La nuova ed ennesima occupazione militare della Valle di Susa dal 13 aprile
2021
In questo momento vorrei esprimere un sentimento di indignazione.
L’indignazione non è razionale, ma qualche volta non è evitabile.
C’è una parte del nostro paese (non del Kosovo o dell’Afghanistan) che è
soggetta ad occupazione militare da parte di forze armate dello Stato (il
nostro). Non si tratta di un santuario della criminalità organizzata, ma di una
vallata alpina con i suoi comuni, cellule fondamentali, dice la Costituzione,
dello Stato.
Avrete capito che mi riferisco alla Valle di Susa.
Tutto questo avviene in quanto, in assenza di argomentazioni di merito, lo
Stato sostituisce agli argomenti la forza: un classico, se non fosse che il
nostro si definisce “stato democratico”. Con gli armigeri (a parte le fanterie
ci sono anche cingolati, filo spinato e simili bazzecole) si vuole imporre
un’opera la cui diseconomicità è platealmente conclamata (se n’è accorta anche
la corte dei conti europea) e che dal punto di vista climatico è un vero e
proprio crimine: gli effetti globali vanno in direzione opposta agli obiettivi
nominalmente perseguiti dall’UE (e dallo stato italiano!). Tutto questo è
facilmente sostenibile dati e conti alla mano.
Ma dati e conti (direi la realtà) in questa vicenda (come in altre) sono
marginali. La “politica” sostiene trasversalmente (inclusa un’ampia fetta del
PD) lo scavo del supertunnel tra Italia e Francia o semplicemente schierandosi
con l’interesse immediato delle grandi imprese che vorrebbero realizzarlo o a
sostegno di un sistema ideologico che afferma e continuamente rilancia
un’economia materialmente insostenibile e che produce ovunque (qui come
altrove) disuguaglianze crescenti.
A uno stuolo di signore e signori che siedono nei consessi istituzionali
(dal parlamento in giù) merito, argomenti e fatti non interessano più di tanto:
ho avuto modo di verificarlo in un paio di audizioni svoltesi prima di Natale.
In “politica” ciò che conta è da che parte stai: problemi e fatti, sono
marginali. E’ il trionfo dell’arroganza ignorante. Parlo dell’ignoranza di chi
pretende di non aver bisogno di porsi delle domande e pretende a priori di
conoscere le risposte senza bisogno di critica e di confronto.
Allego un comunicato di uno dei Comuni di quella valle (San Didero 14 aprile 2021) e la foto di
una ragazza colpita in faccia da un lacrimogeno sparato (ovviamente
ad altezza d’uomo o di donna) dalle valorose truppe coloniali inviate a
superare ogni obiezione in merito a sostenibilità economica e ambientale.
Quale fiducia si pensa possa esserci, in queste condizioni, ne “lo Stato”?
e a cosa si è ridotta la credibilità de “la politica”?”
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