Il virus e il cinismo di Johnson. Ma gli scienziati non si parlano? – Andrea Satta
Le parole di Boris Johnson sono
la cosa più spudorata pronunciata da un capo di stato occidentale in Europa dal
dopoguerra a oggi. “Abituatevi a perdere prematuramente i vostri cari”. E’
una frase cinematografica che
sa di catastrofe. Cioè, molti moriranno, lo sappiamo, ma è l’unico modo per non
riscrivere la storia del nostro paese, quindi abbracciate per l’ultima volta i
vostri bambini, cari nonni un
po’ malandati, stringete i vostri nipotini, vi di do qualche giorno, non più di
quattordici, però, sapete, l’incubazione … poi non li rivedrete più. Siccome,
però, i bambini è meglio non soffrano, non gli dite proprio tutto, anzi
accompagnateli a scuola, in palestra, alle feste, così, mentre voi vi ammalate,
per loro tutto scorrerà normale.
A questi livelli, a livello di premier di una delle
nazioni più potenti del mondo, non si possono prendere posizioni da bar,
quindi, dietro le parole di Boris, c’è per forza un pensiero scientifico, un
sapere virologico, un idea epidemiologico-statistica, un modello matematico,
una ultra professionale previsione del futuro, una solida e riprovata
consapevolezza delle proprie attuali forze e di quelle che si potranno mettere
in campo. Si può essere messi al corrente di tutto questo modo di pensare?
Necessariamente ci saranno accanto a Boris uomini di prestigio e credito
scientifico internazionale e allora altre domande: com’è possibile che la
comunità scientifica non si parli?
Se i riferimenti scientifici di Boris Johnson premier
inglese, mica sindaco di Roccacannuccia, sono eminentissimi scienziati
internazionali (e non può che essere così), come mai nella comunità scientifica
non ci si parla? La OMS di questa posizione non sapeva nulla in anticipo?
Abbiamo fatto un disastro, cari giornalisti per rubare qualche ora alla proclamazione dei
decreti legge con la fuga di notizie in Italia e qui, cari giornalisti, non
avete avuto la curiosità di conoscere in anticipo la maturazione di una
posizione così estrema e controcorrente “mischiatevi, contagiatevi e quelli che
restano saranno immuni”. Stiamo mettendo in ginocchio il
nostro Paese con decisioni che riteniamo inderogabili (e io con voi, mi lascio
guidare e per quel che capisco, sono un pediatra di base, non un virologo o un
epidemiologo) e non siete riusciti a carpire un po’ prima come la pensino i
vostri colleghi inglesi? Questi Inglesi sono solo superficiali e distratti o la
vedono strategicamente in un altro modo? Stanno giocando a golf e a bridge o
hanno scelto un’altra strada per affrontare la cosa?
E torno lì: ma la comunità scientifica non
si parla? Cari nostri virologi di chiara fama internazionale che siete, e
sicuramente con merito, divenuti le facce più popolari e attese di questi
nostri giorni, vi siete persi gli scienziati inglesi? Non vi scrivete? Non
vengono ai congressi? Non fanno pubblicazioni? Ci spiegate? Nelle vostre
innumerevoli ospitate radiotelevisive, mai una volta vi è venuto di dire, alla
domanda “Come si risolve questa brutta storia?” mai vi è scappato “Noi la
pensiamo così, ma sappiamo che in Inghilterra faranno
in un altro modo”, mai? Mai vi è stata fatta questa domanda? E in assenza di
questa, mai vi è venuta in mente, fra mille risposte che vi avranno portato
allo stremo, del tipo “è meglio stare distanti un metro o un metro e mezzo, è
meglio lavarsi le mani 40 o 50 secondi”, non vi è venuto in mente, dico, di
fare un break e dicendo “vorrei dirvi che abbiamo ispirato al governo italiano
questa linea drammatica, il blocco del Paese, con ripristino delle normalità a
data da destinarsi e sicuramente a tappe, secondo noi è l’unico modo, ma ci
sono altre teorie scientifiche che
portano ad altre strategie che noi non condividiamo e consideriamo assurde,
anche se sappiamo che un Paese importantissimo nel mondo, come l’Inghilterra,
le seguirà”.
Tutto questo vostro non sapere, o peggio non dire, non
me lo spiego.
da
qui
scrive Nicola Legrottaglie
scrive Nicola Legrottaglie
Tanta roba l’Inghilterra. Invidiabile nella Premier league o
nel rugby, incantevole sugli autobus doppi o no i taxi neri, amabile negli
scritti di Shakespeare o Dickens, superlativa nella musica dei Beatles e dei
Rolling Stones, ammirevole nelle menti di Newton o Darwin. Il vecchio Darwin,
quello nuovo un po’ meno, il suo primo ministro, che propone la selezione
naturale come soluzione al corona virus.
Immunità di gregge, ordina. Il 60% della popolazione si ammalerà. Chi avrà l’età e la forza per sopravvivere andrà avanti; gli anziani, gli affetti da altre patologie, i deboli...e vabbè, pazienza, se ne farà a meno.
Un paese che abbandona i deboli è come un medico che cura solo i sani, praticamente inutile.
L’Italia avrà tanti difetti. Fatichiamo a stare in fila, magari buttiamo qualche cartaccia per strada, ma non affidiamo a un virus la selezione della nostra popolazione. Non deleghiamo alla malattia il compito di curarla. Lo facciamo noi, con i nostri medici, i nostri infermieri, le nostre regole, ma, soprattutto, con la nostra umanità. Uniti. Con la teoria del gregge, sì, anche noi, ma secondo la nostra interpretazione: “Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che è smarrita?”
Buona domenica, a casa
da quiImmunità di gregge, ordina. Il 60% della popolazione si ammalerà. Chi avrà l’età e la forza per sopravvivere andrà avanti; gli anziani, gli affetti da altre patologie, i deboli...e vabbè, pazienza, se ne farà a meno.
Un paese che abbandona i deboli è come un medico che cura solo i sani, praticamente inutile.
L’Italia avrà tanti difetti. Fatichiamo a stare in fila, magari buttiamo qualche cartaccia per strada, ma non affidiamo a un virus la selezione della nostra popolazione. Non deleghiamo alla malattia il compito di curarla. Lo facciamo noi, con i nostri medici, i nostri infermieri, le nostre regole, ma, soprattutto, con la nostra umanità. Uniti. Con la teoria del gregge, sì, anche noi, ma secondo la nostra interpretazione: “Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che è smarrita?”
Buona domenica, a casa
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