Ho dedicato
tutta la mia vita ad impegnarmi con il massimo di onestà intellettuale e di
coerenza che mi sono state possibili a ribellarmi alle ingiustizie e ai
soprusi. Ho sempre preso parte per gli ultimi, gli sfruttati, i vessati, i
discriminati e ho combattuto con tutte le mie forze contro le disuguaglianze
generate dalla logica del privilegio, fonte di ogni depravazione e crimine in
qualsivoglia società degna del attributo di civile.
Anche di
quelle sedicenti democratiche, perché laddove non vige il principio
dell’uguaglianza, non è data ne democrazia ne libertà. In questi giorni in cui
gran parte del mondo è colpito dalla pandemia del coronavirus e, il nostro
Paese ne soffre con particolare virulenza, come milioni di altri italiani,
resto a casa in quarantena, con disciplina, mantengo la distanza raccomandata
anche con i miei familiari, non esco di casa, ottempero alle disposizioni
emanate dal governo, perché pur essendo «antigovernativo» per vocazione, anche
nei confronti dei governi che ho votato, pratico il principio della massima
responsabilità.
È
UN’ATTITUDINE PARADOSSALE ma salvifica per chi pratica la professione della cultura e del
pensiero. In quest’occasione così drammatica, da cittadino, ho voluto dare
piena fiducia al governo Conte confidando nell’equità dei suoi provvedimenti.
Poi vengo a scoprire che nel decreto ministeriale a proposito delle attività
produttive, al punto 6, comma d) è scritto: assumano protocolli di sicurezza
anti-contagio e, laddove non fosse possibile rispettare la distanza
interpersonale di un metro come principale misura di contenimento, con adozione
di strumenti di protezione individuali.
Quali? Le
mascherine che non ci sono? O che vengono vendute a prezzi da borsa nera da
mascalzoni che speculano sul panico? E dopo avere detto urbi et orbi che la
funzione della mascherina non è quella della protezione dal contagio ma quella
di proteggere chi opera a stretto contatto con i contagiati?
PERCHÉ SOLO
GLI OPERAI possono
essere non protetti o meno protetti? Perché il pensiero al diritto ad essere
protetti dal contagio non viene automaticamente esteso agli operai? Perché sono
necessarie proteste, scioperi e dure dichiarazioni sindacali perché la
questione diventi all’ordine del giorno?
Perché la
classe operaia viene trattata come la casta dei paria, la classe che è la spina
dorsale dell’economia produttiva e, adesso che la logistica assume un’importanza
cruciale, anche i lavoratori superproletarizzati di questo settore che vengono
sfruttati con ritmi e condizioni sconci.
E ADESSO, che tutto il Paese ha la necessità
di essere messo davvero in sicurezza, una volta di più gli ultimi nei confronti
dei quali si pensa ad estendere il diritto alla sicurezza sul posto di lavoro,
ecco che sono i lavoratori industriali. La classe operaia è stata ed è uno
dei pilastri istitutivi di ogni grande democrazia, la sua cultura fondata sul
lavoro non solo come mezzo di sostentamento, ma come condizione della dignità
personale e sociale ha innervato le conquiste più significative delle società
più avanzate.
Recentemente
il professor Claudio Magris mi raccontava di aver visitato le leggendarie
acciaierie Lenin di Danzica, oggi trasformate in un museo di Solidarnosc, il
movimento sindacale e politico che in Polonia contribuì a rovesciare il regime
di cosiddetto socialismo reale. Il grande scrittore triestino si è espresso
così a proposito di ciò che ha potuto constatare nel corso di quella visita:
«Ho visto plasticamente il crepuscolo della classe operaia. Ed è una
catastrofe, perché è stata l’unica classe, in quanto tale, portatrice
dell’universale». Quando la pandemia del corona virus dopo avere percorso il
suo iter scomparirà dal nostro orizzonte, sarà utile, sulla scorta delle
lezioni che ci avrà imposto, ridefinire le nostre priorità nelle agende
politiche e sociali.
DOVREMO
RI-IMPARARE a
costruire società e comunità, dovremo ri-imparare a rispettare i valori che ci
radicano in un’identità democratica sostanziale, non in una retorica della
democrazia che galleggia sul caos degli opinionismi, sul magma dei narcisismi
contrapposti di una mediocre classe dirigente priva di autorevolezza. Sarà
necessario ri-imparare il rispetto di chi edifica e non di chi starnazza e la
classe operaia è forza edificatrice che appartiene alla centralità democratica.
In
conclusione mi sia permessa un’ultima domanda: che ci vengono a fare in Italia
e in tutta Europa in questo momento 30 mila militari americani armati di tutto
punto che si muovono senza precauzioni? Rispondo da me con un whatsapp che ho
ricevuto ieri: La Cina ci invia 1000 respiratori e 100 mila mascherine/ la Ue
un conto da cento miliardi per le sue banche/ gli
Stati uniti 30 mila marines in assetto di guerra. Forse dobbiamo rivedere le nostre «amicizie».
Stati uniti 30 mila marines in assetto di guerra. Forse dobbiamo rivedere le nostre «amicizie».
Nessun commento:
Posta un commento