bisogno, intese al bene comune dell'umanita'.
*
Pertanto vi proponiamo di voler scrivere alla Ministra dell'Interno, e tramite essa all'intero Consiglio dei Ministri, una lettera del seguente tenore:
Gentilissima Ministra dell'Interno,
vorremmo sollecitare tramite lei il governo ad adottare con la massima tempestivita' le seguenti misure:
a) garantire immediati aiuti in primo luogo alle persone che piu' ne hanno urgente bisogno, e che invece vengono sovente scandalosamente dimenticate perche' emarginate ed abbandonate alla violenza, al dolore e alla morte, quando non addirittura perseguitate;
b) abrogare immediatamente le scellerate misure razziste contenute nei due cosiddetti "decreti sicurezza della razza" imposti dal precedente governo nel 2018-2019, scellerate misure razziste che violano i diritti umani e mettono in ancor piu' grave pericolo la vita di tanti esseri umani;
c) riconoscere a tutte le persone che vivono in Italia tutti i diritti che ad esse in quanto esseri umani sono inerenti, facendo cessare un effettuale regime di apartheid che confligge con il rispetto dei diritti umani, con la democrazia, con i principi fondamentali e i valori supremi della Costituzione della Repubblica italiana.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene,
Firma, luogo e data, indirizzo del mittente
*
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare la lettera sono i seguenti:
segreteriatecnica.ministro@interno.it
caposegreteria.ministro@interno.it
Vi preghiamo altresi' di diffondere questo appello nei modi che riterrete opportuni.
*
Grazie a tutte e a tutti di quanto vorrete fare. Chi salva una vita salva il mondo.
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Scriviamo questa lettera per chiedervi di scrivere una lettera alla Ministra dell'Interno - e tramite essa all'intero governo - affinche' il governo prenda tre decisioni necessarie ed urgenti.
La prima: includere - e con assoluta priorita' - tra i destinatari degli aiuti che le istituzioni stanno approntando in questa acuta emergenza le persone che di aiuto hanno piu' necessita', per le quali riconoscimento, rispetto, assistenza sociale e materiali provvidenze in questa drammatica situazione possono fare la differenza tra la vita e la morte: le persone piu' povere, piu' sfruttate, piu' oppresse, piu' emarginate, piu' rapinate da un'organizzazione sociale iniqua; le persone che non hanno un lavoro, che non hanno una casa, che non hanno in concreto una protezione sociale reale; le persone che subiscono condizioni di concreto abuso, di effettuale schiavitu', di privazione dei diritti fondamentali, di vero e proprio apartheid; le persone piu' fragili e piu' bisognose di aiuto; le persone piu' sole e piu' spaventate; le vittime contro cui da anni politicanti irresponsabili e razzisti, imprenditori schiavisti e poteri mafiosi hanno scatenato la piu' brutale, scellerata violenza.
La seconda: abrogare immediatamente le mostruose misure razziste contenute nei due abominevoli "decreti sicurezza della razza" imposti dal folle feroce governo che nel 2018-2019 ha fatto strame della Costituzione della Repubblica italiana, del diritto internazionale e dello stesso senso di umanita', giungendo all'abominio di cercar di impedire che i naufraghi in pericolo di morte in mare venissero soccorsi e recati in salvo nel nostro paese.
La terza: decidere finalmente di far cessare il regime di vero e proprio apartheid che nega ad oltre cinque milioni di persone che in Italia vivono ed arricchiscono materialmente, culturalmente e valorialmente il nostro paese con il loro lavoro e la loro presenza, pienezza di diritti sociali, civili, politici: il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto": e' tempo che questo principio valga anche per tutte le persone che vivono in Italia.
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Come tutte le catastrofi la tragedia dell'epidemia di Coronavirus disvela ineludibili verita': che siamo un'unica umana famiglia in un unico mondo vivente di cui siamo insieme parte e custodi; che norma dell'umanita' e' il prestarsi reciproco aiuto; che siamo esseri fragili e perituri, come fragile e perituro e' il mondo vivente, la biosfera; che umanita' significa non solo l'insieme degli esseri umani, ma il loro agire umanamente gli uni verso gli altri, applicando la "regola aurea" attestata da tutte le grandi tradizioni culturali: "agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te"; che occorre - come scrisse memorabilmente don Milani - che ogni persona si senta responsabile di tutto.
L'epidemia in corso ci convoca alla responsabilita', alla solidarieta', alla misericordia, alla condivisione del bene e dei beni: ci convoca a una condotta morale e civile coerente con i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica italiana, una condotta morale e civile che inveri i valori supremi e il nitido dettato del fondamento del nostro ordinamento giuridico democratico.
Dovessero essere per alcuni di noi gli ultimi giorni della propria esistenza, ebbene, che le ultime nostre parole ed azioni siano veritiere, giuste, intese al recare soccorso a chi di soccorso ha bisogno, intese al bene comune dell'umanita'.
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Pertanto vi proponiamo di voler scrivere alla Ministra dell'Interno, e tramite essa all'intero Consiglio dei Ministri, una lettera del seguente tenore:
Gentilissima Ministra dell'Interno,
vorremmo sollecitare tramite lei il governo ad adottare con la massima tempestivita' le seguenti misure:
a) garantire immediati aiuti in primo luogo alle persone che piu' ne hanno urgente bisogno, e che invece vengono sovente scandalosamente dimenticate perche' emarginate ed abbandonate alla violenza, al dolore e alla morte, quando non addirittura perseguitate;
b) abrogare immediatamente le scellerate misure razziste contenute nei due cosiddetti "decreti sicurezza della razza" imposti dal precedente governo nel 2018-2019, scellerate misure razziste che violano i diritti umani e mettono in ancor piu' grave pericolo la vita di tanti esseri umani;
c) riconoscere a tutte le persone che vivono in Italia tutti i diritti che ad esse in quanto esseri umani sono inerenti, facendo cessare un effettuale regime di apartheid che confligge con il rispetto dei diritti umani, con la democrazia, con i principi fondamentali e i valori supremi della Costituzione della Repubblica italiana.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene,
Firma, luogo e data, indirizzo del mittente
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Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare la lettera sono i seguenti:
segreteriatecnica.ministro@interno.it
caposegreteria.ministro@interno.it
Vi preghiamo altresi' di diffondere questo appello nei modi che riterrete opportuni.
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Grazie a tutte e a tutti di quanto vorrete fare. Chi salva una vita salva il mondo.
il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la
difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo,
19 marzo 2020, nel cuore esatto della "Settimana d'azione contro il
razzismo
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