potevo infliggervi, cari lettori, quattro post sul
covid in una giornata sola, per farvela andare di traverso? nooo. ed eccomi
allora a darvene uno solo in quattro parti, così che ciascuno possa scegliersi
quella che preferisce:
.1. dalla
globalizzazione al mondo diviso in due dal virus.
2. la
vaccinazione di massa senza restrizioni come pericoloso aiuto alla diffusione
del virus.
3. elogio
della follia italica da covid.
4. ancora
sull’origine del virus del covid a Wuhan o
altrove.
. . .
.1. dalla
globalizzazione al mondo diviso in due dal virus.
quella parte dell’Asia che ha saputo gestire la
pandemia da covid si sta avviando verso una ripresa della
libera circolazione delle persone tra i diversi paesi: dal 26 maggio sarà
possibile volare liberamente e senza quarantena tra Singapore e Taiwan; allo
studio misure analoghe che coinvolgeranno anche Australia, Nuova Zelanda,
Brunei, e il resto della Cina, ma già oggi da questi paesi è possibile entrare
a Singapore senza nessuna limitazione; si aspetta soltanto la reciprocità.
invece l’Europa e gli USA annaspano: la filosofia
scientista che costituisce il nostro comune modo di pensare ripete a vanvera la
pretesa arrogante che sia la tecnica a risolvere i problemi umani ed insiste in
una strada vaccinale senza sbocco per fermare l’epidemia.
eppure l’esperienza della vaccinazione
anti-influenzale parla chiaro: con una vaccinazione di massa non fermi la
diffusione di un virus, diminuisci i suoi effetti, ma in un modo
che non è sicuro al 100% e che non è privo di qualche effetto collaterale,
anche se in generale non grave.
quindi anche una vaccinazione massiccia non ferma la
circolazione del virus e non consentirà la riapertura della
libera circolazione nel mondo, dato che i paesi indenni non accetteranno visite
da paesi che restano infetti, senza imporre almeno una quarantena all’arrivo.
vediamo quindi delinearsi in maniera più chiara quella
che a me pare la principale conseguenza di questa pandemia, cioè la fine della
globalizzazione universale, che verrà sostituita da una bi-globalizzazione:
quella tra i paesi che hanno saputo affrontare e gestire il problema, che
manterrà le caratteristiche di quella che ci lasciamo alle spalle, e quella di
seconda qualità che si tenterà di mantenere in vita nei paesi che resteranno
impestati, dove la circolazione delle persone e delle merci subirà
rallentamenti, ostacoli, e diventerà molto più costosa, spingendoli verso la
povertà.
. . .
2. la vaccinazione di massa senza restrizioni come
pericoloso aiuto alla diffusione del virus.
ma mantenere la libera circolazione del virus cercando
di ridurne gli effetti, cercando di trasformare la malattia in una specie di
influenza meno grave attraverso la vaccinazione di massa è una strategia
suicida, perché stimola in senso darwiniano la produzione di varianti che
possono essere anche più pericolose.
la strategia vaccinale ha qualche buon risultato dove
è abbinata ad un lockdown severo, come mostrano le esperienze
di Regno Unito e Israele, mentre PRODUCE UN AUMENTO DEI CONTAGI dove è
realizzata senza limitazioni sociali, come sta avvenendo negli Stati Uniti.
non sono solo a dirlo, ci stanno pensando scienziati
autorevoli ed onesti; da noi Crisanti, fra gli altri.
il risultato paradossale sarà che chi si offre
generosamente alle campagne vaccinali sperimentali per senso civico potrebbe
ritrovarsi a favorire un drastico peggioramento della pandemia per semplice ingenuità.
è forse una delle leggi paradossali di Murphy, che fa
sì che le nostre azioni, che consideriamo razionali, producano degli effetti
negativi non voluti e possano perfino generare catastrofi.
è il terzo dei corollari delle leggi di Murphy, ma
vale la pena di dare un’occhiata anche agli altri,
1.
Niente è facile come sembra;
2.
Tutto richiede più tempo di quanto si pensi;
3.
Se c’è una possibilità che varie cose vadano male, quella che causa il
danno maggiore sarà la prima a farlo;
4.
Se si prevedono quattro possibili modi in cui qualcosa può andare male, e
si prevengono, immediatamente se ne rivelerà un quinto;
5.
Lasciate a se stesse, le cose tendono ad andare di male in peggio.
6.
Non ci si può mettere a far qualcosa senza che qualcos’altro non vada fatto
prima.
7.
Ogni soluzione genera nuovi problemi;
8.
I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per
impedir loro di nuocere;
9.
Per quanto nascosta sia una pecca, la natura riuscirà sempre a scovarla.
. . .
3. elogio della follia italica da covid.
in questo contesto si colloca la follia della
situazione italiana, che evoca irresistibilmente l’opera più famosa di Erasmo
da Rotterdam, cioè l’Elogio appunto della medesima.
giustamente stiamo cercando di contenere l’arrivo nel
paese della pericolosa variante indiana, esplosa in modo quasi esponenziale in
quel paese che sembrava giusto uscito dalla pandemia, ma riapriamo da noi,
fuori controllo, tra i festeggiamenti delle oche giulive starnazzanti che del
resto riempiono i nostri social e i nostri media.
la nostra situazione è atroce e il numero degli
infetti e dei morti, se riproporzionato, dimostra che noi siamo in una
situazione ben peggiore di quella indiana.
eppure ci siamo lasciati alle spalle un governo che
pure ha fatto gravissimi errori iniziali ed estivi nella gestione della
pandemia, e poi ha gestito in modo grottesco la riapertura a colori, che pure
poteva avere un senso se fatta bene; il tutto tra gli schiamazzi della destra aperturista
ad oltranza.
e siamo ad un governo che ha inserito nel quadro di
comando la parte più consistente di quella destra e dunque è diventato ancora
più aperturista di prima.
naturalmente il delirio del nostro sistema informativo
e mediatico copre la voglia popolare incontenibile di suicidio (si suppone
degli altri) in nome dei sacri valori del lusso, fatto passare per lavoro,
e della movida, fatta passare per giusta socializzazione: la
sacralità dello sballo per le strade è fuori discussione.
ma questa statistica inchioda il nostro paese al suo
destino inarrestabile di disfacimento: è il numero mondiale di morti da covid (ufficiali)
per abitanti.
graduatoria
del numero di morti ogni 100 mila abitanti:
Ungheria:
272.52,
Italia:
197.75,
Brasile:
185.17
Perù: 183.71
Stati Uniti:
174.32
in sostanza, se i nostri dati sono attendibili almeno
come quelli dell’Ungheria, noi siamo il secondo paese al mondo per numero di
morti per abitanti (l’India non figura neppure ancora in questa statistica); ma
se i nostri dati invece sono poco attendibili e una quota importante di morti
da covid non è stata registrata, come del resto sappiamo da
altre fonti, siamo probabilmente il paese al mondo col più alto numero di morti
per abitanti.
e la classifica, non se ne abbia a male qualche
eventuale lettore immaginario di destra di questo blog è anche
palesemente una classifica del negazionismo fascistoide tra i diversi paesi.
in democrazia è la qualità del popolo che fa la
qualità dei governi, vero? e dunque è giunto il momento di verificare che la
qualità del dissesto provocato dalla pandemia è direttamente proporzionale alla
stupidità arrogante del negazionismo che attraversa quel popolo e che si
esprime nell’adesione ai partiti e movimenti politici di destra.
ma viva la libertà di muoversi, di infettare, di
infettarsi e di morire e uccidere chi ti sta vicino: non saresti il fascista
a-sociale che sei, se non la pensassi così, caro italiano tipo.
Elogio della follia, appunto.
. . .
4. ancora
sull’origine del virus del covid a Wuhan o
altrove.
e chiudo con alcune informazioni sull’origine
del virus, perché a me risulta sempre più chiaro che la sua origine
viene da quello stesso complesso economico-farmaceutico che di fatto ha preso
il potere sulle nostre società occidentali del libero mercato grazie alla
pandemia e che pretende di risolvere la catastrofe che ha generato con gli
stessi strumenti che l’hanno provocata.
Fabrizio Gatti, inviato dell’Espresso, ha
scritto L’infinito errore, un libro che fa le sue ipotesi
sull’origine del coronavirus, occupandosi di alcuni retroscena. quanti ne hanno
sentito parlare? eppure dovrebbe essere un tema al centro dell’attenzione dei media,
se questi non fossero occupati a confondere e a disinformare, più che far
riflettere…
vediamo alcune delle notizie che fornisce Gatti: tra
il 2014 e il 2018, all’Istituto di virologia di Wuhan un’equipe di
scienziati militari esegue un esperimento sui coronavirus e ne
isola due che Gatti definisce parecchio simili al Covid-19.
Li chiamano SL-CoV ZXC21, prelevato da un pipistrello
catturato nel luglio del 2015, e SL-CoV ZC45, ricavato da un esemplare preso
nelle reti nel febbraio del 2017.
I due nuovi coronavirus, Sars-like, simili
al virus della SARS, condividono tra loro un’identità
del 97%.
tra il 2016 e il 2017, gli scienziati della
Terza Università medica militare di Chongqing e del Comando dell’Istituto di
ricerca in medicina di Nanchino, hanno frequentato aree infestate dai
pipistrelli nel distretto di Dinghai e nella contea di Daishan, intorno alla
città-arcipelago di Zhousan, campionando 334 pipistrelli della specie
Rhinolophus alla ricerca di coronavirus. Al chiuso di un
laboratorio di livello di sicurezza Bsl-3, gli autori di questo studio militare
infettano alcune comunità di cuccioli di ratti nati da tre giorni e scoprono
che “i coronavirus Sars-like derivati dai pipistrelli possono replicarsi con
successo nei ratti da latte” e possono anche “contagiare specie diverse,
possono immediatamente diffondere la loro infezione ai ratti senza necessità di
mutazioni.
Quando il 5 gennaio 2020 Zhang Yongzhen ed Edward
Holmes depositano per la prima volta al mondo la sequenza genetica contenuta
nel filamento di Rna del virus che sta facendo ammalare gli abitanti di Wuhan,
tracciano l’albero filogenetico e scoprono che il nuovo coronavirus umano ha
due parenti molto stretti appunto tra i coronavirus ZC45 eZXC21 individuati tra
i pipistrelli nel 2015-2017.
Il 27 gennaio 2020, Shi Zhengli, un altro scienziato
cinese, “sostiene di aver scoperto un nuovo coronavirus dei pipistrelli
evolutivamente più vicino al virus umano che si sta diffondendo a Wuhan”,
denominato RaTG13.
ma che cosa succede se combiniamo queste informazioni
con queste altre? le ricerche su come
inserire la proteina spike nel coronavirus di topi transgenici al laboratorio
di Wuhan – 15
io non sono in grado di farlo, ma
qualcuno dovrà pure riuscirci, prima o poi…
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