Un insulto
ai poveri. È ciò che viene da pensare dopo aver letto lo studio ‒ presentato
recentemente da Institute for Policy Studies (IPS) e da Americans for Tax
Fairness (ATF) ‒ che ha calcolato la variazione delle ricchezze negli USA dopo
un anno di pandemia.
L’analisi è basata sui calcoli di Forbes sul
patrimonio dei 657 statunitensi con un patrimonio superiore al miliardo di
dollari tra il 18 marzo 2020 e il 18 marzo 2021, data della precedente lista
annuale dei super ricchi pubblicata dalla rivista, coincidente con l’avvio
delle misure di lockdown negli Stati Uniti. Ecco la
conclusione del report: i miliardari statunitensi negli ultimi 12 mesi hanno incrementato
la loro ricchezza di 1.300 miliardi di dollari, una crescita media del 44,6%.
«La pandemia ha creato un incredibile aumento della ricchezza dei miliardari
del Paese, mentre decine di milioni di statunitensi sono rimasti ancora più
indietro», afferma in una nota Frank Clemente, direttore esecutivo di ATF.
Negli stessi 12 mesi, più di 29 milioni di americani hanno contratto il virus e
più di 535.000 sono morti a causa di esso. Mentre la ricchezza dei miliardari
aumentava vertiginosamente, quasi 80 milioni di persone hanno perso il lavoro.
Ad aver accresciuto maggiormente le loro fortune sono
i 15 uomini più ricchi del Paese, che nel complesso hanno visto aumentare le
loro ricchezze di 563 miliardi di dollari, un incremento pari all’82%.
In cima alla classifica si trova Elon Musk, il
fondatore di Tesla che, grazie all’enorme crescita in borsa della sua azienda,
ha visto le sue fortune crescere del 559%. Seguono altri giganti del settore
tecnologico come il capo di Amazon, Jeff Bezos (65 miliardi di dollari in più,
con un aumento del 58%) e il numero uno di Facebook, Mark Zuckerberg (47
miliardi di dollari in più, con un incremento dell’86%).
«Gli speculatori della pandemia stanno ottenendo
guadagni inaspettati in un momento di sofferenza generalizzata per la
maggioranza della popolazione», avverte Chuck Collins, direttore del Programma
sulle Disuguaglianze dell’IPS, il quale ha sottolineato come molti miliardari
abbiano tratto benefici dalla chiusura delle piccole imprese e dalla crescente
dipendenza dalle tecnologie digitali imposta dal Covid-19.
I 10 maggiori “profittatori pandemici” hanno
registrato un aumento percentuale della loro ricchezza superiore al 300%. Per
lo più hanno moltiplicato le loro fortune nel mondo dei beni, dei servizi e
dell’intrattenimento online. Al primo posto in percentuale troviamo Bom Kim,
fondatore del gigante dell’e-commerce Coupang, con un incremento di 7,7
miliardi di dollari, pari al 670%. Subito dopo arriva Dan Gilbert, proprietario
di Quicken Loans, una società di prestiti ipotecari, che in un anno ha
guadagnato 41,7 miliardi di dollari, con un aumento della ricchezza del 642%.
Al terzo posto si colloca Ernest Garcia, il principale azionista di Carvana, il
colosso delle vendite di auto online, con un aumento di 13,6 miliardi di
dollari, corrispondente al 567%. Da segnalare anche Eric Yuan, co-fondatore
della tecnologia di videoconferenza Zoom, che ha visto la sua ricchezza
aumentare di 8,4 miliardi di dollari durante l’anno della pandemia, con un
incremento del 153%.
Lo studio sottolinea come siano proprio le fortune dei
“paperoni” della tecnologia ad aver registrato l’espansione più significativa,
un aumento del 68%, mentre i miliardari attivi nella finanza hanno segnato un
incremento medio del patrimonio pari al 37%. Tra i 657 super ricchi degli Usa
figurano ora 121 imprenditori del settore tecnologico, contro 166 esponenti del
più tradizionale comparto finanziario. Non solo: negli scorsi 12 mesi ben 43
persone si sono aggiunte alla lista degli americani che hanno un patrimonio
superiore al miliardo di dollari.
Sulla base di questi dati, IPS e ATF sottolineano
l’urgenza di una riforma fiscale che imponga un prelievo aggiuntivo del 2% sui
patrimoni superiori ai 50 milioni di dollari e del 3% su quelli superiori al
miliardo. Una simile riforma, sostengono le due associazioni, avrebbe garantito
un gettito fiscale aggiuntivo pari a 3.000 miliardi di dollari in dieci anni.
Soldi che sarebbero molto utili per dare un sostegno alla parte più povera
della popolazione americana. Aveva ragione Ernesto Che Guevara: «Vale milioni
di volte di più la vita di un solo essere umano che tutte le proprietà
dell’uomo più ricco della terra». Oggi sarebbe già molto se tutti i ricchi del
mondo pagassero un po’ più di tasse, per solidarietà verso i meno abbienti e
soprattutto per evitare di provare vergogna di se stessi.
Evagrio Pontico, un monaco vissuto nel IV secolo d.c.,
a proposito dei ricchi con grande realismo scrisse: «Il mare non si riempie
mai, pur ricevendo un gran numero di fiumi; allo stesso modo, la brama
dell’avaro non si sazia di ricchezze: sono duplicate, ed ecco che desidera che
ancora raddoppino, e non smette mai di raddoppiarle, finché la morte non lo
sottrae a questa interminabile preoccupazione».
Nessun commento:
Posta un commento